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Toro Noif: nelle origini, il futuro

Maria Grazia Nemour
Sotto le Granate / "Di certo è periodo di intemperie, ma abbiamo assistito alla violenza di tali tempeste da non tremare per un po’ di cattivo tempo"

Esistono congiunture favorevoli che ti restituiscono il sorriso, come brindare, il giorno dell’Immacolata, al Toro che vince e la Juve che perde. Cin cin! 

Un sorriso che ti accarezza la memoria riportandoti indietro a un altro brindisi, era il 2006, il Toro veniva promosso in A per meriti, e la Juve retrocessa in B per ruberia. Bon bon!

Il terzo brindisi dell’Immacolata: al cuore, al piede e all’intelligenza calcistica di Ansaldi. Che il cielo lo conservi in salute, passionale e umile!

Brindisi a parte, è particolare l’atmosfera prenatalizia del Toro di queste settimane, il pessimismo non è certo dettato dalla delusione di non vivere momenti di giubilo da classifica di Capodanno (ma quando mai?), quanto dallo sguardo torvo di tanti sfiduciati granata. E non parlo dell’atteggiamento tra il luttuoso e l’aggressivo di chi nel dissentire coltiva un secondo fine che non si chiama Toro, ma business, ho interesse solo per gli sfiduciati in buona fede che hanno raggiunto un punto di rottura.

https://www.toronews.net/columnist/bomba-anti-toro/

Di certo è periodo di intemperie, ma abbiamo assistito alla violenza di tali tempeste da non tremare per un po’ di cattivo tempo. In questo periodo, tra le nuvole del presunto assolutismo cairiano, ho intravisto un raggio di sole: l’affiancamento democratico di tifosi portatori di istanze e vitalità.

La gente granata ancora una volta si evidenzia per inventiva e coraggio, in particolare, un gruppo di utopici tifosi alimenta da oltre dieci anni l’idea di una presidenza accoppiata alla presenza di un azionariato popolare. Una costituzione calcistica dove i poteri proprietari trovano equilibrio nel rispetto delle diverse competenze. 

Coltivare utopie è esperienza imprescindibile per ossigenare la vita di ampi respiri. 

L’azionariato popolare in Italia non esiste? 

https://www.toronews.net/columnist/sotto-le-granate/quando-ci-vedi-poco/

Bè, capita che le cose non esistano solo fino a un momento prima di quando qualcuno le realizza. Prima, però, è sostanziale averli sognati, immaginati e fortemente voluti, questi utopici obiettivi.  

Toro Mio – che non a caso si chiama Mio, e non Toro Suo o Vostro o Loro – ha portato a casa una vittoria importante quest’estate, frutto di azioni di sensibilizzazione durate anni: il Senato, il sei agosto 2019, ha approvato il DDL n. 1372 che, all’articolo 1 lettera N, recita “Il Governo è delegato ad adottare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi per il riordino del Comitato olimpico nazionale italiano (CONI) e della disciplina di settore, secondo i seguenti princìpi e criteri direttivi: Individuare forme e condizioni di azionariato e altri strumenti di partecipazione popolare per le società sportive professionistiche”.

Poche parole inserite in un decreto delegato a significare che quello che prima in Italia non esisteva, ora ha una culla normativa, uno spazio in cui crescere. 

Sostanziale è stata l’intricata trama di relazioni che Toro Mio ha saputo tessere nella creazione del NOIF ( comitato Nelle Origini Il Futuro) che raggruppa associazioni calcistiche interessate all’azionariato popolare sparse in molte città italiane, da Parma a Milano, Cosenza, Modena, Roma. Bilbao. È parte attiva del NOIF anche l’UCG (Unione Club Granata, ne conta più di cento). Il NOIF sul finire del 2018, raggiunta una rappresentatività significativa, ha consegnato un’ipotesi di legge all’allora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti (Lega, delega per la Riforma dello Sport) e a Simone Valente (delega allo sport per il M5S). Un articolato che ha permesso di partorire la lettera N) dell’articolo 1 del DDL n.1372.

https://www.toronews.net/columnist/sotto-le-granate/il-calcio-e-molto-di-piu-che-il-calcio/

“Se non del tutto giusto, quasi niente sbagliato” mi verrebbe da dire.

Certo ci vorrà tempo, un lungo futuro per… tornare al passato. 

Già, perché il Toro nasce proprio così, come una proprietà condivisa di appassionati sportivi. Marco Morelli di Popolo (Toro Mio) custodisce gelosamente i libri dei soci del Torino di inizio secolo scorso, i Pionieri Granata. Ha investito molto tempo per ricostruire il profilo societario di un Torino figlio dell’ottocento, profondamente radicato sul territorio e interessato ai benefici dello sport prima ancora del calcio.

L’azionariato popolare può funzionare se esiste una cultura calcistica da condividere, dove i tifosi si sentono parte di una comunità.

Ci sono cose che vengono in mente solo agli innamorati, forse per questo Toro Mio ha promosso la ricerca di una letteratura granata che vada ad arricchire la biblioteca della circoscrizione di via Filadelfia: oltre trecento i testi censiti che parlano di Toro. 

Quello col Toro è un matrimonio, ci vogliono conti oculati, una strategia di crescita e razionalità di scelte, ma tutto ciò acquista senso solo in presenza di smisurato, irrazionale, incontenibile amore. 

Il glorioso passato, teniamocelo buono per un costruttivo futuro.

Toro, tra il naif e il noif.

Mi sono laureata in fantascienze politiche non so più bene quando. In ufficio scrivo avvincenti relazioni a bilanci in dissesto e gozzoviglio nell’associazione “Brigate alimentari”. Collaboro con Shakespeare e ho pubblicato un paio di romanzi. I miei protagonisti sono sempre del Toro, così, tanto per complicare loro un po’ la vita.

Disclaimer: gli opinionisti ospitati da Toro News esprimono il loro pensiero indipendentemente dalla linea editoriale seguita dalla Redazione del giornale online, il quale da sempre fa del pluralismo e della libera condivisione delle opinioni un proprio tratto distintivo.