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columnist
Tutti a piedi e con la gola permeata di polveri nocive abbiamo assistito all'ormai consueto noioso spettacolo domenicale dei nostri eroi rovinandoci così oltre ai polmoni anche l'umore. Questo trend mal si addice ad un tifoso del Toro desideroso, come lino Banfi mentre guarda dal buco della serratura la Fenech farsi la doccia, di qualche emozione. Invece il nulla. È vero, la Roma è più forte e noi rimaneggiati, ma questa apatia ha stufato.
Già lo scorso anno a tanti show verbali non erano poi seguiti analoghi momenti pirotecnici sul campo (un bel grazie a Belotti qualcuno lo deve dire), di fatto facendoci vivere un campionato monco. Quest'anno la china è la medesima: partite modeste e prive di intensità e rabbia agonistica. Non si vede una squadra ma degli impiegati del pallone senza ambizione ed in più guidati male. È facile dire che la Roma è più forte e dunque probabilmente si perderà mentre con il Crotone o il Verona, sulla carta inferiori, non è andata come previsto, ma le statistiche dicono che abbiamo dominato. Insomma c'è una giustificazione per tutto, intanto piano piano scaliamo la classifica al contrario...
I proclami fatti in estate sono stati una sciocchezza: in primis perché farli dopo aver ceduto due giovani nazionali è sintomo di impreparazione visto che tra i nuovi acquisti non vi è traccia di fenomeni, poi perché se il punto di partenza non è "una squadra" che possa definirsi tale, con un'idea di calcio, i proclami servono a niente. Ieri al posto del nostro "caro" centravanti vi era un volenteroso giovane in prestito, inidoneo oggi alla Serie A, che tanto si è impegnato ma che è ancora tutto calcisticamente da costruire.
Tutto ciò in nome della tanto sbandierata voglia di Europa ?
Avvocato penalista, appassionato di calcio (ha partecipato al corso semestrale di perfezionamento in diritto e giustizia sportiva presso Università di Milano), geneticamente granata, abbonato al Toro da circa trent’anni.
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