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Toro, e adesso dove sono i detrattori?

Mario Giordano
Lavata di Capo / Fuori la voce chi sognava Ciuccariello, gli arabi o gli americani. A qualcuno dovremo pur dire grazie, a qualcuno dovremo pur chiedere scusa...

E adesso dove sono? Dove sono quelli che volevano Ciuccariello, quelli che sognavano ''l'amerikano'', l'arabo, il finlandese, chiunque fosse purché non fosse Urbano e forse nemmeno urbano? Dove sono quelli che “Cairo ha venduto l'anima del Toro”? Dove sono quelli che “quel milanese ci ha distrutti per sempre”? Dove sono quelli che fischiavano il presidente che ci aveva salvato dalla catastrofe?

Non so fin dove arriveremo, non so fin dove arriverà il progetto Cairo. Non so se ricostruiremo davvero il Filadelfia dopo aver ricostruito il nostro morale, non so se torneremo ad alzare le sedie ad Amsterdam, non so se Cerci il prossimo anno farà tremare i pali dell'Europa o se farà tremare le nostre vene di invidia perché indossa un'altra maglia, non so se Immobile sarà l'erede di Graziani o solo un altro rimpianto, ma comunque vada, comunque sia, siamo arrivati fin qui: orgogliosi del Toro, felici di andare allo stadio, salvi con una vagonata di giornate d'anticipo, i nostri giovani ammirati e inseguiti dalla Nazionale e dagli altri club, e il mondo che guarda il Toro come un esempio (ci avete fatto caso: fino a qualche tempo fa arrivavano da noi che sembravano fenomeni e diventavano brocchi, ora anche quelli che non hanno mai giocato a certi livelli – vedi Vives – si comportano in campio da grandi campioni).

A qualcuno dovremo pur dire grazie, a qualcuno dovremo pur chiedere scusa. E forse imparare la lezione la prossima volta che qualcuno ci prenderà per i fondelli sbandierandoci qualche Ciuccariello davanti agli occhi.