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Toro: o risorgiamo come squadra, o cederemo un centimetro alla volta

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“Non so cosa dirvi davvero. Tre minuti alla nostra più difficile sfida professionale. Tutto si decide oggi. Ora noi, o risorgiamo come squadra, o cederemo un centimetro alla volta, uno schema dopo...
Roberta Picco

Non so cosa dirvi davvero. Tre minuti alla nostra più difficile sfida professionale. Tutto si decide oggi. Ora noi, o risorgiamo come squadra, o cederemo un centimetro alla volta, uno schema dopo l'altro, sino alla disfatta. Siamo all'inferno adesso, signori miei. Credetemi. E possiamo rimanerci, farci prendere a schiaffi oppure aprirci la strada lottando verso la luce. Possiamo scalare le pareti dell'inferno, un centimetro alla volta. Io però non posso farlo per voi, sono troppo vecchio. Mi guardo intorno vedo i vostri giovani volti e penso... certo che... ho commesso tutti gli errori che un uomo di mezza età possa fare. Sì perché io ho sperperato tutti i miei soldi, che ci crediate o no. Ho cacciato via tutti quelli che mi volevano bene e da qualche anno mi dà anche fastidio la faccia che vedo nello specchio. Sapete col tempo, con l'età tante cose ci vengono tolte ma questo fa... fa parte della vita. Però tu lo impari solo quando quelle cose le cominci a perdere e scopri che la vita è un gioco di centimetri. E così è il football. Perché in entrambi questi giochi, la vita e il football, il margine d'errore è ridottissimo. Capitelo... Mezzo passo fatto un po' in anticipo o in ritardo e voi non ce la fate. Mezzo secondo troppo veloci o troppo lenti e mancate la presa. Ma i centimetri che ci servono sono dappertutto, sono intorno a noi, ci sono in ogni break della partita, ad ogni minuto, ad ogni secondo. In questa squadra, si combatte per un centimetro. In questa squadra, massacriamo di fatica noi stessi e tutti quelli intorno a noi, per un centimetro. Ci difendiamo con le unghie e con i denti per un centimetro. Perché sappiamo che quando andremo a sommare tutti quei centimetri, il totale allora farà la differenza tra la vittoria e la sconfitta, la differenza tra vivere e morire. E voglio dirvi una cosa: in ogni scontro è colui il quale è disposto a morire che guadagnerà un centimetro. E io so che se potrò avere un'esistenza appagante sarà perché sono disposto ancora a battermi e a morire per quel centimetro. La nostra vita è tutta lì. In questo consiste, e in quei 10 centimetri davanti alla faccia. Ma io non posso obbligarvi a lottare! Dovrete guardare il compagno che avete accanto, guardarlo negli occhi. Io scommetto che ci vedrete un uomo determinato a guadagnare terreno con voi. Che ci vedrete un uomo che si sacrificherà volentieri per questa squadra, consapevole del fatto che quando sarà il momento voi farete lo stesso per lui. Questo è essere una squadra, signori miei! Perciò... o noi risorgiamo adesso, come collettivo, o saremo annientati individualmente. È il football ragazzi! È tutto qui. Allora, che cosa volete fare?" Credo che molti di voi l’abbiano riconosciuto. È il discorso di Al Pacino nelle vesti del coach nel film “Ogni maledetta domenica”. Ho deciso di riportarlo per intero, perché credo che sia proprio ciò che serve al Toro in questo momento. E forse anche un po’ a noi tifosi. Qui si parla di football americano, non di calcio, ma il succo è lo stesso. Si parla di un periodo buio, di prove importanti, in un certo senso, si parla del Toro di oggi. Un Toro che c’è, un Toro che segna, e anche tanto, ma subisce tanto, troppo. Un Toro che poteva, essere la squadra rivelazione del campionato, con innesti giovani, brillanti, carichi. Ma è un Toro che spreca troppo, che non crede in se stesso quando più ce n’è bisogno. E ce n’è bisogno, non quando si sta perdendo con due reti di svantaggio, ma quando si sta vincendo con due reti di vantaggio. Ebbene sì, lo abbiamo visto con i nostri occhi. Il Toro, a un certo punto, si spegne. No! Non deve succedere!  Il Toro, in quanto tale, deve essere disposto a combattere per un centimetro di campo, come dice il buon vecchio Al, questa squadra deve essere disposta a difendere i punti che guadagna con le unghie e con i denti. Non esiste che si molli in questo modo, non esiste! Adesso abbiamo tutto da recuperare e, non per fare allarmismo, ma non siamo assolutamente messi bene, e domenica c’è la capolista, non sarà facile. Ma ora, dobbiamo risorgere come collettivo, la squadra deve risorgere per noi e per se stessa, per quelli che ogni maledetta domenica ci credono, cavolo! O si riparte adesso o si precipita. Noi, però, non siamo disposti a precipitare. Noi, che ci guardiamo negli occhi l’un l’altro e ci vediamo determinati a credere che questa squadra possa fare qualunque cosa, se è unita, se ci crede come gruppo. Noi sappiamo che questo Toro può portare a casa i punti che si merita e che sa combattere per ogni centimetro di campo, ma ora abbiamo anche bisogno che questo Toro ce lo dimostri sul campo, ci dimostri che è disposto a tutto per sè stesso e per i suoi tifosi, indipendentemente dal risultato. Noi ci siamo sempre per sostenerlo. Perciò, cito, o noi risorgiamo adesso, come collettivo, o saremo annientati individualmente. È il calcio ragazzi! È tutto qui. Allora, che cosa volete fare?

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