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Toro ancora lontano dallo standard di un derby

Alessandro Costantino
Alessandro Costantino Columnist 
Il Granata della Porta Accanto/ Finchè Ventura non capirà che non è una partita come le altre vedremo una squadra troppo fragileSono soddisfatto del derby?Avevo scritto che mi sarei ritenuto soddisfatto, al di là del risultato, a condizione...

Il Granata della Porta Accanto/ Finchè Ventura non capirà che non è una partita come le altre vedremo una squadra troppo fragile

Sono soddisfatto del derby?Avevo scritto che mi sarei ritenuto soddisfatto, al di là del risultato, a condizione che il Toro si fosse giocato la partita senza timori reverenziali e senza essere troppo rinunciatario. In parte ciò è avvenuto, ma, ahimè appunto, solo in parte. Rispetto alla partita di andata ho visto notevoli passi in avanti, è vero: abbiamo messo la testa nella loro metà campo, non abbiamo fatto giocare una nostra punta a uomo su Pirlo, ad esempio, abbiamo tenuto il pallone tra i piedi senza sentirlo scottare, abbiamo provato ad attaccare anche con 6-7 uomini specialmente nel finale e nel complesso la squadra mi ha dato la sensazione di essere un collettivo maturo e abbastanza consapevole dei propri mezzi se no non si sarebbe visto un finale come quello dello Stadium.Però le note positive sono molto meno di quelle che Giampiero Ventura ha elargito ai quattro venti nelle dichiarazioni post-partita. Il nostro allenatore, la cui impronta è ormai molto evidente nel gioco della squadra e nella personalità con cui questa affronta le partite, ha perso un'occasione per dimostrare a sé stesso e ai tifosi che cosa accadrebbe se accanto al suo credo fatto di automatismi, di ragionamento, di conoscenze e di maturità in campo, si fosse unito un tocco di sano furore agonistico e di voglia di fare l'impresa. Perchè se da un lato ha ragione lui a dire che non si può andare allo stadio di Venaria a giocare a viso aperto con la Juve perchè chi lo ha fatto (vedi Napoli e Roma per citarne un paio) è tornato a casa con tre pere nel sacco, dall'altro una classifica tranquilla come non mai ed uno stato di forma mentale molto buono avrebbero dovuto spingere il mister a lasciar giocare i suoi un pochino più a briglia sciolta.In fondo Juve-Toro non è Milan-Toro, Inter-Toro, Napoli-Toro o Roma-Toro, cioè trasferte dove o vai accorto o ne esci con le ossa rotta, ma è un derby! E' una partita che non si vince da quasi vent'anni e nella quale non si segna dall'inizio del nuovo Millennio... Fare zero a zero poteva sì interrompere una striscia negativa di parecchie sconfitte, ma non serviva né per il punto in classifica (che magari in anni di vacche magre sarebbe stato prezioso), né per il morale di squadra e tifosi. A pensar male si potrebbe dire che l'atteggiamento molto bloccato della squadra anche nella prima parte del secondo tempo quando si era già sotto di un gol da un bel po' servisse a limitare i danni e a permettere a qualcuno di andare in sala stampa per dire che in fondo non avevamo concesso quasi nulla alla Juve... Come se questo facesse la differenza! La Juve nei derby di quest'anno ha fatto complessivamente 6 tiri in porta e con i soliti aiutini arbitrali si è presa 6 punti: credete che gli interessi il fatto che il Toro non abbia sbracato e non sia stato umiliato o seppellito sotto valanghe di gol? E credete che per noi tifosi del Toro cambi qualcosa perdere 1-0 con la consolazione degli errori arbitrali?Noi siamo stufi di vedere le trombette dei Tevez di turno, i pugni sul petto dei Chiellini, le interviste ai Marchisio o ai Giovinco che esaltano la loro “torinesità” e si vantano di non aver mai perso un derby. Siamo stufi di vedere Buffon spettatore non pagante, mai, dico mai, neppure impegnato in una parata degna di questo nome. Possibile che tra tutte le squadre di serie A solo il Toro non abbia mai fatto un gol alla Juve in più di dieci anni? Esiste una statistica più umiliante di questa? Il che non vuol dire perdere 6-1 ogni volta giusto per dire “però abbiamo segnato”, ma vuol dire affrontare questa cavolo di partita con uno spirito diverso, con un approccio diverso: non si gioca un derby come si timbra il cartellino quotidianamente, perchè è una “giornata di lavoro” diversa! Bisogna avere il coraggio di dare il 110% per cento e ad un certo punto abbandonare i tatticismi e sopperire con la voglia e la volontà dove non si arriva col gioco e con la tecnica.So che non è facile a farsi e sono sicuro che chi ha giocato ha dato tutto come contro il Bologna e contro il Verona. Ma è proprio questo il punto: ci sono partite dove dare tutto non è sufficiente bisogna avere la forza di dare ancora di più, almeno quella volta. E quella volta è il derby. Loro sono forti, brutti, sporchi e cattivi. Ti mettono sotto, la lotta è impari e l'arbitro il più delle volte non ti tutela. E lì che bisogna reagire, stufarsi di prendere pugni e provare a darne, ma di quelli veri. Quelli che fanno male, che lasciano il segno, quelli che nascono dalla rabbia di chi si è stufato di subire e si ribella. Vada come vada. Perso per perso o botte per botte, tanto vale reagire, incavolarsi sul serio. Mettere la gamba, arrivare quel centesimo di secondo prima sulla palla, tirare con tutta la forza e la disperazione che si ha dentro. Prima o poi la palla entra. Nessuno è invincibile. Solo se lo pensi alla fine te ne convincerai ed avrai perso prima di giocare.Ecco, questo mi sarei aspettato. Sono soddisfatto del derby? Francamente no, al di là delle note positive che ognuno può vederci. Se fosse finita così Roma-Toro avrei detto di sì, ma il derby è un'altra partita. Da giocare in un altro modo, soprattutto nella testa dei giocatori. Per fortuna il prossimo anno avremo almeno altre due occasioni per riprovarci. E di questo sì che devo ringraziare mister Ventura che ci sta tenendo lì.