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Toro: dal Genoa al Milan, il crocevia della stagione

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Occhi Sgranata / "Solo che si sa che il Toro non è una squadra normale sotto molto punti di vista e dunque nella settimana che porta alla sfida decisiva contro il Milan è deflagrata all’improvviso la questione Petrachi "
Vincenzo Chiarizia

A Genova, forse con la peggior prestazione della stagione, i granata hanno raccolto i tre punti più pesanti del campionato sino ad ora. E’ chiaro però che quelli in palio domenica sera al Grande Torino nella sfida contro i rossoneri saranno ancora più importanti. Solo che si sa che il Toro non è una squadra normale sotto molto punti di vista e dunque nella settimana che porta alla sfida decisiva contro il Milan è deflagrata all’improvviso la questione Petrachi con il botta e risposta tra Cairo e il direttore sportivo. Se le loro frasi fossero state pronunciate privatamente, non avrei avuto dubbio alcuno e avrei dato ragione al ds, semplicemente perché protetti tra quattro mura, avrebbe avuto tutte le ragioni nel manifestare al presidente la percezione del senso di ingratitudine e mancanza di fiducia. Ma visto che il tutto è avvenuto pubblicamente a mezzo stampa, penso che l’ormai quasi certo ex direttore sportivo granata abbia sbagliato a rispondere al presidente in maniera così diretta e risentita per due ragioni.

In primo luogo è che, come da più parti è stato rilevato, in quelle righe è implicitamente scritto che la corte della Roma è concreta. Inoltre sin dal primo giorno in cui sono usciti i primi spifferi, Gianluca Petrachi non ha mai smentito o tentato di smorzare le voci. Anzi, la sua risposta rende di fatto ufficioso il suo addio.

In secondo luogo il ds, rispondendo in questo modo, ha allargato una frattura tra le parti, evidentemente già esistente e ormai difficilmente riparabile. Petrachi con queste parole non ha minimamente tenuto conto delle ripercussioni che tali affermazioni potrebbero avere sulla squadra nel periodo cruciale della stagione. Si rischia di creare degli alibi alla squadra che potrebbero vanificare il buon cammino fatto fino ad oggi. Sì perché ricordiamo che il Toro a cinque giornate dal termine si trova a -4 dai 57 punti (miglior traguardo dell'era Cairo) che nella stagione 2013/2014 consentirono ai granata di qualificarsi in Europa League a discapito del Parma.

Per quanto riguarda il presidente Cairo, stupisce il suo modo di esternare pubblicamente. L'avevo già evidenziato la settimana scorsa quando, pure se a ragione, il presidente aveva inveito parole esagerate e fuori luogo contro Cruciani. Nella questione Petrachi, è stato il presidente a lanciare prima il sasso. E' vero che non è stato né un comunicato né una dichiarazione spontanea, ma il presidente sottolineando l'ipotetico conflitto di interessi del dirigente granata e la gravità della cosa qualora le voci fossero vere, ha in un certo senso esposto i propri panni sporchi, cosa che il Cairo che tutti conosciamo non avrebbe mai fatto. Sembra come se il presidente stesse cercando di farsi vedere. Un’altra lettura è quella secondo cui abbia già individuato e contattato il sostituto - alcune fonti parlano di Walter Sabatini - e stia cercando una posizione di forza per un'ipotetica risoluzione anticipata del contratto con Gianluca Petrachi.

Certo è che comunque una lite in seno alla società proprio non ci voleva. Speriamo che Mazzarri che riesca a tenere la barra dritta e a far stare sul pezzo tutta la rosa.

Passando alla Coppa Italia, possiamo trarre due indicazioni. La prima è che il Milan, se affrontato con la giusta cattiveria, è ampiamente battibile. E’ probabile il rientro di Paquetà che darà maggiore qualità alla manovra rossonera, ma resta pur sempre una squadra, quella rossonera, piena di problemi. Se viene rifornito a dovere, Piątek è davvero temibile, ma la difesa granata è la terza del campionato ed ha le carte in regola per poter fermare il pistolero. Dunque mi sento di dire che il Milan è una formazione alla nostra portata. L’Atalanta invece è la squadra alla quale il Toro deve ispirarsi. Una società che è la quattordicesima per quanto riguarda i monte ingaggi è in lotta per la Champions ed è in finale di Coppa Italia. Questo deve far riflettere su cosa significa lavorare bene in una società ben strutturata come quella atalantina. I nerazzurri sono una società sana, con giocatori tecnici, un settore giovanile eccellente e soprattutto è una squadra che ambisce a traguardi impensabili. E’ un piacere vedere il gioco di mister Gasperini e purtroppo non si può dire la stessa cosa per la manovra di mister Mazzarri. Questo raffronto deve servire da sprone per il presidente Cairo per migliorare il Torino. Ad esempio visto che ormai Petrachi è destinato verso altri lidi, conviene trarre ispirazione proprio dalla struttura bergamasca. Infatti nelle mani del ds salentino oggi c’è l’intera area tecnica del Toro, invece nell’Atalanta il Responsabile dell’area tecnica è Giovanni Sartori, già artefice del Chievo dei miracoli, mentre il direttore sportivo è Gabriele Zamagna.

Infine un commento sulla designazione arbitrale. Il direttore di gara di domenica sarà Guida, lo stesso che nel derby dell'andata non consultò il VAR per la spinta di Belotti in area di rigore e per la plateale trattenuta di Alex Sandro su Zaza. L'auspicio è che questa volta, memore degli errori fatti in occasione della stracittadina torinese, utilizzi la VAR anche per verificare possibili episodi a favore dei granata. Alla VAR è stato designato Rocchi e speriamo che anche lui intervenga a segnalare eventuali anomalie sia per l'una che per l'altra squadra.

Vincenzo Chiarizia, giornalista di fede granata, collabora con diverse testate abruzzesi che trattano il calcio dilettantistico, per le quali scrive e svolge telecronache. Quinto di sei figli maschi (quasi tutti granata), lavora e vive a L’Aquila con una compagna per metà granata.

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