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Toro, lo spogliatoio è il tuo punto di forza

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Occhi Sgranata / Torna la rubrica di Vincenzo Chiarizia: "Da domenica il Toro deve cominciare a fare sul serio, a cominciare dall’approccio alla gara"
Vincenzo Chiarizia

Durante la sosta ci sono momenti in cui riflettere sulla situazione del nostro amato Toro. La formazione granata nelle prime tre uscite stagionali non ha sciorinato il miglior calcio, non è stata sul pezzo per tutti i novanta minuti, eppure si ha la sensazione che il Toro possa far parlare di sé in questo campionato. Le buone sensazioni nascono da un mercato che per lo più ha portato giocatori di livello come Izzo, Soriano e Zaza e le scommesse Meité, Ola Aina, Bremer, Djidji e Damascan. Tra questi ultimi le prime due sono scommesse vinte, mentre restano ancora da scoprire gli altri. Speriamo che Cairo e Petrachi abbiano azzeccato le mosse e che non abbiano scovato altri Sanchez Mino per intenderci. Restano alcune lacune le quali non sono reputate punti fondamentali da alcuni tifosi. Tuttavia a mio modesto parere avere solo tre esterni di ruolo non è stata una scelta prudente per la società e come si sa, la lingua batte dove il dente duole, ecco dunque che gli infortuni di Ansaldi e Aina stanno complicando la vita a mister Mazzarri per la prossima trasferta di Udine. Berenguer si può adattare a sinistra e probabilmente alla Dacia Arena sarà lui a scendere in campo, ma non può garantire il suo massimo rendimento in un ruolo che non ha mai ricoperto in maniera frequente. Per Parigini invece il ruolo di esterno di centrocampo in un 3-5-2 è totalmente fuoriluogo, ma potrebbe essere molto utile in un eventuale 3-4-3 come esterno d’attacco e speriamo che il gran gol messo a segno in Under 21 contro l’Albania possa galvanizzare il giocatore e che riesca ad essere paziente in attesa della propria opportunità, per poi coglierla al volo e dare il meglio di sé. Inoltre tutti criticano Zaza per il suo passato compreso il sottoscritto. Io non dimentico quel derby, ma voglio concedergli una possibilità e cioè la stessa che fu concessa a Pasquale Bruno per consentirgli di dimostrare l’attaccamento alla nostra maglia. Manca in rosa anche un giocatore tecnico, capace di illuminare il gioco, capace di battere le punizioni, capace di risolvere la gara con un guizzo, una giocata, un assist o una rete da favola. Quel giocatore il Toro ce l’aveva, ma è stato ceduto senza pensare di rimpiazzarlo. Non voglio dire che Ljajic fosse il giocatore il più forte del mondo che il Toro ha svenduto, ma che Mazzarri e la società hanno scelto che un giocatore con le sue caratteristiche non fosse utile alla causa. Valutazioni che personalmente non condivido, ma che spero abbiano risvolti positivi soprattutto nell’ottica di mantenere uno spogliatoio unito.

Ed è qui che volevo arrivare. Forse è proprio questo aspetto che regala ottimismo all’ambiente granata. Moretti e De Silvestri sono gli “ingegneri” che hanno costruito questo un nuovo spogliatoio. Assieme a tutti gli altri big come Sirigu, Nkoulou, Baselli, Rincon, Iago Falque e capitan Belotti si è sposata l’idea di mantenere un low profile di vivere alla giornata, senza pensare dichiaratamente all’Europa. Dunque è questa l’arma in più che ha quest’anno Mazzarri e cioè la gestione di uno spogliatoio che rema dalla stessa parte. In queste condizioni ogni tipo di difficoltà può essere superata, anche i buchi in rosa sugli esterni. D’altronde se Samuel Eto’o nell’Inter di Mourinho si sacrificava per la squadra a rientrare per fare addirittura il terzino, significa che oltre ad essere dotati tecnicamente, per vincere bisogna avere spirito di sacrificio per la squadra. Auspico dunque che Berenguer e Parigini possano avere quello spirito di sacrificio per affrontare la probabile circostanza di domenica che potrebbe catapultarli sull’out di sinistra a ricoprire l’intera fascia.

Dunque a Udine riprende il campionato ed il Toro non può più permettersi di rinunciare ad un tempo. Da domenica il Toro deve cominciare a fare sul serio, a cominciare dall’approccio alla gara.

Vincenzo Chiarizia, giornalista di fede granata, collabora con diverse testate abruzzesi che trattano il calcio dilettantistico, per le quali scrive e svolge telecronache. Quinto di sei figli maschi (quasi tutti granata), lavora e vive a L’Aquila con una compagna per metà granata.

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