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Il Torino si presenta al derby di Coppa Italia nella condizione peggiore possibile: senza i propri uomini di punta – che per la verità non stavano attraversando un gran momento – e a digiuno di vittorie interne dal 29 ottobre 2017 nel 2 a 1 contro il Cagliari. In teoria per il Toro degli anni ottanta e primi anni novanta questa sarebbe stata l’occasione giusta del riscatto, per vincere contro ogni pronostico. Purtroppo nell’era Cairo i derby sono terminati quasi sempre con risultati deludenti: o umiliazioni cocenti o beffe in zona Cesarini. Ora oltre alle responsabilità dei calciatori e del mister che ci hanno portato a vivere questo momento della stagione, come avevo paventato da tempo, ci si presenta a questo impegno senza avere i rincalzi giusti, con la rosa inadeguata a causa di infortuni o scelte sbagliate che anche i muri conoscevano. Contro gli infortuni e le distorsioni non si può far nulla, ma contro le scelte errate di mercato si potrebbe fare molto.
Questo derby di Coppa Italia è la partita più importante della stagione granata per diversi motivi. Il primo è che il lustro che darebbe vincere domani in casa dei bianconeri, eliminando proprio i cugini dalla competizione, sarebbe enorme e riscatterebbe proprio il derby dell’andata in campionato perso per 4 a 0. In secondo luogo garantirebbe il passaggio del turno. Terzo riaccenderebbe l’entusiasmo al popolo granata ormai depresso dai risultati conseguiti dopo l’umiliazione nel derby di settembre: i pareggi ottenuti in campionato contro Verona, Crotone, Chievo, Milan, Atalanta, Spal e Genoa, intervallati dalle sconfitte con Roma, Fiorentina e Napoli e dalle due uniche vittorie contro Cagliari e Lazio. Quarto, una vittoria domani sarebbe un messaggio chiaro diretto alla dirigenza: cioè che il Toro può giocarsela contro chiunque e che, tuttavia, ha bisogno di rinforzi che possano coprire le attuali lacune in rosa. Sì perché non intervenire sarebbe davvero un delitto e metterebbe a nudo la società sulla reale volontà di andare in Europa o meno. In ultima analisi proprio l’obiettivo Europa, difficile da raggiungere in campionato visto il cammino a dir poco zoppicante del Toro dalla debacle del derby di andata del 23 settembre, potrebbe giungere passando per la seconda competizione italiana, e qualora si eliminasse la Juve, si approderebbe in semifinale con l’obiettivo Europa sempre più vicino.
Se invece il Toro dovesse essere eliminato dalla Juve, l’agire della società sul mercato darebbe indicazioni su quanto realmente Cairo e Petrachi credono ancora nell’obiettivo stagionale che in campionato è ancora aritmeticamente alla portata, ma che come già detto sembra di difficile raggiungimento visti i risultati sin qui ottenuti. Inoltre se non ci saranno operazioni significative a gennaio, penso che sarà un segnale su quanto la società crede ancora in Mihajlovic: non investire potrebbe voler indicare la volontàsocietaria di risparmiare gli investimenti per allestire la squadra dell'allenatore del futuro. Viceversa se il Toro dovesse subire un altro tracollo con goleada, ritengo che l’avventura di Mihajlovic dovrà ritenersi conclusa. Sarebbe troppo per i tifosi Toro prendere due imbarcate in una stracittadina in una stagione.
Ecco dunque che la partita di domani assume contorni da partita decisiva per la stagione granata, nella speranza che Niang confermi i progressi e che la voglia di rivalsa si impossessi dei giocatori senza far perdere lucidità e concentrazione. Non possiamo permetterci di giocare un altro derby in inferiorità numerica.
Vincenzo Chiarizia, giornalista di fede granata, collabora con diverse testate abruzzesi che trattano il calcio dilettantistico, per le quali scrive e svolge telecronache. Quinto di sei figli maschi (quasi tutti granata), lavora e vive a L’Aquila con una compagna per metà granata.
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