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Toro, non sarà un derby da 2 fisso

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Vigilia del 186° derby della Mole. L’umore in casa Toro non è quello dei giorni migliori. C’è chi ancora non si toglie dalla mente come finì all’andata. Mezz’ora discreta culminata con un quasi gol...
Renato Tubere

Vigilia del 186° derby della Mole. L’umore in casa Toro non è quello dei giorni migliori. C’è chi ancora non si toglie dalla mente come finì all’andata. Mezz’ora discreta culminata con un quasi gol di Meggiorini. E poi?

CHI ERA CAUET? -  Poi la discutibile espulsione di Glik: la squadra inspiegabilmente smise di lottare. Il Toro che non lotta fino in fondo in un derby: scherziamo? Ahimè no! A secco di vittorie da ben 18 anni, a secco di gol dal 2002: ultimi granata a segnare Marco Ferrante e Benoit Cauet. Il primo non ha bisogno di presentazioni. Il mediano francese chissà in quanti fra i presenti allo stadio domenica prossima se lo ricordano? Non bastasse la tradizione negativa c’è la classifica a mettere i brividi. A oggi sono 41 i punti di distacco dagli odiati rivali cittadini. Toro attualmente sedicesimo e non ancora salvo, mentre sull’altra sponda del Po si avviano a riconquistare lo scudetto dopo anni di inenarrabili (e meritate, dirà qualcuno) sofferenze. Pronostico a senso unico, allora? No, e per almeno due buone ragioni. La prima: il Toro di Ventura, sia pur reduce da una beffarda sconfitta, è squadra in salute. Altrimenti non si spiegherebbe la rimonta imperiosa da 0-3 a 3-3 su un campo difficile come quello di Firenze. La seconda ragione, invece, è l’inaridimento dell’attacco avversario. Zero gol nelle due sfide di Champions League contro la corazzata Bayern, inframezzate da appena due gol (uno dei quali dal dischetto) contro l’ormai retrocesso Pescara. Altro successo di misura, ancora su rigore, nel deludente match di domenica scorsa col Milan dove le palle gol costruite sono state una, al massimo due.

 

FANTADERBY – Ci vorrà il miglior Toro della stagione per tentare il colpaccio. L’equilibrio fra reparti sarà messo a dura prova dal gioco quasi robotico della capolista. A Vinovo da due anni abbondanti ci si allena in modo maniacale sulla preparazione atletica, sui raddoppi di marcatura, sulle continue sovrapposizioni sulle fasce, sui tiri da fermo. A ripetere all’infinito certi esercizi molti atleti diventano robot. Domenica Ventura e i suoi  potrebbero infilare qualche sassolino nei loro ingranaggi. Tenendo ad esempio Cerci e Santana molto larghi sulle fasce. Mettendo sempre pressione sul primo uomo a cui Buffon darà il pallone appena rimette in gioco dal fondo. Soprattutto giocando tutti e undici raccolti in poche decine di metri. Niente cali di tensione, stavolta! E guai a farsi condizionare dai provocatori in panchina e in campo: il loro numero tre su tutti! Al resto ci penserà, come nelle altre 185 occasioni, il dodicesimo uomo: cioè il popolo granata presente sugli spalti.

 

L’UOMO DEL MOMENTO – Da calciatore somigliava parecchio a un certo Tarzan Annoni. All’inizio mediano, poi negli ultimi anni della sua non eccelsa carriera difensore di quelli arcigni, che francobollano l’attaccante dal momento in cui entra in campo fino al fischio finale. Grande combattente, i fans lo portano in trionfo quando a 34 anni e dopo 316 battaglie all’arma bianca appende le scarpe al chiodo. Il suo club, retrocesso in seconda divisione, è in gravi difficoltà economiche. Sono gli ultras a fare il suo nome al presidente. Gli affidano la squadra nel 2001 quando l’incubo della terza divisione sembra ormai ineluttabile. Lui costruisce con pochissimi mezzi un gruppo di amici fuori dal campo e gladiatori dentro. Tempo tre anni e c’è la storica promozione nel massimo campionato. Simpatico e alla mano con tutti, dai dirigenti all’ultimo dei magazzinieri, predica un calcio davvero totale. Unico obiettivo: cercare sempre di fare un gol più degli avversari. Come? Pressing asfissiante, attaccanti che devono coprire, terzini che devono spingere sulle fasce. Un conto è allenare in provincia: ma se a chiamarlo fosse un grande club? La risposta, cari amici, l’abbiamo avuta giusto mercoledì sera: semifinale di andata di Champions League, Borussia Dortmund batte Real Madrid 4-1 con 4 reti messe a segno da un centravanti acquistato per soli 5 milioni dal Lek Poznan nel 2010. Colui che da calciatore ricorda così tanto il nostro Annoni è nato a Glatten, Germania, il 16 giugno 1967 e si chiama Jurgen Klopp: è lui l’uomo del momento!

Renato Tubère

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