Ieri il nostro Toro ha giocato con cuore e determinazione contro il Milan, mostrando la grinta che amiamo noi tifosi. La Curva Maratona era uno spettacolo: un mare granata che cantava a squarciagola, sostenendo la squadra con passione. Le bandiere ondeggiavano al ritmo dei cori e l’atmosfera era elettrizzante. Eppure, in questa festa di emozioni, qualcosa mancava. Qualcuno mancava. Lorenzo non era lì. Lorenzo, granata fino al midollo, trasmettitore di amore viscerale per questi colori, non era sugli spalti a esultare perché mancava Bridget, sua figlia, la sua erede calcistica, il suo orgoglio. Lorenzo, infatti, non riesce ad andare allo stadio senza Bri. Bridget è nata il 23 luglio 1987 a Vayithiri, in Kerala, India. Adottata a sette mesi, è stata da subito la gioia di mamma e papà. Ma oltre all’amore incondizionato della famiglia, Bridget ha ricevuto un altro dono: il Toro. Lorenzo gliene ha sempre parlato, l’ha vestita di granata fin da piccola, e quando aveva 14 anni l’ha portata per la prima volta a Torino. Lorenzo e Bridget non sono di Torino e quel giorno, arrivati in città, hanno preso la cremagliera Sassi-Superga. Il viaggio fino alla Basilica è stato un rito di iniziazione, un momento di commozione davanti alla lapide dei nostri Eroi. Da quel momento in Bri è scattato qualcosa che solo i tifosi del Toro conoscono veramente. In quel momento Bridget ha compreso che essere lì non era un caso ma un regalo di vita e di speranza. Lorenzo e Bri hanno letto insieme la formazione del Grande Torino e si sono stretti in un abbraccio che va oltre lo sport. Un abbraccio tra padre e figlia che li legherà indissolubilmente alla fede granata.


#CuoreGranata
Torino-Milan: mancava solo Bri
Da allora il Toro è diventato parte di Bridget. Anni di abbonamento, chilometri macinati per seguire la squadra ovunque, trasferte infinite in tutta Italia e oltre i confini. Bridget abita a Sermide Felonica, in provincia di Mantova (Lombardia), mentre Lorenzo vive a Castelnovo Bariano, in provincia di Rovigo (Veneto). Praticamente siamo sulla punta estrema dove il Po va in mare. Lorenzo, in 4 km, è in Lombardia. Bridget, con 6 km, è in Emilia Romagna. Tre regioni confinanti, un unico amore: il Toro. Negli ultimi tempi Lorenzo ha rallentato il ritmo delle trasferte, ma Bri mai. Da Roma a Cagliari, da Bologna a Napoli, passando per la mitica notte di San Mamés contro l’Atletico Bilbao, ogni viaggio è stato un atto d’amore. Lorenzo ricorda ancora come fosse ieri la notte di San Mamés: lo stadio brillava di luci come gli occhi di Bri che finalmente poteva provare anche una trasferta internazionale. Il suono dei tifosi granata che cantavano “Forza Toro” risuonava nell’aria e creava un’energia palpabile. Per Bri il Toro non è solo la sua squadra, è il battito del suo cuore, il filo conduttore della sua vita, la sua seconda famiglia.
Bridget non è solo una tifosa. È un punto di riferimento per tanti cuori granata. Anche io l’ho conosciuta alcuni anni fa. L’ho vista scendere dal furgone con gli altri tifosi, gli amici granata che partono dalle Marche. Quando arrivano è sempre una festa incredibile. Le risate, gli abbracci, il suono dei cori che riempiono l’aria. È stato proprio Alessio, il mio amico di Osimo, a chiamarmi per darmi la notizia che Bri era all’ospedale. Ricordo ancora come fosse oggi la sua voce spezzata nel sapere che Bri non poteva essere al suo fianco. Nel pulmino Bri è così forte e così minuta che ha sempre il posto accanto al guidatore e ora Alessio è in difficoltà ad immaginare di percorrere tutta quella strada senza di lei. Bri è sempre presente in Curva Maratona, conosciuta e amata da tutti, ha trovato nella famiglia del Toro un legame indissolubile, rafforzato dai ragazzi del gruppo The Van, con cui condivide ogni trasferta, ogni emozione, ogni battito di cuore per questa squadra.
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Tornando a ieri, Bridget non era sugli spalti. Bridget è ricoverata al Policlinico Maggiore di Milano, in lotta contro un’infezione polmonare rara che non le dà tregua. È in ospedale dal 26 gennaio e nei prossimi giorni dovrà sottoporsi a un’operazione molto delicata per pulire il polmone, un intervento reso ancora più rischioso dalla sua debolezza attuale. La battaglia che sta combattendo è dura, ma chi la conosce sa che lei è più forte di tutto questo. Perché Bridget è Toro, è cuore, è resistenza. In questo momento difficile, tutta la comunità granata è con lei. Dai suoi amici più cari ai tifosi che l’hanno conosciuta, da chi ha condiviso una trasferta a chi ha semplicemente incrociato il suo sorriso sugli spalti. La comunità granata si unisce nei momenti difficili, dimostrando come il supporto reciproco sia fondamentale. Questo senso di appartenenza e solidarietà è ciò che rende il Toro una famiglia, capace di affrontare qualsiasi avversità insieme. Il nostro pensiero è per lei, il nostro tifo più grande va a sostenerla. Forza Bridget, non mollare. Il Toro ti aspetta, la tua Curva ti aspetta. E noi tutti siamo con te. Sempre.
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Sono business partner di uno dei principali player internazionali nella formazione aziendale dove promuovo il cambiamento e il miglioramento delle prestazioni individuali e di squadra all’interno delle organizzazioni. Lo sviluppo delle competenze, la ricerca dell’empatia e la comprensione delle persone mi portano a vivere la vita e l’innovazione come fattori positivi e distintivi delle relazioni.
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