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Toro, calma e gesso non sei retrocesso

Renato Tubere
Primo Maggio 2013. Festa del Lavoro? Non solo! Al Toro infatti questa data verrà ricordata a lungo per una bellissima notizia. 

Primo Maggio 2013. Festa del Lavoro? Non solo! Al Toro infatti questa data verrà ricordata a lungo per una bellissima notizia.

 

RINASCE IL VIVAIO - "Non dal 1 luglio ma da oggi inizia la nuova stagione del vivaio granata!": Massimo Bava, responsabile del settore giovanile, mantiene eccome le promesse fatte il giorno del suo insediamento. Con le conferme nello staff tecnico dei bravissimi Moreno Longo, Christian Fioratti, Roberto Fogli, Luca Mezzano e Andrea Menghini la rinascita del vivaio, dopo anni di promesse spesso disattese, è una piacevole realtà. Basta osservare quanti ragazzi interessanti, protagonisti di una stagione a dir poco esaltante, siano pronti a giocare, in prestito o in comproprietà, nelle categorie inferiori: se non addirittura a esordire in prima squadra! Girano sempre meno soldi nel calcio professionistico italiano: più giovani si affermeranno coi colori granata, meno denaro la dirigenza di Via Arcivescovado destinerà a talent scout, osservatori stranieri, procuratori veri o sedicenti tali. I bravi calciatori si possno, anzi si devono fare in casa: questo è il messaggio che l'orgoglioso pianificatore Bava vuol dare ai piani alti. Ma sarà considerato con la dovuta attenzione in Via Arcivescovado? Sperèm!

 

RISCHIOOOHHH! - Mike Bongiorno fu un grande "animale" (in senso buono!) televisivo. Qualche decennio fa al Rischiatutto, celebre quiz che inchiodava davanti ai teleschermi milioni d'italiani, se uno dei concorrenti beccava questa opzione, la vita quasi si fermava nei bar, nelle case. Rischiooohhh! Domenica, quando all'86° del derby un tiro imparabile si è insaccato alle spalle dell'incolpevole Gillet, Ventura deve aver visto un fantasma inquietante posarsi vicino alla sua panchina. Rischiooohhh! Il suo Toro, come i dieci piccoli indiani di Agata Christie, stava perdendo un pezzo alla volta. Dapprima era uscito Meggiorini, esausto e già ammonito. Poco dopo è stato Santana ad essere giustamente sostituito per aver finito la benzina. Quindi è toccato a D'Ambrosio alzare bandiera bianca per un risentimento muscolare. Di Glik, ammonito e poi espulso per doppia ammonizione, meglio non parlare. Certo, cresce la rabbia nei granata per quella trattenuta vistosa di Bonucci su Jonathas non vista da arbitro, segnalinee e giudice di porta. Ma cresce altrettanto la perplessità per come questo Toro ha interpretato la sfida alla capolista. Un super-Gazzi con l'ausilio di un discreto Basha non poteva bastare a contrastare il centrocampo a cinque - e sottolineo, a cinque! - di avversari abituati a giocare a memoria e a cambiare ritmo e trame di gioco in ogni momento dell'incontro. Caro mister, ma davvero sperava di giocarsela a viso aperto dal primo all'ultimo minuto una sfida così impari sul piano del possesso palla, della tecnica individuale - Pogba pareva un marziano quando il pallone passava dalle sue parti! - e, soprattutto, della ferocia agonistica?

 

LE PETIT MINEUR - Correva ingobbito e rischiava di passare inosservato quando giocavano gli altri. Ma quando la sfera la trattava lui ... Raymond Kopaszewski era il suo vero cognome. Divenne Kopa per tutti, in primis i sostenitori del glorioso club francese dello Stade Reims. Qui dal 1951 al 1967, a parte un triennio nel Real Madrid dove giocò con Di Stefano, Puskas e Gento, questo piccolo minatore costretto a reinventarsi elettricista per aver perso in un'esplosione il dito indice della mano sinistra conobbe i fasti del grande calcio. Da "petit mineur" a Napoleone del football: 169 centimentri e un dribbling efficacissimo, pallone incollato al piede e visione di gioco da grande regista di centrocampo, Kopa vinse nella sua carriera di tutto e di più: campionati, Coppe dei Campioni, un Pallone d'Oro nel 1958. Era quello l'anno dei mondiali in Svezia dove la sua Francia, la patria del rugby dove il calcio era considerato uno sport minore, arrivò addirittura in semifinale. Qui s'inchinò alla classe insuperabile del Brasile di Didì, Vavà e Pelè. Oggi Raymond Kopa a 82 anni suonati è il primo tifoso del suo caro Stade Reims, nobile decaduta del calcio francese. "Quando l'arbitro fischia e loro cominciano a correre dietro la palla io ringiovanisco di colpo!": come darti torto, caro "petit mineur"?

 

Renato Tubère