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columnist
Quella tra il Toro e Belotti sembra una di quelle favole che solo lo sport sa regalare e il calcio amplificare: un giocatore che di certo non ha nel puro talento la sua arma migliore, ma che fa della determinazione il suo cavallo di battaglia, arriva in una piazza come quella di Torino e raggiunge traguardi personali quasi insperati portando la sua squadra a rispolverare vecchi sogni di gloria da troppo tempo assopiti. Sembra l'inizio della classica favola la cui naturale conclusione è : “e vissero tutti felici e vincenti” . Ed in effetti potrebbe esserlo perché il presidente Cairo si è affrettato a muoversi per un (sacrosanto) rinnovo con (sacrosanto) adeguamento salariale al ragazzo. Insomma, tutto a posto se non fosse che , come in ogni favola, c'è un cattivo di turno che in questo caso ha il nome di calciomercato e si manifesta in questa vicenda sotto le innocue, ma infide, spoglie di una piccola grande postilla: la clausola.
Eh sì, perché al contratto di Belotti sarà aggiunta la famigerata clausola rescissoria che permetterebbe al giocatore di accettare la proposta di un club disposto a pagare la somma prestabilita. Si vocifera che essa sia sull'ordine dei novanta milioni di euro, una cifra monstre che apre un paio di scenari sul futuro più o meno lontano del Gallo. Da un lato fa dormire sonni tranquilli perché è oggettivamente fuori mercato per il valore attuale (e forse anche assoluto) del giocatore e pertanto sarà difficile che qualcuno possa arrivare a pagarla, dall'altro però non esclude a priori una cessione dell'attaccante bergamasco.
La realtà è che la clausola “alla Higuain” altro non può essere se non un tentativo della proprietà di “vestire a festa” il proprio gioiello, di nobilitare il proprio capitale e renderlo appetibile a coloro ( i top club mondiali) che sono abituati a “servirsi” in un certo tipo di botteghe che potremmo definire di lusso. Difficile immaginare, nella logica del calcio business, il Torino resistere ad offerte da capogiro e trattenere il giocatore. Forse la prossima stagione, con i Mondiali in coda, Belotti potrebbe essere tentato di restare per non pregiudicare la convocazione visto che ultimamente sta diventando una pedina fondamentale anche per la Nazionale. Ma oltre sembra davvero difficile ipotizzare una sua permanenza.
Senza scandalizzarci, né scatenare il solito dibattito pro o contro Cairo, l'idea della clausola è comunque un'arma in più per gli interessi del Torino Fc. Dovessimo privarci del Gallo, con una clausola rescissoria di una novantina di milioni, invece che un’asta al rialzo partendo dai 25-30 milioni, si dovrebbe ragionare sulla richiesta di uno sconto sulla clausola del 30%-40%, quindi partire da un'offerta di almeno il doppio (dai 50 milioni in su). Una bella differenza! Inoltre con tutti quei soldi sarebbe più semplice provare a trovare un sostituto di un certo livello, rispettando il famoso refrain per cui “ non è importante chi parte, ma lo è chi arriva al suo posto”.
Come continuerà la favola Belotti-Toro? L'ideale sarebbe con una qualificazione europea e una crescita a braccetto di entrambi a livello esponenziale. Pensare, però, che il ragazzo dalle oneste origini bergamasche possa fare in futuro una scelta di cuore è come sperare di sbancare una slot machine giocando solo una monetina: possibile, ma molto poco probabile. E non per volontà di Andrea che nelle corde avrebbe anche lo spirito per lottare per qualcosa di grande in una piazza che grande non lo è secondo gli addetti ai lavori. Di mezzo, senza essere Nostradamus, si metteranno tanti tanti soldi (per lui e per il Toro) e tanti tanti interessi di parte (procuratori, intermediari e relativo sottobosco pallonaro) che renderanno impossibile qualsiasi atto d'amore e di coraggio. Allora godiamocelo questo Belotti e godiamo dei risultati che ci aiuterà a raggiungere. Perché finché il Gallo canta la favola continua e le mattinate saranno sempre piacevoli per noi granata!
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