Ci sono stati 2' in cui la fortuna ha voltato le spalle al Torino in maniera quasi crudele, due soli minuti in cui si è passato da toccare il cielo con un dito, alla caduta sulla terra della realtà ingiusta. La partita contro il Parma sembrava vinta col gol di Immobile e soltanto mezz'ora separava la squadra di Ventura dal fischio finale; il tutto, inoltre, in superiorità numerica per l'espulsione di Lucarelli. L'Europa era allora palpabile, prendeva forma.
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Toro, a Firenze per trasformare i sogni in realtà
Ma tutto è cambiato con l'azione disastrosa e sfortunata del rigore, netto, concesso per fallo di Glik su Acquah, calciatore che nessuno fu capace di fermare prima di mettere i piedi in area di rigore dopo una sgroppata iniziata a centrocampo. Il destino aveva ancora riservato un altro tocco macabro per il Toro: infatti Padelli riusciva a parare il rigore, ma il rimbalzo regalava la palla a Biabiany senza che nessun difesore granata potesse intervenire. Dura punizione. Durissima. Quello era darsi la zappa sui piedi.
Però non c'è più tempo per i rimpianti. La giornata era propizia perchè il Torino avrebbe già potuto chiudere il discorso Europa League, ma nulla è perduto. La squadra ancora dipende solo da sé stessa e deve andare a Firenze alla ricerca dei tre punti per rivedere il disegno che dea Fortuna aveva in serbo per il Toro. Trasformare i sogni realtà in 90 minuti nella stessa settimana in cui si compiono 22 anni dell'ultima volta che il Toro quasi tocca la gloria europea nella sfortunata finale di ritorno in Amsterdam. Noi siamo così. Non ci è mai piacuto vincere facilmente, senza stress, senza emozione, col cuore in gola quasi fino all'infarto. Firenze deve essere la nostra navetta per l'Europa perche è l'ultima e, quindi, la più difficile. Ma in Europa non ci possono andare altre squadre. Debe andarci necessariamente il Toro. Sì o sì.
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