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Toro, ma come si fa?

Beppe Pagliano
Al termine della partita contro il Parma domenica pomeriggio, mi veniva da esclamare una cosa sola: ma come si fa?Ma come si fa a scomparire letteralmente dal campo dopo 75 minuti di una gara che era stata sempre tenuta saldamente in pugno? Ma...

Al termine della partita contro il Parma domenica pomeriggio, mi veniva da esclamare una cosa sola: ma come si fa? Ma come si fa a scomparire letteralmente dal campo dopo 75 minuti di una gara che era stata sempre tenuta saldamente in pugno? Ma quale male oscuro opprime i giocatori granata? Quale grave limite caratteriale limita le potenzialità di questa squadra? Cerchiamo di ragionare a mente fredda ed andare a capire qualcosa in più di quello che succede spesso e volentieri ai nostri eroi. Già l’anno scorso con l’avvento di Ventura eravamo stati costretti a subire delle sconfitte particolari, due su tutte quella di Gubbio arrivata a causa di un clamoroso errore di Coppola, ma soprattutto di una eccessiva presunzione da parte della squadra, e come non ricordare la debaclé di Modena quando si era tranquillamente in vantaggio a pochi minuti dal fischio finale e solo a causa di un atteggiamento supponente, si perse colpevolmente. In questa stagione come dimenticare l’atteggiamento molto poco da Toro sfoggiato nel derby d’andata quando la nostra squadra, si fece letteralmente accompagnare al macello dalla squadra di Venaria, cosa dire poi di quello che successe la settimana seguente contro il Milan, quando in vantaggio per 1 a 0 i nostri, nel giro di pochi minuti si fecero letteralmente travolgere dai rossoneri. Ma quello che è successo nelle ultime due trasferte ha letteralmente dell’incredibile, a Cagliari in vantaggio per 2 a 1 dopo aver avuto più volte a disposizione la palla per chiudere la partita la nostra squadra ha subito il pareggio di Conti a causa di una disattenzione imperdonabile e da lì in poi i nostri giocatori sono andati letteralmente in bambola, tutto ciò era stato in parte messo in ombra da una direzione arbitrale estremamente insufficiente. A Parma però il Toro è riuscito in un qualcosa che rischia davvero di diventare il record mondiale dell’idiozia. La partita, dopo un primo tempo equilibrato si era sbloccata a nostro favore grazie al gol di Santana, dopodiché il Toro aveva avuto almeno due nitidissime occasioni per chiudere il match, ma prima è stato il palo a dire di no a Birsa e quindi è stato Mirante a compiere un mezzo miracolo su Bianchi. Arrivati al 75’ la partita sembrava incanalata benissimo per i ragazzi di Ventura, i gialloblu emiliani stentavano a trovare il bandolo del gioco, ma all’improvviso un infortunio di Ogbonna ha fatto sì che il cambio con Rodriguez non sia stato fatto in modo repentino ed il Parma è riuscito a raggiungere il pareggio, ma quello che è successo da lì in poi è qualcosa di veramente pazzesco che ben poche volte in vita mia ho avuto modo di vedere su un campo di calcio. Dopo il pareggio di Amauri il Toro è letteralmente sparito dal campo, si è sciolto come neve al sole, una cosa davvero preoccupante, che a dieci giornate dalla fine del campionato non può permetterci di dormire sonni tranquilli. Davanti al televisore, negli ultimi minuti di partita, mentre mi stavo torturando davanti a questo supplizio a cui è stata costretta la maglia granata (nell’occasione di un azzurro inguardabile), cercavo di capire quale fossero i motivi di questo suicidio di gruppo. Sicuramente una bella dose di inesperienza e sicuramente un gran bella dose di presunzione. Però è mai possibile che questa squadra debba sempre giocare di fioretto e mai, dico mai, usare la clava come piace a noi granata? E’ mai possibile che questa squadra non getti mai una volta il cuore oltre l’ostacolo? È mai possibile che questa squadra al primo refolo di vento contrario crolli come un castello di carte? Quante volte abbiamo assistito a partite come quella di domenica, in cui è mancato quel qualcosa che si chiama cuore per portare a casa i tre punti? Spiace davvero dover continuare a guardare la classifica, quando già da parecchie settimane la salvezza potrebbe essere custodita in cassaforte. Spiace in qualche modo dover criticare Ventura, il quale ha il grande merito di aver saputo ridare dignità al nostro Toro, ma snaturando quello che è il nostro dna, perché il Toro, il vero Toro, non esce mai dal campo al settantacinquesimo minuto! Qualcuno potrà obiettare dicendomi che questi sono errori di gioventù, mi si potrà dire che questa squadra non può fare molto di più e che i crolli sono dovuti a limiti tecnici, celati ad arte da una perfetta organizzazione tattica. Tutti discorsi condivisibili, ma se alla nostra squadra venisse innervata una buona dose di sangue e di tremendismo granata, sono sicuro che certe umiliazioni non le dovremmo più subire. Ed ora non ci rimane che ritornare in trincea e cercare di strappare questi benedetti punti che mancano alla salvezza nel minor tempo possibile, sperando di non commettere ancora altri imperdonabili passi falsi.    Beppe Pagliano   (foto M.Dreosti)