Nel calcio la medicina migliore è sempre quella dei tre punti. Puoi essere positivo quanto vuoi, puoi raccontarti che stai giocando bene e che le prestazioni sono ottime, puoi mettere la mano sul fuoco sulla compattezza del gruppo e sul fatto che tutti remino dalla stessa parte, ma quando sei in crisi tutto questo non conta davvero nulla se poi non arriva una vittoria a riportare un po' di sereno e di convinzione nell'ambiente. Lo abbiamo chiaramente visto in Torino-Como: i lariani, che in classifica stavano peggio, ma di testa stavano meglio hanno giocato più sciolti dei granata che invece avevano una classifica migliore, ma erano reduci da una striscia di risultati negativi che ne avevano minato le (poche) certezze e l'entusiasmo (moderato) accumulato sino ad un mese fa.
Il granata della Porta Accanto
Toro, la strada giusta è quella…vecchia!
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Ci ha pensato il gol di Njie a ridare una boccata di ossigeno alla banda di Vanoli: senza i tre punti di venerdì sera oggi parleremmo di un Toro ancora in piena crisi, mentre al contrario la vittoria ha riportato fiducia in vista anche di un trittico di imminenti partite per nulla semplice (Roma, Fiorentina, Juventus). Ovviamente il Toro non è "guarito" e i problemi di fondo di questa squadra restano ben evidenti a tutti: fase difensiva fragile, fasce inadeguate a garantire spinta e copertura come si conviene ad un solido 3-5-2 e centrocampo ricco di interpreti ma difficile da assortire in maniera efficace. Da cosa ripartire allora per sperare in un prosieguo di campionato più tranquillo? In primis dalla voglia di fare risultato che è emersa contro il Como. In serie A i dettagli fanno la differenza e la convinzione e la cattiveria agonistica con cui si scende in campo ancora di più. Le differenze tra le squadre sono sempre più labili per cui chi è sul pezzo, a prescindere dalla cifra tecnica che ovviamente può far "saltare il banco", ha più chance di portare a casa risultati positivi.
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Inoltre, avere un portiere che para ed è il migliore in campo, ad esempio, non deve essere visto necessariamente come un fattore negativo: a Cagliari Scuffet nel finale ha sigillato la vittoria dei suoi sul Toro, con il Como Vania ha fatto lo stesso per noi. Non si può pensare di giocare un match di Serie A senza concedere occasioni da gol all'avversario di turno, ergo avere un portiere che para è un asset vitale. E che il nostro Milinkovic Savic stia parando più che nelle stagioni precedenti deve farci vedere il bicchiere mezzo pieno. Infine, c'è da sottolineare un aspetto fondamentale di quanto successo al Grande Torino venerdì sera. Il fatto che il gol vittoria sia stato segnato da un giovane Primavera non può che farci riflettere su quanto della nostra storia si sia perso nel corso degli ultimi anni: il determinante apporto diretto del nostro vivaio. Certo Njie non è un "vero" prodotto del vivaio granata essendo stato acquistato tre anni fa, ma è comunque un giovane scovato dallo scouting del gruppo che lavora sotto le direttive di Ludergnani e che è stato valorizzato negli anni di Under 18 e 19 con la maglia granata addosso.
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Lo stesso può dirsi di Gineitis, in questo senso. È chiaro che il percorso totale (da 6 anni in su) di un Buongiorno o di un Ciammaglichella porta ancora più lustro al lavoro delle giovanili perché coinvolge anche la scuola calcio che opera sul territorio e cerca i talenti "locali", ma è in generale la sinergia tra i due percorsi ad essere comunque indispensabile per far approdare il maggior numero di talenti dal vivaio alla prima squadra.
La strada che il gol di Njie ci ha indicato venerdì è quindi la strada...vecchia! È la strada che il Toro ha sempre percorso nella sua storia trovando nei giovani emersi dalle sue Under la linfa vitale, sia nei momenti difficili che in quelli più felici. Oggi guardiamo tutti all'Empoli o all'Atalanta o, in parte, anche alla Roma che lanciano i propri giovani ed ottengono risultati, ma questo lo facevamo prima di loro noi del Toro praticamente da sempre! Occorre solo ricordarcelo e strutturare la società perché lavori in un certo modo: va bene il Robaldo, sperando che sia veramente operativo dalla primavera del 2025, va bene lo scouting di Ludergnani che ha tirato fuori già dei validi prospetti, ma occorre percepire davvero la voglia della società di investire pesantemente nel settore giovanile anche in termini economici importanti. Cairo che è tornato allo stadio e che non perde occasione per elargire ricette a destra e a manca per salvare il calcio, a parole sostiene che i giovani siano la salvezza del sistema calcio, ma nei fatti investe molto meno di quanto facciano le società più virtuose in questo senso. Chissà che il gol di Njie non gli abbia acceso una lampadina nella testa e convinto che un investimento è qualcosa di molto di più di un semplice costo...
Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finchè non è finita.
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