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columnist
Che settimana! Il Toro ottiene il massimo risultato possibile dal San Paolo, i cugini (per nulla amati) sono usciti sconfitti in Champions da Madrid e la formazione primavera di mister Coppitelli ha vinto la Supercoppa Italiana ai calci di rigore contro l'Inter.
Una settimana grandiosa per chi volesse vedere tutto positivamente, ma che potrebbe essere da urlo se questo pomeriggio il Toro riuscisse ad ottenere l'intera posta in palio. Sarebbe un po' meno positiva per chi volesse essere obiettivo. Perché se la sconfitta dei "gobbi" regala godimento a prescindere e se la vittoria della squadra Primavera in Coppa Italia dà la misura dell'ottimo lavoro che si sta svolgendo con i giovani, la partita di Napoli ha dato segnali sia positivi che negativi.
Cominciamo da quelli positivi. In primis il risultato. Chiunque avrebbe messo la firma su un risultato a reti bianche. Secondo aspetto positivo è l'apparato difensivo che con Sirigu insuperabile, Nkoulou elegante e mostruoso e Aina onnipresente sulle incursioni di Callejon (anche se qualche suo errore grida vendetta), hanno mostrato un Toro coriaceo e di sostanza.
I lati negativi sono i soliti e dai quali non si riesce a guarire. La sterilità offensiva sta raggiungendo livelli preoccupanti. Se prima a mancare erano semplicemente i gol, a Napoli sono mancati i tiri. Ospina non ha compiuto una parata degna di nota. Belotti è stato lasciato solo lì davanti a pregare che gli arrivasse un pallone decente, ma da solo tra Maksimovic e Koulibaly è davvero dura.
Oggi alle 15:00 arriva l'Atalanta di mister Gasperini, sogno inconfessabile di molti supporter granata. Sì perché la sua abilità nel far rendere le squadre da lui allenate oltre le migliori aspettative, è ormai cosa nota, nonostante qualche incidente di percorso. Il suo passato più piccolo però è quello più ingombrante, ossia l'aver allenato le giovanili della Juventus, ecco perché tra i tifosi c'è molto scetticismo sul suo conto. Va però detto che Gasperini come calciatore si è formato sì nelle giovanili della Juve, tuttavia in prima squadra non ha mai esordito. Infatti la stagione 1976-77 si concluse con zero presenze. Da allenatore si è seduto per nove anni sulla panchina delle giovanili della squadra bianconera, prima di andare a fare bene con Crotone e Genoa. Inter e Palermo sono state due brutte parentesi, ma il ritorno al Genoa e l'inizio della storia con l'Atalanta, hanno rilanciato l'immagine del tecnico torinese.
Gasperini riesce a dare un'organizzazione alla propria squadra invidiabile unita ad una mentalità tale da metterla in condizione di non aver paura dell'avversario. L'Atalanta è una formazione che gioca per vincere tutte le gare, non temendo nessuno. L'Atalanta ha eliminato la Juventus dalla Coppa Italia soprattutto grazie alla mentalità, alla voglia e all'organizzazione di gioco. Il Toro per battere domani l'Atalanta dovrà avere le stesse tre condizioni. Ma se per l'organizzazione Mazzarri non è un dilettante, a mancare al Toro fino a ieri sono state soprattutto la mentalità e spesso la voglia. Il Toro visto a Napoli era organizzato per non prenderle e Mazzarri è riuscito nell'intento, ma purtroppo per il tecnico toscano il calcio è fatto anche di fase offensiva, su cui il Toro come detto sembra aver smarrito la via (nonostante un potenziale di tutto rispetto), e di voglia di vincere. Mazzarri nel pregara, non ha calcato la mano sulla necessità di vincere, anzi, ha già messo le mani avanti, dicendo che la gara di oggi non sia fondamentale: sbagliatissimo. Secondo me equivale a dare alibi alla squadra.
Dicevamo di Gasperini e l'organizzazione: rispetto alle ultime uscite stagionali, i nerazzurri avranno le defezioni di De Roon squalificato e probabilmente del Papu Gomez. Saranno sostituiti da Pasalic, arretrato in mediana, e da Kulusevski che, stiamone certi, riuscirà a dare del filo da torcere ai granata perché avrà ben chiaro le consegne affidategli da mister Gasperini, proprio per il discorso fatto più sull'organizzazione di gioco. La gara tuttavia presenta dei duelli interessanti come ad esempio Zapata e Ilicic che si scontreranno contro Nkoulou, Izzo e Sirigu, ma tra i granata rientreranno dal primo minuto Meité e Iago Falque, sperando che la loro voglia di rivalsa sia maggiore della delusione avuta dal perdere il posto titolare.
E' inutile girarci intorno: se Cairo e Mazzarri desiderano lo stadio pieno, domani devono vincere. E' necessaria la lotta su ogni fronte per raggiungere questo risultato. Solo una vittoria in questo match delicatissimo potrebbe dare la spinta ai tifosi di ritornare in pianta stabile allo stadio.
Chiudo parlando proprio dello stadio Grande Torino, impianto che non rende giustizia al calore del tifo granata. Ma perché il Toro non si merita un impianto degno di questo nome? Dopo Juve, Udinese e Frosinone, anche le due milanesi, Roma, Fiorentina, Bologna, Atalanta ed Empoli sono prossime ad avere un nuovo stadio degno di questo nome. Qual è dunque il progetto del Toro con le istituzioni locali per un nuovo stadio, magari di proprietà? Sempre che ci sia...
Vincenzo Chiarizia, giornalista di fede granata, collabora con diverse testate abruzzesi che trattano il calcio dilettantistico, per le quali scrive e svolge telecronache. Quinto di sei figli maschi (quasi tutti granata), lavora e vive a L’Aquila con una compagna per metà granata.
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