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Toro, non è cambiato niente

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Buonanotte granata/Un Toro troppo fragile si sgretola davanti alla Roma, lasciandoci sempre più perplessi, giornata dopo giornata
Cristina Raviola

Dire che mi aspettavo un risultato diverso dal match contro la Roma suonerebbe stupido e presuntuoso. La Roma è una grande squadra, che ha messo in difficoltà e battuto malamente solo sette giorni fa i maggiori candidati allo scudetto (o almeno, la squadra che spero sia maggiormente in forma per vincerlo). Il Toro, invece, nell'ormai scontata pallida imitazione di se stesso, è entrato in campo nel primo tempo mostrandoci qualcosa di interessante, giusto per darci l'illusione che davvero si sarebbe potuto fare di più.

Ma questa squadra, quella dovrebbe avere una spina dorsale salda, pronta a sostenere una partita al di là dei propri limiti, ha anche la capacità di sparire di fronte ai nostri occhi, lasciandoci increduli a chiederci se un Toro con grinta e convinzione l'abbiamo solo sognato. Sparisce sì, e non solo in campo: io lo vedo dileguarsi giornata dopo giornata dagli occhi di noi tifosi, ad ogni sconfitta misurata accettata di buon grado, ad ogni alzata di spalle tristemente rassegnata, condita da parole come "il calcio è cambiato, la nostra dimensione è questa".

Non è cambiato nulla nella fragilità di una squadra, e dei suoi singoli, e il problema non era Mihajlovic, come non lo è Mazzarri. L'Europa è andata da tempo ormai, e, come gli anni scorsi, il nostro campionato rimane a guardarci, mentre aspettiamo ancora qualcosa di diverso.

Giorno dopo giorno, stagione dopo stagione, è sempre più tardi per restituirci il Toro, ma sarebbe necessario, almeno, dare qualche risposta seria sul futuro, che non sia incolpare ogni volta qualcuno di diverso. Dove stiamo andando? Perchè noi granata la rotta la seguiamo ancora, ma esattamente per finire dove?

Buonanotte granata...

Laureanda in Scienze della comunicazione ed imprenditrice, un cuore granata da 34 anni. Da tre stagioni a Toro News, condivido la mia insonnia post-partita e i miei sogni, primo tra tutti quello di un calcio fatto solo di emozioni e di un Toro composto da giocatori-bandiere.

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