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columnist
Eh, sarebbe bello avere un Toro da “libera tutti”.
Una di quelle squadre capaci di esaltare perché scende in campo coi crampi della fame, e corre fino a che non se la divora la partita, se lo mette in pancia, il risultato. Sarebbe bello avere un Capitano a cui si aggiungerebbero sempre stellette sulla divisa; un attacco perennemente armato, un centrocampo lucido e potente che elabora la strategia della prossima mossa sulla scacchiera. Sarebbe bello avere una difesa capace di blindare i risultati, sempre accordata con il capo della porta. Ah già, quella ce l’abbiamo. Anche se di recente ne abbiamo presi due, di gol, la difesa ce l’abbiamo.
Liberi. La domenica pomeriggio, siamo liberi di scegliere di andare al bar a vedere la partita contro l’Atalanta, e di dimenticare che fuori c’è il sole. Libertà di farsela pure piacere, l’Atalanta, perché non avrà bilancio, ma non gli mancano stile e caparbietà.
Siamo liberi, dalla paura di perdere Belotti. L’estate passata non lo avremmo accettato mai, ci sarebbe stata una rivoluzione. Oggi, piace amarlo e spingerlo forte in partita, ma se deciderà di andare via, staremo a vedere chi arriverà.
Liberi da Miha e dal suo celodurismo, che a sua volta ci aveva liberati dalle acque chete di Ventura. Personalmente non ho esultato troppo quando Ventura ci ha salutati per la Nazionale, ma quando Miha ha prolungato le vacanza di Natale fino a data da destinarsi, sì. Un esultare malinconico… consapevole che questo momento arrivava nel mezzo del cammin del nostro campionato e comprometteva comunque il bene futuro, almeno per quest’anno. Liberi di ripeterlo per la centesima volta: almeno per quest’anno.
Da anni siamo liberati dalla B, ma proprio perché siamo passati anche da lì e ci ha fatto male, un decimo posto non ci può bastare.
Possiamo pensare di liberarci da Cairo, ma solo quando Zuckerberg si deciderà finalmente a confessare sui social di aver fondato fb solo per comprarsi il Toro. Fino a quando non vincerà questa timidezza, ci accontentiamo di Cairo, come Presidente. Un imprenditore di successo che spero si sia comprato il Toro per alimentare ulteriore successo. È successo? Voglio che succeda.
Libertà di aver urlato forte “Bella Napoli!” domenica scorsa, ma determinati che quella che verrà, di domenica, dovrà essere giocata fino in fondo da Toro. Se così sarà, bene, saremo soddisfatti del risultato. In ogni caso.
Liberi da chi si compra le persone, i giocatori come gli arbitri. I tifosi, pure.
Libertà di guardare la partita del Real, stasera.
E libertà di cantare “Quel giorno di pioggia” la prossima domenica, nell’intervallo. Con un po’ di commozione, sì, e allora?
Alla fine aveva ragione Gaber: libertà, è partecipazione. È sentirsi parte del Toro anche se un altro campionato è sprecato e un altro sbadiglio si è allargato.
Libertà di essere delusi e arrabbiati, ma anche consapevolezza che il Toro è la nostra scelta libera.
Non possiamo essere altro che Toro.
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