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Toro: Giusto e Sbagliato 3

Guido Regis
Tre è il numero perfetto e pertanto con questo deve chiudersi per quest’anno l’analisi delle scelte giuste e di quelle sbagliate fatte nel periodo estivo dal Torino FC prima della nuova avventura in serie A.

Tre è il numero perfetto e pertanto con questo deve chiudersi per quest’anno l’analisi delle scelte giuste e di quelle sbagliate fatte nel periodo estivo dal Torino FC prima della nuova avventura in serie A.

I saldi di fine mercato, per quanto riguarda la prima squadra, sono serviti come sempre a tappare malamente dei buchi ben identificati nelle analisi uno e due.

Agostini è certamente un discreto terzino sinistro che probabilmente potrà dare più garanzie a Ventura che non Masiello, ma non rappresenta certamente un investimento per il futuro e non sposta significativamente il voto.

Birsa non è un regista e forse rappresenta più un problema che una risorsa per la squadra, senza nulla togliere alle qualità discrete del giocatore.

Direi che alla fine questo finale di mercato toglie nel complesso mezzo punto e fa attestare il voto su un 6,5. Ribadisco che a rendere sufficienti i movimenti estivi in vista della serie A sono state sostanzialmente le conferme dell’allenatore, dello staff sanitario, e del blocco di atleti che ha raggiunto la promozione, in testa Ogbonna, Bianchi, Darmian, Vives

I neo arrivi più seri fondamentalmente sono Gillet, Sansone e Cerci.

Di positivo forse il fatto che, ad eccezione della rubentus, finalmente anche le altre squadra hanno ridotto le spese folli e si sono verificati sostanzialmente dei semplici scambi tra le compagini nazionali o delle vere e proprie fughe all’estero dei “VIP”. Non mi dispiace affatto tutto ciò, anzi spero che si prosegua negli anni con questa “politica forzata” del risparmio, augurandomi di cuore che anche fuori dall’Italia ad un certo punto la si finisca di inondare di milioni di euro ragazzi dotati esclusivamente di un bel talento pallonaro e soprattutto i loro procuratori, soggetti in gran parte di assai dubbio rigore sociale, civile e morale.

Per quanto riguarda il Toro c’è il paradosso che alcune conferme giovanili tipo Diop o Verdi e “assunzioni” ( mi piace di più chiamarle così ) come quella di Migliorini e dell’ottimo Bakic, potrebbero diventare un serbatoio importante per la Primavera del bravissimo Longo. Con tutto ciò immagino il fastidio di Tonino Asta.

Credo comunque che questa stagione di A non ci riserverà un sofferenza folle, più che altro perché il Toro dispone di un allenatore navigato il quale, se riuscirà in qualche modo a risolvere anche i suoi problemi fisici, continuerà a rappresentare il vero valore aggiunto di questa società.

Non posso, come è mio costume, non ritornare su quelli che sono tuttavia i problemi cronici del Toro, fotocopia di quelli della società in genere.

Persiste la ignorante o consapevole e voluta, non mi è dato saperlo purtroppo, politica del clientelismo, della cecità ed irriconoscenza verso i veri professionisti di ogni genere che hanno capacità vere, ampiamente dimostrata dedizione alla causa, idee e progetti rivoluzionari “low cost”.

Sembra quasi che essere veramente in gamba e granata sia un difetto. Bisogna essere mediocri, in talune situazioni persino un po’ scarsi,  avvezzi ai compromessi, ma “introdotti” e soprattutto capaci di “non disturbare”, per poter sopravvivere  all’interno di questo Toro e di questo mondo. E’ banale che se in tantissime situazioni, non tutte per fortuna, a contare sono i mediocri o gli scarsi, le decisioni e le strategie non possono essere vincenti.

D’altronde non sta avvenendo così in ogni situazione sociale che ci circonda ?

Chi ha fatto il danno in questi decenni ora fa la morale a chi l’ha subito.

Se nei decenni passati a dirigere c’erano notoriamente le caste ed i loro rampolli, ma qualche rara volta una persona meritoria riusciva ad emergere, ora sotto la bandiera della “spending review” e della “finta meritocrazia” si chiudono definitivamente le strade ai cervelli sani ed onesti, e si lasciano gli incapaci pingui ( in senso metaforico perché i monti, i bersani, gli alfano, i cota, ed i loro simili a livelli più bassi, per fare alcuni  esempi, sono quasi tutti in peso forma ) ed i loro amici a continuare il percorso di accaparramento del potere e del denaro residuo.

Vediamo fino a quando e a quale limite saremo in grado di sopportare tutto ciò, anche nel Toro, ovviamente.

Non mi stancherò mai di dire tuttavia che l’abitudine sempre più diffusa ai personalismi, alla frammentazione ( quanto accaduto recentemente anche in questo sito è un ennesimo esempio) e quindi alle divisioni, non è  più indice di pluralismo e libertà, ma un comportamento sprovveduto che consente ai soliti pochi di continuare a dominare indisturbati.

Guido Regis

Presidente del Toro Club CTO Claudio Sala

    

(Foto Dreosti)