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Torino, serve maggiore duttilità: moduli diversi non solo se bisogna recuperare

Lello Vernacchia
La lavagna tattica / Da qui a fine campionato, tutti sotto esame: compreso Mihajlovic. Bisognerà vedere un Toro spavaldo e senza paura

Domani pomeriggio il Torino sarà atteso dal Cagliari, e lo fa arrivando da una partita tosta con l'Udinese: una sfida in cui i granata hanno giocato bene ed era quasi incredibile essere in svantaggio per 2-0, poi c'è stata una grande risalita. Mi domando, però, perchè il Toro abbia sempre bisogno di andare sotto e di prendere uno schiaffo, talvolta anche parecchio pesante come appunto contro i friulani, per poi reagire e mostrare le sue qualità: dispiace molto per questo, anche perchè i granata sono in una situazione di classifica che dà una totale serenità e ti permette di giocare con convinzione, grinta e cattiveria agonistica.

Per quanto riguarda la sfida del Sanr'Elia, il Torino si presenta in Sardegna con qualche problema di formazione in particolare in difesa: con Castan e Rossettini assenti, di fianco a Moretti bisognerebbe forse avere il coraggio di ridare fiducia - e dunque dare una nuova possibilità - ad Ajeti che in poche partite si è bruciato; quella legata all'albanese resta ad ogni modo una situazione da chiarire. In alternativa, potrebbe arrivare l'esordio per Carlão o se no troveremmo nuovamente De Silvestri adattato come centrale, seppur questo non sia il suo vero ruolo e potrebbe in questo incontro costituire una difficoltà per i granata poichè è un punto interrogativo ed il Cagliari gioca bene sulle fasce.

Rastelli ha in rosa due giocatori che stanno facendo molto bene, ovvero i due attaccanti: Borriello e Sau infatti lavorano per la squadra e mentre il primo continua a segnare vivendo quasi una seconda giovinezza, il secondo si rende particolarmente utile al gioco collettivo. Il maggiore timore è forse però rappresentato da Joao Pedro, che agisce dietro le punte e tra le linee nella posizione di trequartista e che ha fatto vedere finora cose importanti. Quel che conta, tuttavia, non è tanto l'avversario quanto piuttosto il carattere che il Torino stesso metterà sul terreno di gioco: da qui alla fine bisogna vedere un Toro spavaldo e senza paura. Per esempio, il Torino non è inferiore né come singoli né come gruppo al Cagliari, e per questo deve andare là per vincere e per fare la partita, non aspettando le iniziative avversarie e cercando di ripartire.

Tanto più che il Cagliari non ha grandi palleggiatori e quindi i granata dovranno aggredire con velocità e convinzione i portatori di palla avversari. Il Toro deve andare a Cagliari per vincere e fare la partita: come detto sono due squadre tranquille, ma il Toro deve avere ulteriori stimoli portati proprio da questa situazione di classifica, poichè la rosa dei granata non è per nulla inferiore alla Sampdoria e dunque un obiettivo deve essere quello di non terminare alle spalle anche dei blucerchiati. Quest'anno la squadra era adeguata per andare in Europa e bisogna capire le causa per le quali si trova in questa situazione di classifica, considerando che in rosa ci sono anche alcuni giovani di ottime prospettive da far crescere. Il problema sembrerebbe proprio essere a livello caratteriale: le partite che rimangono diventano un discorso per il futuro anche per lo stesso Mihajlovic, un esame collettivo al quale è sottoposto anche il tecnico, perchè è lui che deve dare un'impronta alla squadra che finora si è vista solo a tratti, il Torino spesso è stato 'né carne né pesce' mentre adesso la squadra deve rispondere in determinati modi.

Il tecnico domenica scorsa ha cambiato qualche carta in tavola, principalmente spostando Ljajic nel mezzo là dove ha toccato più palloni ed è più nel vivo dell'azione e della manovra, in mezzo al gioco dove può essere più convinto e 'cattivo' esprimendo al meglio l'inventiva che lo caratterizza e rendendosi così un giocatore decisamente più appetibile. Bisogna trovare un modulo che favorisca i giocatori e soprattutto serve maggiore duttilità sia dall'inizio che a partita in corso e non solamente quando si è sotto per 2-0: un attacco a due con Ljajic trequartista sarebbe un ottimo compromesso che favorirebbe il gioco e le caratteristiche di più pedine. Il fiore all'occhiello di questa stagione è ovviamente Belotti, ma se Maxi Lopez sta bene, è giusto secondo me utilizzare il 4-3-1-2 perchè l'argentino lavora tanto e bene per la squadra ed ha dimostrato nuovamente di saper fare gol.