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Toro, il Gallo in silenzio in un mercato da decifrare

Vincenzo Chiarizia
Occhi Sgranata / Torna la rubrica di Vincenzo Chiarizia: "Sono sicuro che basterebbe davvero poco per convincere Belotti alla permanenza e a fargli tornare la serenità"

Quello che temevo si è puntualmente verificato. Ho definito in passato “supplizio” il calciomercato estivo dell’era Cairo e mai come quest’anno lo è. Andrea Belotti è più lontano da Torino di quanto sembri. In allenamento dà sempre il 100 % perché lui è così, perché è un ragazzo serio nel lavoro e, soprattutto, non vuol prendere in giro nessuno. Solo che adesso siamo arrivati a un punto in cui il cerchio si deve stringere.

Prima d tutto trovo totalmente sbagliato che una società di calcio come il Torino, nel fissare quella clausola di 100 milioni, non concordi di comune accordo con l’altra parte la deadline della potenziale offerta. In teoria, secondo le parole del presidente Urbano Cairo, lui salirà a Bormio giovedì per parlare proprio col giocatore. Quale società ambiziosa si riduce così in ritardo nel parlare con il proprio giocatore simbolo, nonché nuovo capitano?

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Qualcosa però è cambiato anche nel ragazzo. Il 10 luglio 2017 al Filadelfia, giorno del raduno, Belotti ha raggiunto i compagni al centro del campo per ultimo, per prendersi la giusta ovazione. Solo un giocatore che sa di restare con quella maglia entra in campo per prendersi l’affetto del nuovo Filadelfia. Con il passare dei giorni però qualcosa deve averlo turbato ed ecco che rifiuta di posare per la presentazione della nuova maglia o di fare il testimonial per SKY. Le ragioni di questi rifiuti sarebbero dovute, stando alle fonti ufficiali, alla ricerca di serenità del bomber. E perché mai ad un giocatore come Andrea Belotti dovrebbe mancare la serenità? Lui ha tutto, affetto dei tifosi, una posizione da leader in squadra e tutte le carte in regola per ottenere il pass ai mondiali in Russia. Forse quello che gli manca è una società che nutra le sue stesse ambizioni. Una dirigenza si manifesta tale quando accosta ad esempio la parola “incedibile” ad un proprio gioiello. Non ricordo che questo termine sia uscito fuori dalla bocca di Petrachi o di Cairo, forse perché ogni giocatore può essere fonte di una plusvalenza.

Il 7 marzo scorso, dopo la domenica della tripletta di Belotti al Palermo (), scrivevo che mi auguravo che Cairo avesse già un accordo con il giocatore e che la permanenza in granata della punta avrebbe rappresentato la dichiarazione di intenti del presidente. In parole povere se alla fine Belotti andrà via, potrà anche essere perché lui ha scelto di togliersi il granata di dosso, ma vorrà dire che al presidente Cairo non interessa un Toro da Champions. E qui non c’entrano i fatturati, perché oggi i soldi ci sarebbero per confermare i titolari in blocco e comprare innesti di qualità a centrocampo e in difesa. Sono sicuro che basterebbe davvero poco per convincere Belotti alla permanenza e a fargli tornare la serenità. Invece credo che manchi la volontà visto che, ad esempio, Duvan Zapata è ancora a Napoli. Probabilmente perché è stato individuato per sostituire il Gallo e non per affiancarlo. Altrimenti avrebbero già chiuso e consentito a Mihajlovic di lavorare anche con la punta colombiana. Invece no, si attende. Perché secondo voi?

Ok, è arrivato Berenguer, che è un ottimo classe esterno classe ‘95. Io non voglio nemmeno passare per quello che sa solo criticare, ma è proprio perché ritengo buono l’impianto della rosa, che credo che basterebbe veramente poco per far togliere qualche seria soddisfazione ai tifosi. Ma allora perché a centrocampo e in difesa il Torino non ha preso ancora nessuno? Ripeto che se in rosa hai Rossettini Lyanco e Bonifazi che sono tre centrali destri, che ce ne facciamo di Paletta (con tutto il rispetto) che è destro anche lui? Al Toro manca un centrale mancino. Non voglio nemmeno soffermarmi sulle voci intorno a Barreca. Perderlo vorrebbe dire cancellare quanto di buono si è fatto fino ad ora.Io spero vivamente di essere smentito dai fatti di questo calciomercato, ma finché persisterà questo silenzio assordante di Belotti, non potrò stare tranquillo.

 

Vincenzo Chiarizia, giornalista di fede granata, collabora con diverse testate abruzzesi che trattano il calcio dilettantistico, per le quali scrive e svolge telecronache. Quinto di sei figli maschi (quasi tutti granata), lavora e vive a L’Aquila con una compagna per metà granata.