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La partita di Milano ha dimostrato, qualora ce ne fosse ancora bisogno, quanto siano importanti i due punti su cui ci siamo dilungati in questa rubrica durante il mercato estivo: vale a dire l’importanza di avere giocatori tecnici come Ljajic e Falque e la debolezza dal punto di vista numerico sugli esterni.
Partiamo dal primo punto. Assodato che ormai Niang è fuori dal progetto tecnico di Mazzarri e che sia in procinto di trasferirsi in prestito al Rennes, non sono assolutamente da cedere Iago Falque e Adem Ljajic, gli unici due giocatori capaci di un guizzo tecnico che consenta di risolvere la gara. Il secondo tempo dello spagnolo è stato incredibile e condito da un assist e mezzo. Per quanto riguarda il fantasista serbo il suo ingresso ha sparigliato le carte sul tavolo. Ljajic è entrato in campo sul 2 a 1 per l’Inter e, complice anche un calo fisico da parte dei nerazzurri, il Toro ha cambiato faccia, ha raggiunto il meritato pareggio grazie anche allo zampino del serbo e ha anche rischiato il clamoroso ribaltone, senza però evitare la sofferenza finale con la paratona di Sirigu su Perisic. In definitiva cedere uno tra Ljajic e Falque in questi ultimi giorni di mercato sarebbe autolesionistico per la società granata.
Per quanto riguarda il secondo punto, l’infortunio di Ansaldi svela il segreto di Pulcinella del Toro: ci sono pochi esterni in rosa. Attenzione, per esterni pensiamo a giocatori adatti a fare il quinto di centrocampo e capace di fare sia la fase offensiva che quella difensiva. Sappiamo tutti che all’occorrenza Berenguer o addirittura Parigini possono ricoprire quel ruolo, ma attualmente a nostro modo di vedere, sono opzioni poco convincenti. Parigini, un po’ come Ljajic, a nostro modesto avviso è un giocatore da impiegare per dare una svolta tattica alla gara e sarebbe più idoneo in un 3-4-3 come esterno di sinistra d’attacco. Invece lo spagnolo ha dalla sua accelerazioni che possono creare più di un grattacapo agli avversari, ma in copertura non dà le dovute garanzie. Con Ansaldi fuori abbiamo solo Ola Aina e De Silvestri arruolabili. Aina può giocare su entrambe le fasce, ma tocca pregare che nessuno abbia problemi o squalifiche finché non rientrerà Ansaldi. In questo la società ha agito in sede di mercato in maniera piuttosto approssimativa.
Domenica si è evidenziata ancora una volta un approccio molle alla gara. Mazzarri deve lavorare molto su questo, ma gli va fatto anche un plauso per come ha scosso la squadra nell’intervallo e per come ha azzeccato i cambi. Ha dimostrato di non essere un integralista come Gianpiero Ventura, ma che anzi prova i cambi di modulo in corsa, proprio come fanno le squadre di vertice. Ed è proprio in virtù di questo che le cessioni di Ljajic e Falque non possono essere nemmeno prese in considerazione. Sarebbe davvero un grave errore. Tuttavia le dichiarazioni di oggi del presidente Urbano Cairo fanno presagire proprio ad una sua cessione. La cosa poco carina è che il massimo dirigente granata inizia ad affrontare il discorso della cessione prendendo il succo della questione da lontano. “Lui è molto bravo ma non so se accetti di giocare solo 20′ e di partire titolare solo a volte.” Dice il presidente Cairo che poi prosegue “Se al calciatore non va bene restare al Torino a queste condizioni, non so se sia possibile una sua permanenza”. Se il giocatore è scontento, ma è il più forte tecnicamente della rosa, si fa di tutto per mantenerlo. Senza parlare pubblicamente, ma parlando al giocatore stesso, facendolo sentire importante e facente parte di un gruppo ambizioso. Qualunque giocatore, a sentire le dichiarazioni del presidente, sarebbe tentato di levare le tende e temiamo che questo sia proprio il fine del presidente Cairo. Il quale probabilmente non ha parlato con il calciatore, altrimenti avrebbe saputo da quest'ultimo ciò che ha dichiarato ai tifosi che ieri lo hanno assaltato per un autografo e cioè che, parole sue, "Voglio restare, ma non dipende da me." Dunque la società ora è con le spalle al muro: se cessione sarà, sarà esclusivamente per scelta societaria e non perché Ljajic sia scontento. Anche perché dubitiamo che sia Mazzarri a ritenere il nazionale serbo superfluo per la rosa granata, altrimenti non l'avrebbe fatto entrare in campo a San Siro.
Infine un accenno a Zaza. La punta lucana deve ora essere paziente. Anche Mazzarri ha sottolineato che il suo arrivo è stato tardivo, ed infatti c’è da chiedersi per quale assurdo motivo il Toro non abbia affondato il colpo a suo tempo, anziché ridursi come al solito all’ultimo giorno. Ciò che tuttavia auspichiamo è che con l’arrivo di Zaza non si vada ad aprire un caso visto l’investimento fatto dalla società. Di certo con Belotti, Zaza, Falque, Ljajic, Edera e Parigini il tecnico ha un reparto d’attacco numeroso, eterogeneo ed invidiabile rispetto a qualunque altra squadra, anche di livello superiore, che permette anche di essere competitivi in Coppa Italia.
Vincenzo Chiarizia, giornalista di fede granata, collabora con diverse testate abruzzesi che trattano il calcio dilettantistico, per le quali scrive e svolge telecronache. Quinto di sei figli maschi (quasi tutti granata), lavora e vive a L’Aquila con una compagna per metà granata.
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