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Toro, il falso mito dei giovani che non giocano

Acquah
Il Granata della Porta Accanto / Nell'organico del Torino sono presenti solo due Under 21: il problema vero è lo strano bilanciamento anagrafico della rosa
Alessandro Costantino
Alessandro Costantino Columnist 

Da quando si è incominciato a parlare di "bamboccioni", cioè di quella generazione di ragazzi che per mancanza di entrate economiche e per scarso spirito di indipendenza sta in famiglia fino a quarant'anni e oltre, forse anche nel mondo del calcio il concetto di "giovane" ha subito una distorsione nei termini. Perché se al giorno d'oggi un quarantenne è considerato un ragazzo (e pensare che Dante a 35 anni si considerava "nel mezzo del cammin di vita"...), ecco che anche nel calcio d'oggi un giocatore di 25-26 anni viene considerato "giovane" sebbene sia, a conti fatti, già a un terzo della propria carriera. Decisamente bizzarro.

Da parecchie stagioni anche tra i tifosi del Toro esiste un acceso dibattito tra chi sostiene che Ventura non faccia giocare i giovani e chi invece sostiene che sia un mago nel lanciarli. Entrambe le parti hanno la "loro" ragione, principalmente perché il vero punto di fondo su cui si basa la questione è proprio la definizione equivoca di "giovane". Se proprio dovessimo definire delle regole in materia, un calciatore giovane dovrebbe essere colui che è ancora convocabile in Under 21 (ma non come fuori quota!). Dopo, a mio parere, i giocatori con ormai tre-quattro stagioni di professionismo alle spalle dovrebbero essere equiparati agli altri tenendo sempre conto, certamente, del gap di esperienza con i giocatori più vecchi. Ecco quindi che lo stesso Ventura quando nelle interviste sottolinea la presenza di molti titolari del Toro nati dal '90 in poi in realtà "amplia", tirando acqua al suo mulino, la categoria dei calciatori giovani che mette in campo: Peres, Immobile, Maksimovic, Jansson, Obi, Acquah, Baselli, Zappacosta, Ichazo sono ormai in quella fascia di età tra i 24 e i 26 anni in cui la definizione di giovane, calcisticamente parlando, incomincia a stare un po' stretta. Belotti e Martinez sono dei '93 ai quali forse si può ancora concedere un anno di bonus, mentre gli unici davvero ancora giovani della rosa sono i '94 Benassi e Gaston Silva, dei quali uno gioca e l'altro no.

Cosa vogliono quindi dire coloro che accusano Ventura di non dare spazio ai giovani? Io credo si riferiscano al fatto che il tecnico genovese non crei le condizioni per avere in rosa ed utilizzare gli elementi migliori che escono dalla Primavera e quegli Under 21 con magari già una o due stagioni alle spalle andati in prestito a farsi le ossa. Il dato viene amplificato ancor maggiormente dalla presenza nel roster granata di parecchi calciatori ultratrentenni (Castellazzi, Vives, Gazzi, Molinaro, Bovo, Farnerud, Maxi Lopez) e dalla clamorosa mancanza di giocatori nel pieno della propria maturità calcistica (fascia 27-30) nella quale figurano i soli Glik, Padelli e Avelar. Da quest'analisi anagrafica degli uomini a disposizione di Ventura emerge quindi una rosa chiaramente mal bilanciata perché basata su due zoccoli duri (che chiamerei gli "ex giovani" e i "vecchi") ma povera di "veri giovani" e, soprattutto, di calciatori nel pieno della propria maturità calcistica. A questo punto le prossime due stagioni diranno molto in questo

senso sul vero progetto sportivo del Torino. Se da una parte la riforma Tavecchio, infatti, bloccherà ancora di più le rose con l'obbligo dei calciatori "club trained", cioè cresciuti nel club, garantendo però un numero illimitato di Under 21, dall'altra questa cosa potrebbe tornare vantaggiosa, se ben sfruttata, dal Torino stesso che per fortuna ha giocatori interessanti sparsi per l'Italia in entrambe le categorie. Se, quindi, molti di loro ( i vari Barreca, Gomis, Parigini, Aramu, Chiosa, ecc.) venissero richiamati alla base e, nel frattempo, non venissero venduti quei giocatori che stanno raggiungendo la fascia di età 26-30, quella della piena maturità, avremo allora una rosa maggiormente bilanciata e un progetto, sportivamente parlando, più in linea con le aspettative dei tifosi granata, storicamente abituati a vedere i giovani, quelli veri, giocare in prima squadra. La presenza di qualche senatore nello spogliatoio non si discute, così come sarebbe fondamentale che l'allenatore (Ventura se resterà, o chiunque venga al suo posto) si impegni a sfruttare al meglio la profondità e la qualità della rosa a disposizione. Perché, diciamocela tutta, giovani o vecchi, quello che conta è vedere in campo undici giocatori che sappiano davvero giocare a pallone!

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