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Toro, è sempre la miglior stagione dell’era Cairo. Ma quanti rimpianti

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Occhi Sgranata / Torna la rubrica di Vincenzo Chiarizia: "Moretti, un giocatore simbolo per il Toro, che è riuscito a diventare una bandiera granata"
Vincenzo Chiarizia

In questa settimana è successo di tutto. Le speranze di approdare in Europa sono state vanificate al Castellani di Empoli, il capitano carismatico (non me ne voglia il Gallo) Emiliano Moretti ha annunciato il suo ritiro, Petrachi se ne sta andando uscendo dalla porta di servizio, lo scenario europeo potrebbe riaprirsi per via delle vicende del Milan e domenica si chiude il campionato con Torino - Lazio.

Partendo proprio dall'ultimo match che il Toro giocherà al Grande Torino, nonostante i granata come detto più volte, siano aritmeticamente fuori dalla lotta europea, ci sarebbero alcuni stimoli che potrebbero invogliare il Toro a chiudere il campionato con una vittoria. Il primo è quello di chiudere la stagione al settimo posto davanti alla Lazio, cosa che non succede esattamente dalla stagione 2013/2014 quando il Toro, guarda caso, terminò il campionato in settima posizione, ma si qualificò ai preliminari di Europa League per via problemi del Parma, che precedeva i granata in classifica. Che sia dunque di buon auspicio vista la situazione del Milan? Staremo a vedere. In seconda battuta sarà davvero l'occasione per vedere all'opera in Prima Squadra Vincenzo Millico. Spero che mister Mazzarri dia come minimo un tempo a disposizione del fuoriclasse della Primavera per giocare al fianco di Belotti. Di certo lui avrà voglia di spaccare il mondo e spero anche che il mister sia tentato di lanciare il giovane granata titolare. Infine chiudere con una vittoria sarebbe il degno epilogo per Emiliano Moretti, vero leader della squadra che in settimana ha annunciato il ritiro.

Un giocatore simbolo per il Toro, che è riuscito a diventare una bandiera granata nonostante abbia vestito la casacca del Toro per soli 6 anni. Moretti ha conquistato tutti perché rappresenta un uomo dai sani valori e di altri tempi. Mai sopra le righe, sempre umile anche in occasione dell'ultima conferenza stampa, sempre presente nel metterci la faccia - soprattutto nelle situazioni più complicate - e sempre pronto a caricare la squadra. Un giocatore che senz'altro farà sentire la sua mancanza nello spogliatoio. Cairo ha annunciato che Moretti resterà in società e ha fatto bene, perché è difficile trovare un uomo dalle qualità umane così importanti. Si è sempre rimproverato al presidente di non inserire nell'organigramma societario gente che sappia cosa vuol dire essere granata, ora possiamo dire che con Moretti il presidente cominci a granatizzare la dirigenza e ad apportare una positiva inversione di tendenza. Probabile che il Gallo domenica possa cedere la fascia da capitano a Moretti e speriamo soprattutto che tutti gli undici in campo avranno la voglia di cercare il riscatto dopo l'incredibile debacle di Empoli.

Al Castellani la partita è stata un vero incubo. Un primo tempo in cui il Toro è sceso in campo troppo teso. Si è capito da Izzo nei primi minuti che per ben due volte, invece di servire il libero De Silvestri sulla destra, ha optato per due cross improbabili. Un primo tempo buttato, sulla falsa riga della prima parte di campionato in cui il Toro regalava intere frazioni di gioco agli avversari. L'Empoli ha strameritato la vittoria. Ha giocato con la fame di chi vuole salvarsi. Si sapeva che sarebbe stata difficile la trasferta empolese, ma nessuno si sarebbe aspettato una conclusione così negativa. L'erroraccio di Aina e la sofferenza sui contropiedi dei padroni di casa sono il riassunto di una gara in cui il Toro ha fatto troppo poco per provarla a vincere. Due occasioni nel primo tempo e un buon quarto d'ora della ripresa le note positive granata. L'Empoli dal canto suo, dopo un buon primo tempo, nella ripresa ci ha preso a pallonate. Sconfitta strameritata! La mossa di Mazzarri che non ho compreso è stato lo spostamento a sinistra di Izzo in una difesa a 4. E' stata una mossa apprezzabile contro il Sassuolo, quando in superiorità numerica era più facile controllare le sfuriate avversarie, ma contro l'Empoli è forse stata una scelta azzardata.

Intanto l'ormai ex ds Gianluca Petrachi se ne va cercando di non farsi sentire. La figura come detto da più parti non è lodevole, ma il popolo granata non sa che farsene di un dirigente che da mesi è già con la testa a Roma, visto che è da tempo che il direttore sportivo non dava segnali di sé. Era sparito dai radar e questo suo silenzio ha fatto tanto rumore, forse perché temeva domande scomode circa i rumors che lo volevano vicino alla Roma. Ma questo suo essere in disparte ha irritato giustamente la presidenza e non solo. Ora non ci resta che attendere fiduciosi un direttore sportivo competente almeno quanto lui, se non di più.

Tornando invece alla vicenda del Milan, non resta che attendere gli sviluppi. Marco Bellinazzo, esperto di calcio e finanza che scrive per il Sole24Ore, analizza attentamente la situazione della società rossonera. In sintesi evidenzia da un lato la gravità della recidività in cui è incappato il Milan che potrebbe portare la Camera arbitrale ad escludere dall'Europa i rossoneri e dall'altro non esclude che a causa del marchio Milan, l'Uefa possa cercare un compromesso con la dirigenza per tenere alto l'appeal delle competizioni europee. Ovviamente il tutto sarebbe a discapito del Toro. Scelta che potrebbe essere dunque politica, situazione simile a ciò che avvenne al Milan con le sanzioni dopo lo scandalo Calciopoli, quando la società di Berlusconi fu penalizzata di 30 punti, ma gli fu comunque consentito di disputare i preliminari di Champion's League, competizione che poi vinse ad Atene nel 2007. Se il giudizio degli organi competenti, dovesse seguire piani politici piuttosto che essere basata sui principi dell'equità, questa per i granata potrebbe davvero essere considerata la migliore stagione dell'Era Cairo, ma con i rimpianti più grandi.

Vincenzo Chiarizia, giornalista di fede granata, collabora con diverse testate abruzzesi che trattano il calcio dilettantistico, per le quali scrive e svolge telecronache. Quinto di sei figli maschi (quasi tutti granata), lavora e vive a L’Aquila con una compagna per metà granata.

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