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Toro: aspettando tutti i tasselli, l’importante è vincere

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Lo Psicologo granata / Vincere al 93' fa godere ancora più di uno 0-4, e per ora va benissimo così
Riccardo Agnello

La partita di Benevento ha fatto capire che i meccanismi di questa squadra sono ancora in fase di rodaggio e che la forma non è ancora al 100%, soprattutto quella dei giocatori chiave. La difficoltà a creare pericoli contro una squadra non di prima fascia sottolinea chiaramente che bisognerà attendere ancora un po' per vedere le vere potenzialità del nostro Toro, che comunque viaggia a quota 7 punti in 3 partite per cui, dal punto di vista dei risultati, siamo ben lungi dal poterci lamentare. Sicuramente arriveranno test ben più provanti (il derby non è lontanissimo, tanto per dirne uno) ma sono certo che anche la condizione migliore arriverà presto. Qualcosa di buono si intravede, soprattutto i miglioramenti in fase difensiva: se non altro la squadra appare più solida ed equilibrata.

Quasi tutti i discorsi tecnici e tattici su Benevento-Torino sono già stati fatti ed io, essendo lo psicologo del Toro, non mi addentrerò in ulteriori disamine di questo tipo; mi limiterò, bensì, a riportare il pensiero di alcuni miei pazienti che ho potuto ascoltare in questi giorni. Parlando con numerosi amici granata è emerso un concetto chiaro: quanto fa godere vincere al 93'!

Già, perché una partita brutta in cui la tua squadra non crea molte occasioni e rimane imbrigliata, rischiando anche di soccombere, non può renderti felice, a meno che la suddetta partita non venga vinta a pochi secondi dal fischio finale. Allora tutto cambia: in quel caso più la partita è stata brutta più il gol nel recupero fa godere. Vedere il pallone insaccarsi alle spalle del portiere avversario dopo 93 minuti di agonia calcistica può risultare addirittura più foriero di gioia di uno 0-4 senza appello.

Questo è il pensiero condiviso da molti miei pazienti; ovviamente vincere 0-4 sarebbe stato meglio, ma visti i problemi che ha ora la squadra e vista la fatica che ancora fa lontano da casa, vien da dire che, se proprio dovevamo scegliere un modo di vincere, allora può starci eccome. Aspettando che il gruppo si amalgami e che tutti entrino in condizione godiamoci questa vittoria da infarto.

Alla prossima dal vostro Psicologo del Toro.

Laureato in Economia, gestisco un negozio di caffè che trasformo clandestinamente in uno studio in cui esercito la professione di psicologo dedicato ai miei compagni di tifo; 30 anni, da 24 abbonato in maratona ho imparato a comprendere il comportamento di ogni singolo fenotipo di tifoso del Toro e mi diverto ad analizzarlo. Al sesto anno sulle colonne di TN, ecco a voi lo Psicologo del Toro!

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