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Toro, dalle comproprietà un bel segnale

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Lo avevamo detto con largo anticipo che una prima valutazione sommaria del mercato del Toro e, soprattutto, delle intenzioni e delle ambizioni della società sarebbe arrivata al termine della fase dedicata alle comproprietà ed ai...
Alessandro Costantino
Alessandro Costantino Columnist 

Lo avevamo detto con largo anticipo che una prima valutazione sommaria del mercato del Toro e, soprattutto, delle intenzioni e delle ambizioni della società sarebbe arrivata al termine della fase dedicata alle comproprietà ed ai riscatti. Ebbene, ora che tutto è stato chiarito e definito, lo si può dire serenamente: il Toro ha superato brillantemente questa fase di mercato ed ha lanciato segnali importanti in merito alla voglia di costruire una squadra solida e competitiva anche per la stagione a venire. Senza usare toni trionfalistici, tutto sommato fuori luogo, siamo certi che Cairo avrà stupito non pochi tifosi riuscendo, grazie anche all'incessante lavoro di cesello dell'instancabile Petrachi, a confermare tutti quei giocatori che in un certo senso rappresentavano l'ossatura della squadra che l'anno scorso ha raggiunto la salvezza in serie A. Darmian, Glik, Cerci, Basha, Rodriguez, Barreto sono stati confermati nelle ultime ventiquattr'ore di questa strana fase del calciomercato che obbliga le squadre a mettere chiarezza sulla situazione dei calciatori compartecipati (anomalia del tutto italiana sulla quale francamente ci sarebbe molto da dire e non in positivo...). Sicuramente queste notizie non possono che far inorgoglire i tifosi e contribuiscono a spargere ottimismo in dosi massicce sulle prospettive della campagna acquisti granata.  Sebbene non ci sia ancora piena chiarezza sulle cifre, Cairo stavolta si è esposto economicamente in maniera decisa per far diventare la "stella" Cerci un giocatore interamente di proprietà del Toro, e non pochi sono stati i denari spesi anche per risolvere a proprio favore le altre situazioni. E poco importa se gli incontrollati rumors dell'Ata Hotel danno il Napoli già pronto a fare un'offerta irrinunciabile per accaparrarsi a stretto giro di posta il talento di Valmontone. Il Cerci azzurro Italia è un giocatore granata a tutti gli effetti: che diventi una sontuosa plusvalenza o un perno fondamentale dell'undici di Ventura - meglio questa seconda ipotesi- l'esterno non potrà che portare benefici al Torino Fc. Ma al di là di Cerci, hanno uno spessore tecnico ancora più rilevante le conferme dei futuri titolari di tre quarti della difesa, Glik, Rodriguez e Darmian. Il polacco a mio parere si candida seriamente a diventare il prossimo capitano del Toro e non dubito che se davvero gli verrà affidata la fascia, nella tifoseria crescerà la fiducia per una scelta che avrebbe alla sua base molto dello spirito granata che si va cercando col lanternino nel Torino Fc . El Pelado e Darmian, saranno chiamati a confermarsi il primo e a continuare nella crescita tecnico-tattica il secondo, e garantiranno un apporto di sostanza alla retroguardia sul solco delle prestazioni dell'anno passato dove per lunghi tratti la difesa risultò essere solida e compatta nonchè una delle migliori per media-gol subiti.  Certo non è tutto oro quel che luccica. In fondo l'aver trattenuto questi importanti giocatori non è in sè un motivo di crescita ma la semplice riconferma dello status quo della passata stagione. Se da un lato finalmente si intravede una sorta di continuità tecnica con uno zoccolo duro di "titolari" sul quale provare ad innestare forze nuove, dall'altro è indubbio che non si può dormire sugli allori perché il vero lavoro di mercato è ancora da fare in gran parte. Se l'obbiettivo reale è, infatti, spostarsi nella colonna di sinistra della classifica, non basterà la classe di Cerci o la concretezza dei centrali di difesa, ma servirà comprare almeno altri due o tre giocatori di livello alto: una punta (Immobile, ma basterà?), un terzino sinistro, un esterno che giochi sulla fascia opposta a quella di Cerci ed un centrocampista dai piedi buoni (anche se confido molto nel fatto che Farnerud sarà una piacevole sorpresa). Cairo ha fatto molto e speso abbastanza, ma, nel suo stesso interesse, dovrà essere bravo ora ad azzeccare quegli acquisti che sappiano trasformare il Toro da (ex) neopromossa in squadra altamente competitiva. Impresa non semplice vista la scarsa liquidità di risorse in entrata ed in uscita (basti pensare a quanto poco cash genererà la cessione di Ogbonna)  ma di fondamentale importanza per il futuro e la serenità di squadra, società e tifoseria.  Molto dipenderà dai soldi, come sempre, ma non solo quelli saranno decisivi: ci vorrà anche coraggio, fantasia e tanta fortuna nel puntare su quei calciatori che potranno diventare delle vere e proprie rivelazioni a prescindere dalla loro età anagrafica. Il meglio deve ancora venire, dicono gli americani, e a questo detto ci appelliamo anche noi, perchè il mercato del Toro prenda la giusta strada, il che non significa che sarà quella più corta, nè quella più facile. L'aspettativa dei tifosi resta piuttosto alta: aver superato l'ostacolo comproprietà garantisce una tregua a Cairo, ma il presidente dovrà ricordarsi che non ha molte carte o linee di credito da giocarsi con un tifo che difficilmente si toglierà di dosso una certa diffidenza finchè non vedrà passi concreti in direzione di un progetto "serio e granata". Chi ben comincia è a metà dell'opera: se poi questa venisse completata, magari concederemmo a Cairo di rispolverare il suo vecchio slogan "e ora divertiamoci"...    Alessandro Costantino Twitter: AleCostantino74  (Foto Dreosti)

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