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Toro, finalmente si sblocca l’immobilismo

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Occhi Sgranata / Torna la rubrica di Vincenzo Chiarizia: "Il Toro ha il dovere di far partire la preparazione della prima squadra con innesti di qualità veri"
Vincenzo Chiarizia

Poche ore al ritiro e la squadra più forte degli ultimi trent’anni – parole di Cairo – pronta a conquistare l’Europa nella stagione 2017/2018 – come da ambizioni di Mihajlovic da cui Cairo ha preso le distanze – è pronta a ritrovarsi alle dipendenze di mister Mazzarri, arrivato per sostituire il deludente tecnico serbo. Ora chiunque dotato di un minimo di cervello capirebbe che c’è un corto circuito nella descrizione appena fatta, tuttavia è la realtà dei fatti. Mesi ad inseguire giocatori che ci prendono per il naso, vedi Bruno Peres, o a condurre trattative dove sono le società a prendersi gioco del Toro, vedi il Santos per il cartellino di Verissimo. Allora ecco che finalmente il Toro iniziare a considerare le alternative come Izzo, Bremer e Laxalt. Finalmente una trattativa è andata in porto e Armando Izzo è arrivato a Torino per le visite mediche, dunque finalmente si è rotto il ghiaccio. Certo, fa uno strano effetto vedere come, una volta terminato il campionato, la società granata fino ad oggi non fosse riuscita a portare a termine nemmeno una trattativa.

Inevitabilmente per quello che è stato fino ad oggi il mercato del Toro non posso che essere anche io fermo sullo stesso punto e cioè quello di critica sull’operato e sull’inquietante immobilismo. Tornando alla considerazione in apertura a questo articolo, sorge spontanea una domanda: con quale coraggio il presidente Cairo dichiarò la rosa allestita nell’estate scorsa la più forte degli ultimi trent’anni (quindi più forte anche di quella che andò in Europa nel 2014), salvo poi prendere le distanze dall’obiettivo Europa League indicandolo come un obiettivo ambizioso di Mihajlovic (poi esonerato) e non fare ufficialmente nulla, fino ad ora, per rinforzare quella rosa a pochi giorni dal raduno?

Naturalmente qualcuno arriverà a rinforzare la rosa e come detto il primo sarà Izzo. Il Toro non sta agendo a fari spenti volontariamente, ma sembra, a mio modo di vedere, che vada a fari spenti perché tutta la macchina pare avere dei problemi. Se pensiamo che i cugini sembrano in dirittura di arrivo per strappare Cristiano Ronaldo al Real Madrid (!!), per quale assurdo motivo il Toro non riesce (ancora) a prendere Verissimo?

L’aspetto positivo è che non essendoci giocatori nuovi acquistati, i granata necessariamente dovranno aggregare diversi punti fermi della rosa della Primavera scorsa. Parliamo ad esempio dei difensori Edoardo Bianchi, Filippo Gilli, Alessandro Fiordaliso ed Erick Ferigra, dei centrocampisti Ben Lhassine Kone e Michel Ndary Adopo e l’attaccante Karlo Butic. Almeno così mister Mazzarri potrà visionarli per poterli aggregare, ma a che pro? Sì, pongo questa domanda: per quale motivo si aggregano giovani della Primavera in Prima squadra se poi non si è disposti a dare loro una seconda chance in caso di annata storta? Mi sto riferendo a Barreca, proprio non riesco ad accettare la sua possibile cessione. Quello che sorprende è la superficialità con cui si parla di questa cessione come se fosse la cosa più normale del mondo. Intendiamoci, tutti sono cedibili, vedi ad esempio l’Atalanta che cede sì Caldara, ma ha già pronto Mancini a sostituirlo, sempre proveniente dal vivaio e al quale è già stato dato modo di esordire in Serie A. Invece al Toro con Molinaro che alla fine non ha rinnovato e con Barreca sul piede di partenza, chi ci sarà a rimpiazzarli? Il Toro dovrà dunque cambiare totalmente la catena di sinistra a meno che non si voglia spostare Ansaldi su quella fascia, ma lo spostamento del nazionale argentino sembrerebbe dettata più da un’improvvisazione e non da una programmazione.

Postilla su Molinaro: l’uomo e il professionista non si discutono e dal punto di vista dello spogliatoio sarà una mancanza che si farà sentire, ma giunto all’età di trentacinque anni, mi aspetto che il Toro compia delle scelte per il bene stesso dei granata, ma anche per il bene del giocatore. Infatti con una primavera in più sul groppone, Molinaro avrebbe avuto molte difficoltà a ricoprire il ruolo di esterno in un 3-5-2 dove proprio in quel ruolo i calciatori sono chiamati ad un dispendio energetico notevole nel dover coprire interamente la fascia. Dunque almeno questa scelta è da me condivisa.

Ad ogni modo, girando in rete si respira un’aria di sfiducia intorno al Toro che non può essere ignorata, anzi, deve essere evidenziata e non sottovalutata. Ormai chi difende l’operato societario è quasi del tutto sparito e quasi tutte le parole espresse sono di critica. Gli scarsi risultati raggiunti nel calciomercato ovviamente sono sotto gli occhi di tutti e l’umore ne viene ovviamente influenzato. Se la società vuole mantenere la credibilità rimasta e se è vero che la rosa dell’anno scorso era buona per l’Europa solo per Sinisa Mihajlovic, allora per coerenza il Toro ha il dovere di far partire la preparazione della prima squadra con innesti di qualità veri, come ha dichiarato Cairo a più riprese.

 Vincenzo Chiarizia, giornalista di fede granata, collabora con diverse testate abruzzesi che trattano il calcio dilettantistico, per le quali scrive e svolge telecronache. Quinto di sei figli maschi (quasi tutti granata), lavora e vive a L’Aquila con una compagna per metà granata.

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