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Toro, Europa e Petrachi: due impicci che fanno perdere tempo

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Occhi Sgranata / La classica pagliacciata all'italiana estesa a livello europeo. Non c'è altro modo per descrivere la presa di posizione della Uefa che sul caso Milan ha deciso di lavarsene le mani
Vincenzo Chiarizia

La classica pagliacciata all'italiana estesa a livello europeo. Non c'è altro modo per descrivere la presa di posizione della Uefa che sul caso Milan ha deciso di lavarsene le mani. In Italia nostro malgrado siamo abituati a vicende simili, con la giustizia sportiva che non riesce a completare i gradi di giudizio con i campionati imminenti. L'ultimo esempio è stata la vicenda del Palermo che ha sconvolto Play-Off e Play-Out in Serie B. Mai però mi sarei immaginato che la stessa condizione di incertezza sarebbe stata creata dall'Uefa. Come detto il Milan adesso può richiedere la procedura di urgenza, perché per assurdo anche la società rossonera non sarebbe avvantaggiata da questa situazione. Il motivo è già stato spiegato in altre sedi, riassumendo se la sentenza del TAS non arrivasse in tempi celeri, ossia prima che inizino i preliminari di Europa League, il Milan si troverebbe sì a partecipare alla seconda competizione continentale, ma rischierebbe una nuova sanzione a fine stagione per il triennio 2016-2019. Se invece avvenisse l'esclusione, probabilmente per il Milan sarebbe più conveniente, così poi da trovare l'accordo più vantaggioso per il raggiungimento del pareggio di bilancio, senza rischiare una nuova sanzione a fine campionato. Quindi c'è ancora speranza per il Toro. Solo che la mancata sentenza dell'Uefa non fa altro che allungare i tempi.

La Roma ed il Torino dovrebbero programmare sia il mercato che la preparazione, ma come si fa in questo clima di incertezza? E possibile che all'UEFA questo non interessi? Inoltre mi chiedo cosa abbia impedito alla Camera Arbitrale di pronunciarsi visto che si tratta di un nuovo procedimento, mentre il TAS si deve esprimere in merito al ricorso presentato a seguito della sentenza del primo procedimento. Insomma per il Toro questo ritardo rischia di essere un danno non da poco. Perché nell'ipotesi in cui i granata dovessero essere ripescati, più passano i giorni e più il mercato si complica perché magari i giocatori più appetibili, non avendo certezza di giocare in Europa, potrebbero preferire accasarsi presso altri lidi. Se a questo ci aggiungiamo che il Toro ha ufficialmente un direttore sportivo che però sta lavorando per un altro club e che forse Bava, coadiuvato da Moretti, sta imbastendo le prime trattative senza avere i gradi ufficiali da direttore sportivo, è chiaro che la situazione si fa ancora più complessa, con il mercato al momento congelato.

Inoltre c'è una corrente di pensiero, che coinvolge la quasi totalità dei tifosi milanisti e parte di quelli torinisti, secondo la quale i risultati devono essere raggiunti esclusivamente sul campo e che il Toro non deve sperare di andare in Europa grazie ad una sentenza. Che banalità! Certo che si devono ottenere i risultati sul campo e nessuno vorrebbe mai ottenere risultati perché decisi a tavolino. Tuttavia le regole vanno rispettate. Il Milan ad esempio a gennaio ha speso circa 100 milioni per acquistare Piątek e Paquetà. Sulla carta non avrebbe potuto. E magari proprio grazie a queste due pedine ha preceduto il Toro in classifica. Il presidente Cairo recentemente ha ottenuto il premio per il Financial Fair Play e sappiamo che lui è attento al bilancio non tanto per le situazioni come questa del Milan, ma proprio per sua forma mentis imprenditoriale. A questo punto parrebbe di capire che se il Milan può sforare i parametri del Fair Play Finanziario a scapito di altre squadre, si andrebbe a creare un precedente gravissimo e il premio ricevuto dal Torino FC suonerebbe proprio come una presa in giro. Sarebbe forse il caso che il presidente restituisca l'inutile premio.

Comunque sia, siamo ancora nel campo delle ipotesi, per cui dobbiamo solo attendere che venga pronunciata la parola fine o, in alternativa, il 25 luglio, quando partiranno i preliminari di Europa League. Ora il Toro deve concentrarsi soltanto su quello che può controllare. Sulla questione Europa potrebbe concordare con la Roma di presentare una richiesta congiunta ufficiale agli organi competenti in cui si richiede di poter conoscere il proprio destino. In questo momento però i rapporti con la società capitolina sono un po' tesi per la vicenda Petrachi, questione che deve essere risolta prima possibile. Il presidente ha due strade. La prima: accetta le dimissioni di Gianluca Petrachi e fine della storia. La seconda, fare la guerra totale a Petrachi e di conseguenza alla Roma. Per guerra intendo dire pretendere dalla Roma un indennizzo per poterlo liberare, altrimenti Cairo sarà costretto ad adire le vie legali con il rischio squalifica per Petrachi. Certo anche questa seconda opzione sarebbe rischiosa e rischierebbe di far perdere ulteriore tempo. Al presidente la decisione ma il rischio di rimanere con il cerino in mano è alto.

Vincenzo Chiarizia, giornalista di fede granata, collabora con diverse testate abruzzesi che trattano il calcio dilettantistico, per le quali scrive e svolge telecronache. Quinto di sei figli maschi (quasi tutti granata), lavora e vive a L’Aquila con una compagna per metà granata.

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