È una vittoria sporchissima quella del Torino sul Monza, una vittoria che però permette di tenere accesa la fiammella della speranza di lottare per un posto in Europa. Due squadre sostanzialmente simili, con due allenatori sostanzialmente figli della stessa filosofia di gioco, si sono affrontati in uno scontro diretto che pesa doppio a ormai meno di un quarto dalla fine del campionato. Ha vinto il Toro come non era accaduto lo scorso campionato quando questa stessa sfida era stata altrettanto importante e i granata erano stati bloccati sul pari e defraudati di un rigore apparso ai più solare tranne che all'arbitro e agli addetti al Var. Ma si sa com'è il calcio, a volte dà, a volte toglie.
IL GRANATA DELLA PORTA CCANTO
Toro, con le unghie e con i denti
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Oggi ha dato e il penalty di Sanabria ha regalato tre punti al Toro fondamentali per restare nel gruppo di chi lotterà fino alla fine per un sogno europeo. Era ora di vedere una vittoria così, perché è impossibile dominare sempre gli avversari e vincere largamente e strameritatamente le partite. Per raggiungere gli obbiettivi ci sono tappe fondamentali in cui con le unghie e con i denti resti attaccato al treno che ti porta dove vuoi arrivare: e al Toro mancavano, finora, maledettamente questo tipo di vittorie! Quelle non entusiasmanti per gioco e occasioni, ma preziosissime per punti ed efficacia. Fare i puristi è da autolesionisti in situazioni come queste. Quando i punti contano, conta portare a casa i risultati, conta la determinazione. Quella stessa determinazione che spesso, in passato, i nostri avversari hanno avuto più di noi e ci ha condannato a essere dalla parte dei perdenti e di coloro che avevano solo recriminazioni.
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“Non c'è sconfitta nel cuore di chi lotta” è una delle mie frasi preferite e si adatta perfettamente ai valori granata, ma non c'è sconfitta nemmeno nel cuore di chi è determinato a portare a casa un certo risultato, e anche questo, spesso e soprattutto a fine campionato, è un'altra grande verità. Se il Toro di Juric si mette in testa di essere anche concreto, allora da qui a fine stagione nulla ci sarà precluso e l'autorizzazione a sognare sarà finalmente timbrata e vidimata definitivamente. Con le unghie e con i denti possiamo fare qualcosa di importante e non crederci sarebbe da folli. Restiamo compatti e vediamo cosa succede da qui a fine campionato. Sdoganiamo il verbo sognare proprio il giorno in cui siamo stati più concreti che belli, più efficaci che tremendi. Quanto è strano il calcio e quanto è bello tifare Toro!
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