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Toro: l’importante non è vincere, ma essere fiero dei propri colori

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Occhi Sgranata / Torna la rubrica di Vincenzo Chiarizia: "perché questo è l’importante, essere dei fieri tifosi della propria squadra, che non antepone il risultato ad ogni costo, ma che porta in campo dei valori sani: il Toro sabato l'ha fatto"
Vincenzo Chiarizia

Il tifoso del Toro ha almeno un tifoso della Juventus come parente, come amico o come collega. Mio malgrado io ne sono circondato. Ma questo non è un problema. Quello che mi stupisce è constatare come non sia riuscito a trovare un tifoso bianconero che abbia non dico ammesso che l’ammonizione di Acquah non ci fosse, ma che almeno abbia il beneficio del dubbio. Tutti i miei interlocutori bianconeri danno per scontato che l’espulsione sia stata sacrosanta. Nello scambiare opinioni ho sentito anche tirare in ballo come argomentazione “l’espressione in volto di Acquah” al momento dell’intervento troppo cattiva perché voleva intimorire l’avversario. Ho anche letto chi asseriva che l’intervento di Mandzukic sul pallone al derby di andata fosse regolare, ma che fosse giusta invece la sanzione per l’intervento di Acquah.

Io personalmente e purtroppo considero la squadra allenata da Allegri la più forte del campionato, ma proprio per questo credo che ci avrebbe potuto battere a mani basse senza per forza che Valeri ci lasciasse in dieci uomini. Poi vado con i pensieri a ritroso nei derby giocati allo Stadium e mettendo sui piatti della bilancia gli episodi dubbi a favore di entrambe le squadre, purtroppo l’ago non resta in equilibrio ma pende verso il bianco e il nero. Almeno sui numeri degli episodi c’è poco da ridire, in quanto dati statistici. Il problema è che dall’altra parte non ci sono dubbi. E’ qui che ogni confronto perde senso. Addirittura una persona mi accusa dicendomi che “in quanto giornalista non posso asserire che nei momenti di difficoltà per la Juve, arriva sempre in soccorso un aiuto.” Per quale motivo non posso affermalo non saprei.

Comunque sia le opinioni con altri tifosi riesco a sostenerle arricchendomi del confronto, con i bianconeri mi scontro sempre contro un muro invalicabile. Forse dovrei rassegnarmi. Ma non mi rassegno alla fede granata. Quello sceso in campo nel derby è stato un Toro che ha rischiato anche di perdere malamente per le occasioni sciupate dai nostri avversari, ma è innegabile che i giocatori granata abbiano dato tutto, perché è oggettivo che la squadra bianconera sia tecnicamente e qualitativamente più forte dei granata. Anche questa volta Belotti ha dato il massimo dimostrando di tenere alla maglia granata. In precedenza avevo scritto del nostro bomber come di un giocatore non concentrato al 100 % sul Toro, suscitando qualche mugugno tra i tifosi, ma poi lo stesso Mihajlovic lo ha confermato parlando di distrazioni anche per le voci che girano intorno a lui.

Ad ogni modo il pathos mostrato nella lettura dei nomi dei caduti di Superga e la grinta messa nel derby non fanno indietreggiare di una virgola l’opinione personale che ho sul bomber: giocatore straordinario che può essere il degno rappresentante della bandiera granata. Belotti ci rende fieri, perché questo è l’importante, essere dei fieri tifosi della propria squadra, che non antepone il risultato ad ogni costo, ma che porta in campo dei valori sani. Il Toro sabato nel derby l’ha fatto e questo mi rende felice nel tifare la mia squadra malgrado la delusione del pareggio in extremis.

Vincenzo Chiarizia, giornalista di fede granata, collabora con diverse testate abruzzesi che trattano il calcio dilettantistico, per le quali scrive e svolge telecronache. Quinto di sei figli maschi (quasi tutti granata), lavora e vive a L’Aquila con una compagna per metà granata.

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