- Calciomercato
- Prima Squadra
- Giovanili
- TN Radio
- Interviste
- Mondo Granata
- Italia Granata
- Campionato
- Altre News
- Forum
- Redazione TORONEWS
columnist
I tifosi del Toro da anni vivono le stagioni che si susseguono con una certa isteria. Non riescono ad essere equilibrati quando ad una vittoria ne segue un pareggio o, peggio, una sconfitta. Questo però non accade per una mancanza di lucidità del tifoso medio, bensì da stagioni pressoché identiche che hanno contraddistinto il Toro, in cui i granata sono sempre costretti ad inseguire per raggiungere l’obiettivo stagionale, poi sempre fallito. Sulle responsabilità dei risultati ottenuti in questi campionati, che quasi sempre sono terminate a centro classifica, ne abbiamo già disquisito e sono in capo a chi prende le decisioni, ossia al presidente Urbano Cairo. Sulla situazione attuale invece questa premessa serve a comprendere come sia stranamente normale che dopo la vittoria interna contro la Sampdoria, il pareggio di Parma – privo di Bruno Alves, Inglese e Gervinho – abbia buttato il morale a terra a gran parte della tifoseria.
Anche io onestamente ho pensato che ogni volta che bisogna spiccare il volo, il Toro al contrario getta l’ancora per arenarsi. Il match di domani contro il Cagliari presenta un’altra ghiotta occasione per avvicinarsi alle zone nobili della classifica. Sì perché se è vero che il Toro balbetta e che non riesce in questo momento a dare il via ad una nuova striscia positiva di vittorie, le contendenti all’Europa non scherzano. Infatti il Milan a+3 dai granata ha perso in casa della Juve e in questo turno affronterà la Lazio che a sua volta ha pareggiato all’Olimpico contro il Sassuolo. L’Inter non è riuscita a superare l’Atalanta domenica scorsa e lunedì sera la squadra orobica ospiterà l’Empoli in un match che, salvo sorprese, sarà da 1 fisso. La Roma ha vinto a Genova contro la Samp, facendoci il favore di tenerla lontana, ma riprendendo spirito morale e salendo a 51 punti. Insomma con i tre punti del lunch match di domani il Toro potrebbe sensibilmente avvicinarsi alla zona Europa, approfittando dello scontro diretto tra Milan e Lazio. A quel punto nell’ambiente granata esploderebbe nuovamente l’euforia e sulla rete si assisterebbe ad una frangia del tifo che prende in giro coloro che, dopo una sconfitta o comunque di una non vittoria, parlano di stagione fallimentare, per poi passare al contrattacco fino al termine della stagione in caso di risultato avverso.
Manca l’equilibrio appunto, quello che ci consentirebbe di vivere più sereni e di analizzare tutto quello che accade nel nostro mondo granata. Ad esempio la finale di Coppa Italia Primavera vinta dalla Fiorentina è una grossa delusione perché quella di quest’anno è una della formazioni Primavera più forti degli ultimi anni. Le assenze di Millico, Adopo e Ambrogio sono state determinanti. Il Toro ha giocato con grinta in un Filadelfia gremito e commettendo qualche ingenuità dettata dalla loro giovane età. Ha lottato come il Toro nella finale di Amsterdam, colpendo tre legni. Ha subito la rete di Dusan Vlahovic che si crede già il nuovo Ibrahimovic, quando dello svedese ha preso soltanto l’atteggiamento strafottente. Inoltre rivedendo le immagini dell’intervento di Singo in area sulla punta viola, sembra che lui tocchi prima leggermente il pallone… con il VAR – non quello che analizza gli episodi pro Toro, che sono quasi sempre avversi ai granata – probabilmente poteva non essere dato. Insomma nel complesso sono soddisfatto del carattere di Rauti, dei guizzi di Petrungaro, e dell’atteggiamento di tutta la squadra, come sono soddisfatto del lavoro di Coppitelli e Bava.
Certo mi piacerebbe poter nutrire lo stesso grado di soddisfazione nei confronti della Prima Squadra, avendo magari la certezza che se un anno sfuma il nostro obiettivo, l’anno prossimo saremo lì a lottare nuovamente per qualcosa di importante, proprio come la Primavera. Invece le ultime stagioni hanno visto il Toro galleggiare sempre al centro classifica, fuori sistematicamente dalla Coppa Italia e fuori da ogni discorso Europa League già a gennaio. Quest’anno sta andando in maniera diversa, siamo ad aprile e siamo lì. E dunque dobbiamo crederci, schiavi della nostra isteria, e lottare fino in fondo per il sogno Europa League.
Contro il Cagliari le mine vaganti sono Pavoletti, Joao Pedro e soprattutto Barella. La difesa oggi è chiamata ad un gran lavoro, perché i rossoblù lì davanti possono creare più di un grattacapo alla difesa granata. Dietro mancherà il capitano Ceppitelli, che nelle ultime uscite è stato tra i migliori della squadra sarda, e mister Maran è probabile che rispolvererà l’ex bianconero Romagna. Zaza avrà finalmente la sua chance da prima punta e probabilmente sarà supportato anche da lui da Berenguer. Il numero 11 granata questa volta non può fallire. Perché se una sua parziale giustificazione può essere quella di aver giocato sempre all’ombra del capitano Belotti, mettendosi magari al suo servizio (non riuscendoci per altro), questa è l’occasione che aspettava e che non può fallire. Zaza deve dare l’anima per dimostrare che non può essere il giocatore che abbiamo visto fino ad oggi, impalpabile e inconcludente. I tifosi dovranno essere pazienti. E’ vero che non stiamo più parlando di un ragazzino, ma l’attaccante lucano ha bisogno di sostegno e non dovrà essere fischiato al primo errore, ma deve essere sostenuto e incoraggiato.
Analizzando infine il cammino che attende il Toro, se vogliamo andare davvero in Europa, dobbiamo sfruttare assolutamente il fattore campo. In primo luogo perché vincendo tutte le prossime partite in casa contro il Cagliari, Milan, Sassuolo e Lazio, oltre ai dodici punti incamerati la squadra di Mazzarri vincerebbe due scontri diretti. Altro aspetto da considerare è che il Toro si troverebbe a giocare tre trasferte sulla carta più semplici di quanto si pensi. Sì perché la prima sarebbe la trasferta in casa del Genoa ancora invischiato nella lotta salvezza, ma il Toro di quest’anno è nettamente superiore, poi ci sarebbe il derby in casa dei bianconeri, che giocheranno già con lo scudetto conquistato e, se dovessero passare il turno in Champions, risparmierebbero gli uomini migliori in vista dell’eventuale semifinale, ed infine la trasferta di Empoli. Insomma se il Toro vincesse le partite casalinghe restanti e pareggiasse quelle in trasferta, incamererebbe 15 punti che lo farebbe salire a quota 64 soglia ampiamente utile per il raggiungimento del traguardo. Il campionato scorso a sette giornate dal termine vedeva il Napoli al secondo posto a 77, a seguire la Roma e la Lazio a 60, l’Inter a 59 e sesto il Milan a 52. A fine stagione il sesto posto fu occupato proprio dai rossoneri con 64 punti. Quest’anno al secondo posto c’è il Napoli a 64, al terzo l’Inter a 57, il Milan e l’Atalanta a 52 e la Roma a 51 a chiudere il cancelletto per l’Europa. Dunque in questa stagione l’Europa è davvero alla portata dei granata, dobbiamo crederci e lottare, con la consapevolezza che la nostra qualificazione passerà per lo stadio Grande Torino.
Vincenzo Chiarizia, giornalista di fede granata, collabora con diverse testate abruzzesi che trattano il calcio dilettantistico, per le quali scrive e svolge telecronache. Quinto di sei figli maschi (quasi tutti granata), lavora e vive a L’Aquila con una compagna per metà granata.
© RIPRODUZIONE RISERVATA