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Toro-Juve: almeno non facciamoci picchiare da Zaza

Alessandro Costantino
Alessandro Costantino Columnist 
Il Granata della Porta Accanto / Nessuno pretende che si facciano miracoli, ma i tifosi vogliono come minimo una prestazione da Toro

E' passato appena un girone da quel maledetto gol di Cuadrado all'ultimo secondo, ma l'aria attorno al Toro è cambiata radicalmente da allora. Quel giorno si affrontava una Juve in piena crisi e sarebbe bastata un po' più di mentalità vincente oltre ad un pizzico di fortuna in più per darle la spallata decisiva. Invece da quel gol di Cuadrado i bianconeri non hanno più smesso di correre (18 vittorie e 1 pareggio nelle ultime 19 partite) mentre i granata si sono avvitati su se stessi marciando da allora ad un ritmo da retrocessione. Strana la vita e i suoi destini incrociati.

Questo derby arriva nuovamente in un momento cruciale per entrambe le squadre. Dopo l'eliminazione in Champions, perdere per la Juve significherebbe rischiare di non vincere lo scudetto, vincere per il Toro significherebbe, invece, invertire la rotta e salvare una stagione sulla quale si sta appiccicando l'etichetta di fallimentare. Il problema è che perché ciò avvenga bisognerebbe come minimo sfoderare una prestazione "da Toro", cosa che ultimamente sembra riuscire poco a Glik e compagni.

Ma poi cosa vuol dire "da Toro"? Innanzitutto, per me, vuol dire entrare in campo con l'atteggiamento di chi vuol vendere cara la pelle, di chi è conscio della differenza tecnica, ma non ha paura. Non ha timore nei contrasti, non ha timore nel provare la giocata, non ha timore di aggredire l'avversario, di soffocarlo, di fargli sentire il fiato sul collo, non ha timore di rispondere colpo su colpo.  Si possono sbagliare i cross, i passaggi, i tiri, ma non si può sbagliare l'atteggiamento col quale si affrontano "quelli lì". Non ci si può far picchiare da Zaza e non trovare la rabbia agonistica per non accettarlo. Entri duro, entro duro. Spingi, spingo. Provi a spostarmi, non arretro di un millimetro. Una palla vagante? Ci arrivo prima io. Una palla nella mia area? La spazzo io. Una palla alta nella loro area? Ci arrivo io di testa. E' questo quello che intendo per atteggiamento da derby. In una parola sola, 'intensità'. Se sei il Toro e giochi il derby senza intensità dall'inizio alla fine, avrai pochissime possibilità di uscirne bene. Da più di un secolo si disputano derby e nel novanta per cento dei casi i valori in campo sono sempre stati sbilanciati dalla parte dei gobbi. Eppure dalle statistiche non mi risulta che la Juve abbia vinto il 90% dei derby. E' vero invece che da quando c'è Ventura abbiamo perso il 90% dei derby. Coincidenza? Può darsi, come può darsi che eliminando, come ha fatto il mister, la componente aggressiva dal dna di questa squadra questi siano i risultati quando si affronta la Juve (ma più in generale le cosiddette big...).

Non so quanti di noi credano veramente in un risultato positivo, ma sono certo che ognuno di noi domenica pomeriggio vorrebbe vedere undici leoni battersi fino alla fine mettendo in campo fino all'ultima goccia di energia fisica e mentale disponibile. Se ciò avverrà allora sì che per una volta il risultato non conterà e la Maratona tributerà il giusto omaggio ai "suoi eroi". Se invece ci faremo di nuovo picchiare da Zaza, be', ogni appello all'unità sarà stato del tutto inutile perché l'ira dei tifosi si abbatterà su giocatori e tecnico.  Inevitabile e meritata.