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Toro, Cerci è un talento

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Mai abbattersi. Il calcio-mercato ha le sue regole che, in tempo di crisi economica devastante e generalizzata come questi, vanno osservate da tutti. Da troppo tempo però sussurri, mugugni, persino qualche parolaccia inopportuna si stavano...
Renato Tubere

Mai abbattersi. Il calcio-mercato ha le sue regole che, in tempo di crisi economica devastante e generalizzata come questi, vanno osservate da tutti. Da troppo tempo però sussurri, mugugni, persino qualche parolaccia inopportuna si stavano abbattendo implacabili su via Arcivescovado.  CERCI IL NUOVO LENTINI? - "Ma che stanno facendo Cairo e Petrachi per costruire la nuova rosa?": questa la domanda che correva sulle labbra di molti. E' arrivato puntuale il 20 giugno, giorno in cui si decidevano le comproprietà: le nuvole che sembravano incombere minacciose all'orizzonte si sono improvvisamente diradate. Il presidente, accorso ieri a trattare di persona l'affare che evidentemente più gli stava a cuore, ha giocato le sue carte a modo suo: risparmioso, ma quanto basta! Ha infatti sganciato 4 milioni e 250mila euro alla Fiorentina per riscattare interamente il nazionale Alessio Cerci. La restituzione del misterioso pacco dono, mai scartato dai granata, di nome Bakic quasi non fa testo! Quasi un milione meno del preventivato per consegnare a Giampiero Ventura il campione che, con pazienza certosina, l'allenatore genovese e il suo staff hanno ricostruito nella scorsa annata quando ormai sembrava perso per il grande calcio. Un esterno offensivo mancino che ama giocare sulla fascia destra, il buon Alessio, che ha qualche pausa ma che inventa pure delle giocate geniali che spaccano in due le partite. A Maurizio Pistocchi, noto opinionista dotato di una fantasia inenarrabile quanto involontariamente comica, ricorda Arjen Robben del Bayern? A me invece ricorda il Gigi Lentini dei tempi d'oro: uno che giocò troppo poco in granata per via delle grosse difficoltà economiche piovute da un giorno all'altro sulla testa del suo presidente di allora Borsano. Ripartirà da Cerci il nuovo Toro: e se fra dodici mesi arrivasse l'offerta irrinunciabile di qualche grande club? Lo scopriremo solo vivendo ...   FINISCE IL PRECARIATO - Darmian, Glik e Rodriguez: tre difensori che hanno ben impressionato lo scorso campionato diventano anche loro patrimonio del club. Considerando l'ormai prossima partenza di Ogbonna e di D'Ambrosio - arriveranno nelle casse del Toro dagli 11 ai 12 milioni per queste due operazioni in uscita - la conferma di questi tre è, come si dice, grasso che cola. C'è infine il gradito riscatto per 350mila euro di Basha dall'Atalanta. Comprimario per molti, l'albanese è giocatore prezioso per la sua totale dedizione alla causa granata. Quattro giocatori che sembravano in bilico. Quattro ottimi professionisti che han fatto fino in fondo il loro dovere contribuendo alla salvezza della loro squadra. Quattro conferme meritate. Che stia finendo davvero il precariato in casa granata?  IL GIGANTE BUONO DI GENOVA - Una gamba più corta dell'altra di ben due centimetri, un ginocchio praticamente a pezzi. Amava le capriole quando giocava: ora non più perché il fisico ahimè non glielo permette! Odia con tutte le sue forze il freddo intenso. Al punto che, terminata la sua carriera professionistica, ha abbandonato la sua patria per scegliere il mare accogliente di Varazze e farne la sua residenza abituale. Dal 1990 al 1996 la Genova rossoblù impazziva letteralmente per un gigantesco centravanti proveniente dallo Sparta Praga. In quei sei anni Tomas Skuhravy, sotto la guida attenta di un grande allenatore dei tempi moderni come Osvaldo Bagnoli, ha realizzato ben 58 reti in 163 partite. Mai gol banali, quelli del gigante che in rossoblù fece abitualmente coppia con una vecchia conoscenza del popolo della Maratona come l'uruguagio Pato Aguilera. Gol a volte leggendari, come quello segnato alla Juve nell'ultima giornata del campionato 1990/91: gol decisivo perché permise al suo Genoa di qualificarsi per la Coppa Uefa. Seminava il panico fra le difese il gigante ceco. Reti in acrobazia, le sue, conquistandosi centimetri se non addirittura millimetri e facendo a sportellate con difensori spesso in difficoltà. Segnato il gol, alé: subito una capriola, tanto per far capire a pubblico e avversari che di birra in corpo ne aveva ancora, il caro Tomas! Potente e leggiadro in campo, mai una polemica o un gesto scortese con chicchessia fuori dal rettangolo di gioco. Oggi a Varazze lo si può incontrare con indosso spesso il "chiodo" stile Fonzie di Happy Days. Che personaggio il gigante buono di Marassi! Skuhravy resistette impavido alla corte serrata dei grandi club italiani ed esteri. "Se solo avessi ceduto alle loro offerte faraoniche, i tifosi della Nord mi avrebbero fucilato!", ha ricordato di recente Aldo Spinelli, presidente del Genoa in quel periodo. Buona fortuna Tomas: centravanti ceco naturalizzato ligure, in omaggio a uno stadio e soprattutto a una curva per cui si è ribaltato di capriole a suon di gol. E che gol!   Renato Tubère  

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