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Toro, eppure basterebbe così poco…

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Occhi Sgranata / Torna la rubrica di Vincenzo Chiarizia: "Le sensazioni che escono da Liverpool sono anche positive, ma ciò che lascia l'amaro in bocca è che mancherebbe davvero poco per migliorare questa squadra"
Vincenzo Chiarizia

Il bicchiere mezzo vuoto viene visto sia dai pessimisti cosmici, ma anche da chi vuole migliorarsi sempre perché non si accontenta mai. La partita di ieri contro il Liverpool ha mostrato una buona impostazione della squadra, ma la difesa, intesa come reparto, è ancora da registrare. Infatti la retroguardia è stata infilata nell'azione del gol di Wijnaldum al 24' o in quello si Sturridge all'87' dove la punta dei reds si è liberato tra Nkoulou e Bremer totalmente indisturbato. Anche il sanguinoso pallone perso da Rincon al limite dell'area nell'azione che ha portato al rigore fantasioso fischiato dall'arbitro Oliver - secondo me tirato fuori appositamente da Fabinho - mostra come la formazione granata debba ancora oliare alcuni meccanismi, mentre dal punto di vista individuale Izzo e Bremer hanno mostrato segnali positivi, con il primo che è parso a suo agio all'Anfield, mentre il difensore brasiliano sembra mostrare ampi margini di miglioramento. Anche Meité, oggettivamente, sembra nettamente superiore rispetto ad esempio ad Acquah.

Dunque le sensazioni che escono da Liverpool sono anche positive, ma ciò che lascia l'amaro in bocca è che mancherebbe davvero poco per migliorare questa squadra. Non capisco obiettivamente come faccia una formazione di Serie A che avrebbe il dovere di puntare almeno all'Europa League, a presentarsi ai nastri di partenza di una stagione (mancano 4 giorni alla Coppa Italia, 9 alla fine del mercato e 10 all'inizio del campionato) con la rosa incompleta. Sotto questo punto di vista il Toro continua a ripetere sempre gli stessi errori che vanno a vanificare il buon lavoro che mister Mazzarri può aver fatto durante la preparazione. D'altronde il termine "preparazione" indica proprio il momento in cui la squadra affina la situazione fisica dei singoli giocatori, ma anche le strategie e gli schemi della squadra. Quest'ultima fase praticamente non viene fatta visto che all'appello mancano ancora un paio di esterni (Berenguer in quel ruolo non mi convince), un centrocampista e una punta. Gli arrivi tardano ad arrivare perché il Toro non riesce a vendere gli esuberi e dunque diventa un cane che si morde la coda.

Capitolo Belotti. Il Gallo è tornato determinato e si vede. La notizia smentita da Petrachi e da Cairo sull'accordo tra il giocatore e il Napoli ha creato più di un sussulto nel popolo granata che ha ancora scolpita nella mente la pantomima della cessione di Cerci all'Atletico Madrid, dichiarata dal giocatore via Twitter, ma poi smentita con un mai dimostrato hackeraggio del profilo. Solo che poi Cerci fu ceduto effettivamente e, guarda caso, proprio all'Atletico Madrid nell'ultimo giorno di mercato. La sua partenza fu rimpiazzata dall'arrivo di Amauri. Ecco, la paura dei tifosi è che il Gallo venga ceduto il 17 agosto prossimo senza una valida alternativa. Adesso però Petrachi ha smentito la notizia definendola testualmente "completamente fasulla" e Cairo ha ribadito di non aver avuto contatti con il Napoli per Belotti. Ma se il 17 agosto il bergamasco dovesse abbracciare Ancelotti, allora Cairo si troverebbe una piazza che non accetterebbe di buon grado quella che, a tutti gli effetti, sembrerebbe una seconda presa in giro dopo quella della cessione di Cerci.

Infine che bella la Maratona itinerante! A Liverpool i tifosi del Toro hanno dimostrato come la dimensione europea sarebbe quella più adatta alla piazza granata. Bene ha fatto Mazzarri a ringraziare i tifosi (anche e soprattutto quelli che non sono riusciti a partire) e a sottolineare il loro apporto, pur trattandosi di un'amichevole. Ma come fa la società a non volersi garantire un posto in Europa League con una tifoseria simile a disposizione? Investendo, il Toro aumenterebbe appeal, ricavi dal merchandising e anche l'ingresso in Europa League vorrebbe dire ricavare soldi dall'UEFA e il fatturato inizierebbe finalmente a salire, ma purtroppo in società da questo orecchio sembrano non sentirci e ai tifosi non resta che accontentarsi di semplici amichevoli con il Liverpool.

Vincenzo Chiarizia, giornalista di fede granata, collabora con diverse testate abruzzesi che trattano il calcio dilettantistico, per le quali scrive e svolge telecronache. Quinto di sei figli maschi (quasi tutti granata), lavora e vive a L’Aquila con una compagna per metà granata.

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