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Toro, inutile dare troppa importanza al calendario

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E' uscito il calendario della Serie A 2013-2014 e, a parte la curiosità sull'avversario da affrontare nella prima gara casalinga, il mio interesse si è limitato alla verifica di quanto tempo mi (ci) separava dalla disputa del...
Alessandro Costantino
Alessandro Costantino Columnist 

E' uscito il calendario della Serie A 2013-2014 e, a parte la curiosità sull'avversario da affrontare nella prima gara casalinga, il mio interesse si è limitato alla verifica di quanto tempo mi (ci) separava dalla disputa del prossimo derby.

Scrivevo all'inizio della passata stagione che fare l'allenatore è un'attività soggetta a troppe variabili che sfuggono al controllo "umano" e tra queste una fondamentale è proprio la sequenza con cui si affrontano gli avversari in campionato. Se infatti lapalassianamente è indubbio che prima o poi si debbano incontrare tutte le squadre, è altrettanto vero che lo stato di forma del momento, sia proprio che altrui, risulta spesso essere più determinante dei valori che sulla carta contraddistinguono le varie formazioni.

Mi fa quindi ridere chi si avventura a fine luglio a commentare se sia meglio giocare contro il Milan piuttosto che l'Inter ad ottobre o a dicembre perchè mi sembra quasi ovvio dire che, con così tanti mesi di anticipo, è praticamente impossibile prevedere che trend prenderà il campionato di questa o quell'altra squadra.

Valutazioni oggettive sul calendario se ne possono comunque fare, questo è vero: ad esempio l'anno scorso non era stato difficile prevedere per il Toro un momento di difficoltà nel filotto di sette partite contro le grandi, praticamente tutte consecutive, che il computer aveva sistemato proprio nel blocco centrale dei gironi di andata e ritorno. Ed infatti quel filotto, specialmente al ritorno, fu quello che trasformò una salvezza praticamente già raggiunta in un finale di campionato più tribolato del previsto.

Quest'anno gli scontri con le cosiddette big sono ben distribuiti anche se per una strana coincidenza, Napoli a parte, verranno affrontate tutte in casa nel girone di andata (derby incluso). La lettura che si può fare di questo dato è ambigua: se la si guarda positivamente si dirà che da un lato si può sfruttare il fattore campo nel girone di andata quando l'entusiasmo è più forte e la classifica meno pressante per cercare finalmente di battere una grande ( e tutti noi scommettiamo su quale sarebbe la nostra vittima "preferita"...), se invece la si guarda negativamente si commenterà che d'altro canto avremo un girone di ritorno, quando i punti peseranno il doppio e la classifica inizierà ad essere molto più decisiva, pieno di trasferte al limite dell'impossibile. In effetti entrambe le letture sono condivisibili per certi versi e ciò dovrebbe far meditare sull'assurda importanza che diamo al calendario. L'anno scorso, ad esempio, chi incontrò il Milan nelle prime giornate ottenne ottimi risultati: quest'anno che i rossoneri verranno a Torino alla terza di campionato sarà lo stesso?

Il Toro giocherà la prima col Sassuolo, debuttante assoluta in A: meglio incontrare le neopromosse all'inizio quando sono cariche di entusiasmo, ma rischiano di pagare lo scotto del salto di categoria oppure più avanti quando la classifica ha smorzato un po' di quell'euforia, ma magari i meccanismi di gioco e la solidità di squadra si sono rinforzate? Domande a cui è difficile dare una risposta, per il semplice motivo che una risposta univoca non esiste. Il campionato è un continuo divenire, con squadre forti e squadre meno forti che vivono alti e bassi e pertanto molto dipende dal momento dell'anno in cui ci si scontra. Se poi ci mettiamo infortuni, squalifiche, impegni infrasettimanali, esoneri di allenatori, partite in campo neutro e chi più ne ha più ne metta, ecco che il calendario non è niente più di una semplice strada da seguire col dito su di una cartina: solo quando si affronterà la strada vera e propria, con le difficoltà reali del suo cammino, ci si renderà conto di quanto quel percorso sia duro.

A meno di essere come Marotta e avere il coraggio di lamentarsi del fatto che nella compilazione dei calendari non si è tenuto un occhio di riguardo verso le squadre che giocano in Europa (ha allargato l'ottica ma si sa a quale squadra si riferiva). Come se gli anticipi al sabato (o addirittura al venerdì!) per le squadre impegnate in Champions e una formula della Coppa Italia che, definire scandalosa è un eufemismo, non favorissero già abbastanza certe squadre... Per fortuna la sesta giornata arriverà presto e... prima o poi...

 

Alessandro Costantino

(Foto Dreosti)

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