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Toro, fino a maggio non navigare a vista

Cairo, Diritti TV
Il Granata della Porta Accanto / Cairo conferma a parole Ventura, ma nulla esclude un ribaltone e intanto la squadra deve ritrovare I veri stimoli
Alessandro Costantino
Alessandro Costantino Columnist 

La partita col Carpi che doveva sancire una sorta di rinascita del Torino per spronarlo ad un finale di campionato un pochino più ambizioso ha certificato invece che la stagione dei granata, a meno di clamorose sorprese in positivo o in negativo, si avvierà al termine nell'anonimato più assoluto. Una delusione per i tifosi, in primis, ma un rischio anche per i calciatori più in vista della rosa di Ventura che rischiano brutte figure, deprezzandosi in alcuni casi o perdendo il treno per gli Europei di giugno in altri.

In tutto questo una domanda nasce spontanea: ma qual è il vero input della società dato all'allenatore per il finale di campionato? Voglio dire, Cairo cosa ha chiesto a Ventura da qui a maggio? E quali sono le reali intenzioni dell'editore alessandrino? Tutti sappiamo che, a parole, l'allenatore é super confermatissimo dal presidente, ma i rumors sui suoi potenziali sostituti nell'ultima settimana sono cresciuti a dismisura, segno che qualcosa di vero deve esserci e la posizione del tecnico genovese non è poi così stabile come si è voluto far credere. Probabilmente la società ha iniziato a guardarsi attorno per valutare profili adatti all'idea di un dopo-Ventura, mossa, intendiamoci, legittima anche se non dovesse verificarsi nessuna rivoluzione in panchina, visto che è sempre bene avere comunque un piano B su cui virare all'occorrenza. Inutile parlare di nomi, perché a mio avviso oggi è più importante capire dove vuole arrivare il Torino Fc e quali sono i suoi progetti futuri. Perché se torniamo alle parole, comprese quelle dette da Ventura in conferenza stampa pre Milan-Torino, il progetto granata é sempre bello vivo e in "fase di crescita", paga solo una certa discrasia dai risultati del campo. Con il piccolo dettaglio che i fatti cozzano con le parole: perché se vogliamo puntare sui giovani allora bisogna metterli in campo in partite vere, tipo appunto Milan-Torino, dove non si ha nulla da perdere ma si incontra un avversario probante e che permette di accumulare esperienza vera. E poi in secondo luogo se faccio giocare il giovane lo schiero nel suo ruolo perché è lì che lo devo testare, non in un'altra zona del campo dove magari lo espongo anche a critiche eccessive (vedi Gaston Silva col Carpi...). E infine se ho la certezza di rimanere in sella e non ho obbiettivi di campionato da raggiungere, non mi converrebbe sfruttare gli ultimi due mesi per iniziare a sperimentare innovazioni tattiche per vedere come le percepiscono i giocatori e quanto siano valide o fattibili? La risposta è probabilmente si, a meno che non si consideri il discorso salvezza ancora non del tutto chiuso...

Alla fine per come la si giri e la si voglia vedere c'è qualcosa che non torna sulla gestione di questo finale di stagione. Se Cairo ha blindato davvero Ventura, il mister dovrebbe avere carta bianca su tutti gli eventuali esperimenti tecnico-tattici da fare nelle prossime partite consapevole che tra il nono e il quindicesimo posto poco cambia se si sta lavorando nell'ottica della prossima stagione. Dall'altro lato che siano le sirene della Nazionale o l'interesse personale a non finire con una classifica troppo penalizzante, l'atteggiamento di Ventura di insistere sempre sullo stesso canovaccio e sugli stessi fedelissimi autorizza a pensare che forse non è così sicura e scontata la sua permanenza e pertanto non vuole sbracare per non rovinarsi l'immagine costruita negli ultimi anni.

Di sicuro c'è che non è una situazione facile da gestire, ma per il bene del Toro e dei suoi tifosi ci piacerebbe constatare che se una linea e' stata scelta questa la dovrebbe esporre chiaramente e la si dovrebbe portare avanti nei fatti. Tenere il piede in due scarpe sperando che qualche risultato a sorpresa rassereni l'ambiente è una politica rischiosa. Di risultati ce n'è davvero bisogno. Ma di chiarezza quasi altrettanto...

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