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Toro, come verrebbe accolta una figura come Galliani?

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Il Granata della Porta Accanto/ L’ultimo Torino vincente era una creatura di Moggi, un dirigente sportivo dalla carriera non immacolata. E se lo stesso si dovesse mai ripetere in futuro con l’ad del Milan?
Alessandro Costantino
Alessandro Costantino Columnist 

Inutile nasconderci dietro ad un dito, ma molti di noi tendono a non ricordare che il Torino di Borsano (e a ruota quello che conquistò la coppa Italia sotto l’interregno Goveani) fosse in realtà una creatura costruita e plasmata dalle mani spesso non troppo pulite di Luciano Moggi. Che la vicenda delle escort agli arbitri (ma di peggio ci fu la compravendita di “finti” giocator per giustificare fondi neri) prima delle partite della Uefa ‘91/’92 non sia una pagina d’onore nella storia granata è forse la ragione per cui la memoria selettiva di noi tifosi ha, negli anni, spostato la retorica e l’epopea di quelle annate sulla sedia di Mondonico ad Amsterdam piuttosto che sulla forza “politica” del team dirigenziale di cui godeva allora il presidente Borsano. Di sicuro certe cose fatte in passato non rientrano nella tradizionale difesa di certi valori sportivi di cui i tifosi del Toro sono sempre stati orgogliosi e che da sempre contraddistinguono il dna di club e tifosi.

Alla luce di tutto ciò, quindi, mi chiedo come reagiremmo noi, duri e puri, se le voci di un possibile clamoroso avvento di Adriano Galliani nei quadri dirigenziali granata si dovessero trasformare in realtà in un prossimo futuro. Sarebbe un bel dilemma per la coscienza di tanti di noi: accettare un dirigente che ha contribuito alle fortune e alle vittorie del Milan di Berlusconi o rifiutarlo a priori perché simbolo di quel “sistema” da noi sempre avversato e contestato come il male del calcio italiano?

Confesso che appena sentito accostare il nome di Galliani al Toro (c’è da sottolinearlo, per ora si tratta di una semplice suggestione giornalistica) ho subito pensato a Luciano Moggi e al suo doppio passato in granata perché in realtà aveva già lavorato al Toro prima della chiamata di Borsano. Abbiamo già avuto a che fare con personaggi che hanno avuto una grande influenza nel calcio italiano (potrei citare anche Nizzola prima amministratore delegato del Torino e poi addirittura presidente di Lega Calcio e FIGC), ed in effetti a memoria mia l’ultimo Torino vincente è stato proprio quello di Lucky Luciano. Chiaro che nel calcio, come in tanti altri ambiti, il successo si costruisce anche attraverso altri canali non proprio ufficiali, ma ora che, piacendo o non piacendo, il Torino di Cairo inizia ad avere una sua “dignità” nei tavoli che contano, un ipotetico arrivo di Galliani sarebbe un bene o un male?

Difficile darne una lettura univoca. Se davvero Cairo si dovesse mai affidare al (molto prossimo ex) amministratore delegato rossonero, io la interpreterei come la chiara e nemmeno troppo velata volontà di voler provare a vincere qualcosa sul serio. E se da un lato ciò non potrebbe che inorgoglirmi, dall’altro, forse, mi metterebbe un po’ di tristezza constatare che per stare lassù sia inevitabile fare qualche patto col Diavolo…

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