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columnist
È ormai finito il campionato anche per la Primavera del Toro. I ragazzi hanno dato tutto per questa bellissima stagione da Toro, in alcuni casi, anche un po’ sfortunata. Crescere nelle giovanili granata è un onore e un onere, quella del Toro è una maglia pesante da indossare, con una storia pazzesca e quando sei ragazzo è difficile avere la forza di comprendere tutto questo. Ma quella maglia ha qualcosa di magico che conquista molti giovani cresciuti in casa granata. Tanti di loro hanno capito che sotto quella maglia batte uno stesso cuore che unisce la squadra ai propri tifosi.
Ora è tempo di calciomercato anche per loro: chi potrà avverare il sogno di giocare in prima squadra, chi sarà mandato in prestito in una squadra di serie B o Lega Pro per “farsi le ossa” , chi militerà ancora per un anno nel Torino Primavera. Tempo di saluti e ringraziamenti, dunque, e quale miglior mezzo utilizzare se non i nostri cari social network? Ebbene sì, nel mio consueto giro quotidiano tra Facebook e Twitter mi è capitato di leggere diversi pensieri lasciati dai nostri giovani campioni.
Ciò che ho piacevolmente riscontrato è un grande attaccamento al gruppo che si è formato in questo anno, tanto che Davide Cinaglia conclude con: “è stato un onore giocare con voi… ciao fratelli!”. Addirittura fratelli. Affermazione che sa di calcio d’altri tempi, calcio genuino in cui è ancora concesso sentirsi parte di una famiglia all’interno della propria squadra. Il capitano Emanuele Gatto, che probabilmente vedremo allenarsi in ritiro con la prima squadra e chissà, esordire in serie A nel prossimo campionato, ha voluto ringraziare tutti quelli che hanno condiviso con lui questo anno fantastico, fatto di vittorie e sconfitte. Ma due pensieri in particolare mi hanno colpito, perché smentiscono le voci secondo cui i ragazzi non hanno più valori, non apprezzano più la loro storia. Sono i pensieri di Astone e Fumana, il primo afferma: “Qualunque sia il mio futuro posso dire di essere fiero di aver vestito la maglia di una squadra dell'importanza del Toro, posso dire di aver vissuto una fantastica annata con dei compagni speciali e di essere cresciuto dentro e fuori dal campo. Grazie di tutto Torino”. Il secondo, cresciuto nelle giovanili del Toro: “Dopo 10 anni di Toro probabilmente la mia avventura finisce qui... Farà strano il prossimo anno indossare un' altra maglia... Ringrazio tutti i compagni coi quali ho condiviso gioie, dolori ,vittorie, sconfitte spero sia un arrivederci e non un addio. Forza Toro”.
Tutto ciò è commovente e carico di speranza, alla faccia di chi dice che il Toro non c’è più, che non si sente più lo spirito granata. Non è vero. Il cuore Toro c’è, cresce nelle giovanili, entra per sempre nell’anima di questi ragazzi che, come loro stessi affermano, grazie al Toro sono cambiati dentro e fuori dal campo. È vero che dalla Primavera, affermarsi poi in prima squadra, la faccenda è ancora difficile, ma credo che si possa sperare nella rinascita di un grande Toro, proprio da parte di coloro che il Toro, nei suoi tempi d’oro, non lo hanno mai visto, ma comunque continuano a crederci.
Roberta Picco
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