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Toro, col Parma bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto?

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Il Granata della Porta Accanto/ Fondamentali i tre punti, ma la prestazione ha diviso i tifosi tra ottimisti e pessimisti
Alessandro Costantino
Alessandro Costantino Columnist 

Notte di Halloween, notte di paura. Quella di stasera sicuramente, quella di mercoledì ha rischiato di esserlo, specialmente nel secondo tempo. Un Parma decimato e sfiduciato ha prima recitato la parte della vittima sacrificale, poi, complice un Torino che, eufemisticamente potremmo definire poco cinico, ha evocato fantasmi di beffe fin troppo abituali nella storia della società granata. Per fortuna Gillet, il palo e il tabellone hanno regalato un doppio lieto fine coronato dai tre punti e dall'ulteriore soddisfazione per la rete di Antonini in quel di Genova...Vincere è il più potente dei balsami ed è altrettanto vero che non contano i pali, le traverse, i rigori fischiati, quelli negati, i gol annullati, i fuorigioco inesistenti, i salvataggi sulla linea, i cambi azzeccati e quelli no: ciò che conta è solo il risultato. La vittoria contro il Parma è stata pesantissima perchè permette agli uomini di Ventura di respirare in campionato e di prepararsi psicologicamente al meglio per la sfida contro l'Atalanta. Tutti sono usciti soddisfatti dall'Olimpico, ma molti tifosi lo hanno fatto con un retrogusto di amaro in bocca. La prestazione della squadra è stata quasi simmetrica: buon primo tempo, autoritario ed in totale controllo, brutto secondo tempo, caratterizzato da un calo vistosissimo e dall'incapacità di capitalizzare due o tre contropiedi da manuale. Nella prima frazione il Toro ha dimostrato di poter dominare il Parma costringendolo per quasi tutti i primi quarantacinque minuti a subire la propria iniziativa. Nella ripresa, invece, la squadra si è un pò sfilacciata, ha quasi dato l'impressione di aver finito la benzina e di aver tirato i remi in barca, aspettando il fischio finale. Sul fattore fisico di sicuro può aver pesato l'impegno di Europa League, però è anche vero che siamo solo ad ottobre e ciò non dovrebbe incidere così tanto altrimenti mi viene da pensare con terrore a cosa potrebbe succedere da marzo in poi... Un calo fisico negli ultimi 10-15 minuti può starci, ma regalare quasi mezz'ora ad una squadra allo sbando come il Parma qualche preoccupazione può in effetti destarla specialmente se rapportata ad altre squadre più in palla che andremo ad affrontare più avanti.Insomma, è stata la classica partita il cui giudizio è molto personale e tra l'altro dipende molto dall'attitudine di ciascuno a vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. I segnali sono stati contrastanti perciò ognuno vi avrà scorto elementi positivi se fa parte della categoria "ottimisti", negativi se rappresentate della schiera dei "pessimisti". Personalmente mi ritengo un ottimista, ma mercoledì sono uscito dalla curva Maratona con una certa rabbia per gli errori tecnici fatti dai nostri giocatori (e dall'ultimo cambio troppo tardivo ordinato da Ventura). In serie A quando hai la possibilità di fare un contropiede 4 contro 2 non puoi permetterti di sbagliarlo: puoi sbagliare un cross, mancare un aggancio, fallire uno stop, ma un contropiede che simula una situazione da scuola calcio deve essere finalizzato al meglio senza neanche pensarci, quasi fosse un gesto meccanico. Come quando nel basket chiudi una ripartenza con una schiacciata in faccia al difensore. E poi tolto il cambio necessario per l'infortunio di Glik e quello altrettanto necessario per un El Kaddouri in versione Halloween travestito da fantasma, il terzo cambio fatto al 92' secondo me è stato tardivo e mal gestito. Nell'ultimo quarto d'ora si sentiva il bisogno di forze fresche per arginare a centrocampo i disperati assalti dei parmigiani, ma Ventura inspiegabilmente ha aspettato a far entrare Perez solo nel recupero. Io avrei addirittura osato Martinez per Amauri per sfruttare la velocità del venezuelano nelle ripartenze, ma comunque se avessi optato per Perez l'avrei buttato nella mischia molto prima. Non si possono spremere i centrocampisti fino all'ultima goccia di sudore e sistematicamente arretrare il baricentro della squadra di venti-trenta metri: stavolta è andata bene, in futuro non sempre potremmo essere così bravi e fortunati da portare a casa l'intera posta. Poi, come dico sempre, meno male che in panchina c'è Ventura e non ci sono io, perchè i risultati gli danno spesso ragione!In definitiva, mentre la difesa in qualche modo regge abbastanza bene e il centrocampo non si risparmia per spirito di abnegazione e disciplina tattica, mi pare che in questo momento stia mancando l'apporto di quei due o tre uomini che dovrebbero elevare la qualità della squadra. El Kaddouri è tornato quello impalpabile dell'inizio dell'anno scorso e sembra faticare nell'imporsi come giocatore che dovrebbe fare la differenza mentre Sanchez Mino è ancora alla ricerca della svolta nella propria avventura nel calcio italiano. Con gli uno a zero e gli zero a zero ci si salva sicuramente e magari si va avanti in Europa League. Ma se si vuole ritornare nella zona sinistra della classifica, come da obbiettivo dichiarato già dall'anno passato, questa squadra ha bisogno di avere dai propri uomini maggiore qualità nelle giocate. Oppure di avere a gennaio qualche innesto di qualità tra attacco e centrocampo. Che Halloween, la notte della paura, sia ad ottobre è un bene: in primavera meglio festeggiare altro...

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