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Toro, mai più un’altra Carpi

Alessandro Costantino
Alessandro Costantino Columnist 
Il Granata Della Porta Accanto / Toro - Lecce: pretendere le vittorie è da gobbi, chiedere che ci si provi con tutte le forze è da granata veri…

Non è passato molto da quel 3 ottobre 2015, una data che ai più non dice molto in effetti, ma che, al contrario, avrebbe potuto essere una data da ricordare nella storia recente del Toro. È il giorno di Carpi-Torino, partita che di per sé non scalda i cuori dei tifosi granata più di tanto, se non fosse che una vittoria del Torino riporterebbe i granata, almeno per una notte visto che si tratta di un anticipo, in vetta alla classifica 38 anni dopo l'ultima volta.

Siamo solo alla settima giornata di campionato, non c'è nessuna reale velleità di alta classifica, ma l'occasione è ghiotta anche solo per togliersi una soddisfazione e far sognare un po' ad occhi aperti noi tifosi, ahimè, non molto abituati a vedere il Toro nelle posizioni che contano. Tra l'altro il Carpi è una neopromossa che nelle 6 giornate precedenti non ha mai vinto ed ha appena esonerato Castori per affidare la panchina a Sannino. Sembra la classica situazione dove il copione è già scritto, da un autore però che non conosce la peculiarità tutta granata di "resuscitare i morti"...

Il Toro manco a dirlo perde 2-1 regalando la prima storica vittoria in serie A agli emiliani. Ciò che dà più fastidio non è la sconfitta in sé quanto l'atteggiamento della squadra durante la partita: invece di aggredire l'avversario con la foga di chi vuole raggiungere un traguardo storico conquistando i 3 punti, il Toro nicchia timorosamente per 75 minuti svegliato solo, già sotto di due reti, dal rigore di Maxi Lopez.

Perché vi racconto tutto questo? Perché lunedì nel Monday night contro Il Lecce, il Torino, vincendo, può rimanere in testa alla classifica di Serie A, dimostrando non tanto di essere una pretendente allo scudetto, quanto di aver raggiunto una maturità in termini di risultati e di mentalità tale da farla ambire ai propri obiettivi di alta classifica, cioè ad un accesso diretto alle coppe europee senza passare dai preliminari che abbiamo constatato sulla nostra pelle non essere proprio un cammino agevole.

Sinceramente è questo ciò che mi aspetto lunedì dal Toro: non che si vinca ad ogni costo (sebbene sarebbe delittuoso perdere punti in casa contro una neopromossa che tra l'altro ha cominciato male il campionato), ma che si scenda in campo convinti del proprio valore, con determinazione e ferocia sportiva.

Mai più un'altra Carpi, è il monito che lancio! Mai più un Toro spento e pauroso della propria ombra e soprattutto mai più un Toro remissivo e che non provi neppure ad imporsi. Il lavoro di Mazzarri dell'ultimo anno per fortuna mi rassicura sotto questo aspetto: si vince, si pareggia o si perde (come successo a Wolverhampton), ma si lotta sempre tutti insieme spendendo fino all'ultima goccia di sudore. Solo ad Empoli questi presupposti sono venuti meno e sebbene la posta in palio fosse importante, vista l'evoluzione continua della squadra, possiamo considerare quella partita un "incidente di percorso".

A Carpi quattro anni fa si doveva andare col coltello fra i denti, liberi mentalmente perché non si aveva nulla da perdere, al contrario con tutto da guadagnare. Col Lecce occorrerà giocare "normalmente" secondo gli standard Mazzarriani: concentrati sempre, attenti, cercando di fare le cose che sappiamo fare e non facendo mai mancare intensità e voglia. Poi è banale dirlo, ma la palla è rotonda, e le partite vivono di vita propria, gli episodi spesso hanno un peso determinante e "fare la partita" non è sempre garanzia di successo. Pretendere le vittorie è da gobbi, chiedere che ci si provi con tutte le forze è da granata veri.

C'è uno slogan che si sente spesso in Inghilterra: we don't demand a team that wins, we demand a club that tries (non pretendiamo una squadra che vinca, pretendiamo un club che ci provi). È questo che si chiede a Cairo e, ormai, dopo 14 anni dovrebbe averlo capito. La scelta di Mazzarri sembra pagare in questo senso ed infatti noi tifosi siamo soddisfatti della mentalità che il tecnico livornese sta dando alla squadra. Il presidente ha dato segnali contrastanti quest'estate non facendo mercato quando avrebbe dovuto farlo. Per fortuna i profili che dovevano arrivare sono arrivati pertanto non ha più senso recriminare per cosa sarebbe stato meglio fare. Lunedì possiamo dimostrare che il Toro c'è: la vera vittoria sarebbe proprio quella…