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Toro, ingiustizia totale. Ma i cambi di Ventura?

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Non esistono parole precise per descrivere quel cocktail micidiale di sentimenti forti che ho provato nel momento in cui Balotelli ha realizzato il rigore del 2-2 nell'allucinante finale di Toro-Milan, una partita che sicuramente non...
Alessandro Costantino
Alessandro Costantino Columnist 

Non esistono parole precise per descrivere quel cocktail micidiale di sentimenti forti che ho provato nel momento in cui Balotelli ha realizzato il rigore del 2-2 nell'allucinante finale di Toro-Milan, una partita che sicuramente non scorderò per il resto della vita. Quando dico che pensavo di averle viste tutte purtroppo mi sopravvaluto (in fondo sono ancora relativamente giovane...) e sottovaluto, imperdonabilmente, la proverbiale capacità del Toro di infilarsi in situazioni al limite dell'assurdo. Bè, in fondo, penso, non è la prima volta che una squadra subisce una rimonta di un doppio vantaggio in pochi minuti. Vero. E al Toro è già capitato di recente (vedi Cagliari l'anno scorso). Vero. Non sono però tante quelle squadre che in pochi minuti subiscono una rimonta di due gol proprio nei minuti finali, recupero compreso. Già. E sono ancora meno quelle che su entrambi i gol possono recriminare per una decisione arbitrale penalizzante. Verissimo. E forse è una sola la squadra che è capace di attirare su di sè tutte le possibili coincidenze negative tra cui addirittura la totale mancanza di quel minimo sindacale di fair play comunemente accettato nella nostra penisola piuttosto avara di sportività sui campi da calcio. Un nome solo: esatto, il Toro. Dopo essermi arrovellato per quasi due giorni sull'incredibile ennesima ingiustizia di cui siamo stati vittime, mi è venuto in mente che il Bayern Monaco addirittura perse una finale di Champions contro il Manchester United beccando due gol in un paio di minuti tra l’ottantanovesimo e il recupero. Una mazzata incredibile al cui confronto il nostro 2-2 tutto sommato sembra un gran risultato. Chissà che incubo per i tifosi bavaresi. O no? In fondo dopo quella finale persa rocambolescamente non è che abbiano patito più di tanto visto che scudetti e coppe varie sono fioccati a iosa tanto che probabilmente ricordano quella nefasta finale come un obeso ricorda l'unico giorno della sua vita in cui ha dovuto digiunare... Per chi come noi, invece, ha visto la massima gioia internazionale infrangersi su di una traversa, una promozione su di un palo e un'altra su di una fidejussione fasulla, la tempra è un marchio di fabbrica, ma non riesce, ahimè, a fungere da vaccino. Io sono andato a casa incavolato nero ripetendomi che non era possibile non aver vinto una partita del genere quando invece questo era esattamente quello che è successo. Ho provato anche a darmi delle spiegazioni tecniche che includessero nostre colpe concrete, giusto per avere un capro espiatorio che non fosse un fantomatico "palazzo" o la solita "sudditanza psicologica degli arbitri". Mi sono provato a convincere che gran parte della colpa stesse nelle sostituzioni fatte da Ventura o, meglio, in quelle non fatte da Ventura. Perché se un’azione su due del Toro è un contropiede, non togli Cerci a un quarto d'ora dalla fine negandogli la gioia di scorrazzare liberamente nelle praterie della difesa milanista dove stava seminando panico e distruzione. Gli fai comodamente terminare il compito che stava assolvendo anche con una certa bravura. E per gli stessi motivi non togli D'Ambrosio che stava ridicolizzando Zaccardo per mettere Pasquale che sarà anche forte ed esperto, ma si è presentato con un dribbling "alla Caceres" ed ha fatto un intervento su Poli da sbarbatello della Primavera. Perché se stai vincendo due a zero e manca un quarto d'ora alla fine, il cambio più naturale è togliere uno dei tre centrocampisti che avevano speso tantissimo (Brighi magari) per ridare vigore alla mediana e rintuzzare quel minimo di pressione che il Milan stava portando nel finale. E poi non c'è scritto su nessun manuale del calcio che i cambi si debbano fare rigorosamente dopo il 75'! Siamo sinceri, non è la prima volta che succede che il Toro perda o pareggi cedendo nel finale e parte di questo trend ha sicuramente a che fare con la capacità (o l'incapacità) del mister di gestire i tre cambi.  Sabato sera ho goduto nel vedere le fiammate "da Toro" che mi erano molto mancate nella passata stagione. Meno possesso palla, più verticalizzazioni, un mix meno raffinato per chi ama il buon calcio, ma più emozionante per chi è tifoso. E anche se mi sono un po' stufato di applaudire i nostri che vengono sotto la curva a prendersi gli elogi per l'ottima partita senza però che questa abbia portato in dote i punti meritati, poi ripenso a Toro-Genoa dell'anno passato in cui il punto arrivò, ma sappiamo tutti come... E allora tra i due mali accetto il minore: vedere il Toro giocare bene e pagare il fio alla sfortuna (o alla classe arbitrale che tanto è lo stesso!) piuttosto che vederlo invischiato nelle porcate tipiche del calcio italiano.   Alessandro Costantino Twitter: alecostantino74   

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