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Toro: Gli anni bui di Cimminelli e Romero e la Marcia dei 50.000

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Stagione 2002 2003, il Toro reduce da una salvezza tranquilla, gioca la carta Intertoto per accedere alle Coppe Europee. La stagione inizia prestissimo, il 7 luglio accorrono 12.000 spettatori ad assistere al debutto stagionale contro gli...
Beppe Pagliano

Stagione 2002 2003, il Toro reduce da una salvezza tranquilla, gioca la carta Intertoto per accedere alle Coppe Europee. La stagione inizia prestissimo, il 7 luglio accorrono 12.000 spettatori ad assistere al debutto stagionale contro gli austriaci del Bregenz. Al secondo turno gli avversari sono gli spagnoli del Villareal, dopo la vittoria interna per 2 a 0, gli spagnoli  rispondono col medesimo risultato in terra iberica, ma i calci di rigore, al termine dei tempi supplementari, premiano i nostri avversari. Il mercato oltre alle solite promesse di Romero, non porta praticamente nulla, eccezion fatta per l’onesto centrocampista Conticchio e del carneade Magallanes, definito senza pudore, dall’ineffabile Tilli, un misto fra Best, Gento e Meroni! L’inizio di campionato è da brividi, dopo sette partite il Toro è ultimo con soli 3 punti, frutto di sei sconfitte tra le quali l’umiliante 6 a 0 di San Siro contro il Milan. A fine ottobre il povero Camolese viene esonerato, al suo posto viene chiamato Renzo Ulivieri, è letteralmente la fine, al termine del girone di andata il Toro è virtualmente in serie B. Il 22 febbraio esplode la reazione violenta della Maratona. Il Toro ospita il Milan, al termine del primo tempo il risultato è di 3 a 0 a favore dei rossoneri. Quello in campo è il Toro più umiliante che abbia mai visto. Durante l’intervallo succede di tutto, parte della tifoseria cerca di invadere il campo in modo che la partita venga sospesa, altri fuggono terrorizzati, alcuni riescono ad entrare sulla pista d’atletica mentre  dagli spalti cade di tutto, dai lavandini dei bagni ai frigoriferi dei venditori di bibite. La polizia carica i più esagitati e spara lacrimogeni rendendo l’aria irrespirabile. In questa serata viene scritta una delle pagine più nere della nostra storia. Al 63’ minuto l’arbitro Palanca sospende definitivamente la partita. Tutto ciò farà sì che il Toro giochi le ultime cinque partite in campo neutro, permettendo tra l’altro, il massacro mediatico da parte di carta stampata e televisioni, le quali bollano senza alcun dubbio come violenta la tifoseria granata.    Il 3 maggio dopo la sconfitta contro l’Udinese il Toro è matematicamente in serie B, ma il giorno seguente, noi tifosi granata, regaliamo al mondo intero uno delle dimostrazioni di civiltà  più belle che siano mai state organizzate da una tifoseria di calcio. Il 4 maggio 2003, parto di mattina presto in direzione Stadio Filadelfia, noi tifosi abbiamo in programma una Marcia che dal Filadelfia, passa per la vecchia Maratona dello Stadio Comunale, per transitare nel punto in cui perse la vita Gigi Meroni  e giungere infine nella centralissima Piazza San Carlo. Tanto quanto mi avvicino a Via Filadelfia, vedo arrivare da ogni parte persone vestite di granata, che timidamente si avvicinano al luogo in cui pulsa il cuore del nostro tifo, forse mai come in questo giorno mi sento fiero del mio essere granata, gente di ogni età e ceto sociale in questo 4 maggio scende in strada per urlare al mondo l’orgoglio di tifare Toro.  Alla fine saremo in 50.000 in piazza per quella che si dimostra una festa indimenticabile, ma soprattutto civile, in quanto in tutta la giornata non si registra alcun problema di ordine pubblico, zittendo così chi poco tempo prima aveva gettato fango su tutto il popolo granata. L’epilogo del campionato è ridicolo, la squadra perde pure l’ultima partita contro il Como, permettendo così ai lariani di superare i granata che terminano malinconicamente all’ultimo posto. Il Toro nella stagione 2003/2004 riparte ancora dalla serie B, la squadra nel frattempo viene affidata ad Ezio Rossi, il campionato scandalosamente passa da 20 a 24 squadre in seguito ai ripescaggi di Catania, Salernitana, Genoa e Venezia. Le promozioni in serie A a fine stagione sono ben sei, ma il Toro termina miseramente al dodicesimo posto. L’ambiente è furente, la frattura fra tifoseria e società è insanabile, tanto che le ultime giornate si dimostrano l’ennesimo calvario, basti pensare che il 29 maggio al Delle Alpi contro il Treviso si contano 899 spettatori, il peggior risultato di sempre in quasi cento anni di storia.    Non lo possiamo sapere, ma quello che va ad iniziare sarà l’ultimo anno di vita del Torino Calcio…   Beppe Pagliano  Twitter  @beppepagliano     

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