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Toro non-Toro: il dilemma del cambiamento

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Rubriche / Torna la rubrica di Elisa Fia ToroSofia: "Il derby della Mole ha visto scendere in campo undici giocatori assetati di vittoria, di riscossa, mentre il match dell'Olimpico di Roma sembrava vedere una squadra impartecipe, demotivata"
Elisa Fia

Nonostante le due scorse partite di campionato si siano concluse in egual modo, ovvero con una sconfitta, al di là delle discutibili scelte arbitrali, non si può certamente dire che il Toro che ha giocato con la Lazio fosse lo stesso che ha, pochi giorni dopo, fronteggiato la Juventus.

Il derby della Mole ha visto scendere in campo undici giocatori assetati di vittoria, di riscossa, mentre il match dell'Olimpico di Roma sembrava vedere una squadra poco partecipe, demotivata, quasi da descrivere come nemesi di sé stessa.

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Ma cosa può essere cambiato nel giro di due giorni?

Sicuro è che il cambiamento sia nell'indole dell'andamento di qualsiasi entità, ma tale repentinità lascia tanto da pensare. Il simbolo di tale rovesciamento è, prima di tutto, da ritrovare nei finali di partita e nella figura di Sirigu che, se contro i bianco celesti è uscito dal campo a testa bassa, dopo la beffa data dall'autogol di Belotti, contro i bianconeri ha, invece, preso a sé la squadra in raccolta per imbastire un discorso che desse forza e caricasse la motivazione di un Toro che, ultimamente, sembra essersi perso.

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Che il ritiro sia realmente servito a qualcosa?

Probabile. Certo è che la caparbietà dei granata sia stata decisamente maggiore nel derby. Si sa, però, che il derby è una partita a sé ed è lampante la paura che tale carica sia stata data solamente dalla circostanza. Tuttavia quella carica deve essere tutt'altro che circostanziale: deve essere perenne, base per un cambiamento che, se sta avvenendo è giusto continui, ma che se deve ancora avvenire, non deve perdere di vista la sua solidità.

Anche dal canto della tifoseria ci sono stati dei cambiamenti importanti anzi, in questo caso, più che cambiamenti si può parlare di vere e proprie conferme date dall'amore del dodici granata verso il Toro. Vista la partita con la Lazio sarebbe stato facile abbandonarsi alle onde della protesta, ma così non è stato. Si è visto un stadio quasi pieno, partecipe e pronto a spingere la squadra verso un arrembaggio coinvolgente e tambureggiante, segno che il Toro non è morto nella corrida del campionato, ma è solo ferito, pronto a rialzarsi ed a sferrare l'incornata vincente.

Studentessa di Filosofia, classe '98, presso l'università La Sapienza di Roma. La scrittura ed il Toro sono sempre stati le mie più grandi passioni. Sono una persona determinata ed ambiziosa, che da sempre il massimo in tutto ciò che fa, specialmente se riguarda ciò che amo. Nei miei articoli cerco sempre di mettere tutta me stessa cercando di coinvolgere chi legge, provando a fornire al lettore più spunti di riflessione possibili.

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