- Calciomercato
- Prima Squadra
- Giovanili
- TN Radio
- Interviste
- Mondo Granata
- Italia Granata
- Campionato
- Altre News
- Forum
- Redazione TORONEWS
Urbano Cairo Memorial Mamma e Papà Cairo 2023
Alla vigilia del campionato si è scatenato il toto griglia di partenza: un giochino tipico di fine estate dove si "fanno le carte" alle squadre e si ipotizza quale può essere il potenziale di ognuna delle partecipanti in ottica di piazzamento finale di classifica. Senza nessuno stupore un po' tutti, dagli addetti ai lavori ai tifosi stessi, hanno piazzato il Toro tra l'ottavo e il dodicesimo posto, in linea quindi con il risultato del delle due ultime stagioni. Ed in effetti, anche solo guardando al mercato, la strategia del club granata è stata più di consolidamento che di rafforzamento: si sono (al momento) trattenuti i migliori (Ricci, Schuurs, Vlasic, Ilic), si è sacrificato con una certa logica Singo sostituito con l'acquisto definitivo di Lazaro e alla fine il vero colpo è stato Raoul Bellanova. Una squadra quindi che riparte dalla buona base del decimo posto dell'anno scorso alla quale però manca un trequartista che possa fare la differenza (in ballo i ritorni di fiamma con Praet e Miranchuk) per ambire a qualcosa di più. Ascoltando però il presidente Cairo sembra quasi che il club abbia fatto investimenti importanti tali da giustificare un trionfante approccio a questa stagione: "da quando c'è Juric abbiamo investito 80 milioni di euro sulla squadra" sono state le parole artatamente ambigue del nostro presidente. La cifra è veritiera a metà, nel senso che è corretta in termini di player trading in entrata ma non tiene conto, un po' furbescamente, dei ricavi da player trading in uscita: infatti la sola vendita di Bremer, ad esempio, controbilancia per più di metà quei famosi 80 milioni investiti dal presidente…
LEGGI ANCHE: Toro, un mercato tra luci ed ombre
Ora, non c'è bisogno di un Master in Business Administration alla Bocconi per capire che il concetto di investimento è un po' diverso da come ce lo "vende" il nostro editore alessandrino, specialmente se parametrato al mondo del calcio: l'investimento serve ad ottenere un beneficio chiaramente di natura economica nel medio lungo periodo, ma in termini prettamente sportivi l'investimento ha come ritorno specifico un miglioramento dei risultati. Tradotto, vittorie, non solo plusvalenze. Siccome il tifoso non è un ragioniere, ma appunto un tifoso, tenderà a valutare quindi l'effetto di un investimento non tanto in termini di conto economico quanto di posizioni di classifica scalate. E questi 80 milioni, ad oggi, dicono che il loro "ritorno" al momento è un mediocre in decimo posto. La famosa parte sinistra della classifica che di fatto dal settimo posto in giù conta ben poco…Il problema del Toro negli ultimi anni è sempre stato che per ogni investimento fatto in un giocatore "forte" c'è stata una cessione di un giocatore altrettanto "forte" col risultato di avere un positivo impatto economico a zero tra entrate e uscite, ma un impatto sportivo altrettanto neutro in termini di crescita di risultati.
LEGGI ANCHE: Celesia e il cortocircuito tra il dire e il fare
Certo la continuità tecnica garantita da Juric e da un gruppo di giocatori che inizia ad essere "stabile" può garantire sviluppi interessanti sul piano dei risultati nel campionato che ci apprestiamo a vivere, ma parlare di investimenti veri, francamente, mi pare troppo. Quanti soldi "veri" sono stati destinati dal club alla crescita sportiva? Esiste un piano economico che preveda uscite superiori alle entrate in un primo momento per ottenere risultati sportivi e conseguenti maggiori introiti economici in un secondo momento? A livello di strutture su cosa si è investito? Lo stadio? Il centro sportivo per le giovanili (Robaldo)? Una seconda squadra? Nuove risorse umane per lo scouting o il vivaio? A me pare che a nessuna di queste domande si possa rispondere in maniera affermativa per cui mi chiedo: ma di quali investimenti realmente parliamo quando ci riferiamo ai ,"famosi" 80 milioni?
LEGGI ANCHE: Toro, finché c'è Juric c'è speranza
Qui mi sembra che ci limitiamo ad una virtuosissima gestione di pareggio tra entrate ed uscite, un esercizio gestionale che un qualunque amministratore di condominio saprebbe bene come realizzare. Ma la visione imprenditoriale? E, soprattutto, il sogno sportivo di raggiungere risultati veri?
LEGGI ANCHE: Toro, quella “forchetta” troppo grande e rischiosa
Aspettiamo la fine del calciomercato per giudizi più circostanziati e aspettiamo le prime partite per capire se Juric anche quest'anno riuscirà a far rendere al meglio ciò che ha a disposizione: un ottavo posto sarebbe certamente un upgrade dal punto di vista sportivo, ma non tale da giustificare un rosario di cifre snocciolate alla stampa fatto più per impressionare chi di Toro non si interessa che non noi veri tifosi stufi di festeggiare fantomatici scudetti del bilancio, ma nessun trofeo nell'unico luogo in cui ciò conta veramente. Sul campo da gioco…
Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finché non è finita.
Disclaimer: gli opinionisti ospitati da Toro News esprimono il loro pensiero indipendentemente dalla linea editoriale seguita dalla Redazione del giornale online, il quale da sempre fa del pluralismo e della libera condivisione delle opinioni un proprio tratto distintivo.
Se vuoi approfondire tutte le tematiche sul mondo Torino senza perdere alcun aggiornamento, rimani collegato con Toronews per scoprire tutte le news di giornata sui granata in campionato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA