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Il Toro esce da San Siro con un punto prezioso ottenuto dopo una buona prestazione. E se questa crisi avesse fatto bene al Toro? Indubbiamente i momenti difficili, se superati, ti rafforzano. Si dice che non è forte chi non cade mai, ma chi cade e si rialza. Questo è il Toro oggi che, possiamo dirlo, si è rialzato. Solo che ancora non è al top, diciamo che il Toro oggi deve ancora crescere dal punto di vista della condizione fisica e del recupero degli infortunati. Se Belotti torna al 100% finalmente con il 4-3-3, l’attacco del Toro tornerà devastante.
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Riposizionato da esterno sinistro, Ljajic ha giocato bene, ma non ha sfoderato prestazioni come nella posizione da trequartista. Infatti se guardiamo il match di Cagliari il gol di Falque è nato dal serbo che in quel momento della gara si era accentrato e con un lob delizioso ha servito Ansaldi sull’inserimento il quale a sua volta ha messo in mezzo un pallone perfetto per lo spagnolo che scaricato in rete il gol del pari. Non voglio adesso attaccare il mister in questo momento in cui da solo è riuscito a tirare fuori la squadra da una situazione pericolosa, ma mi piacerebbe che il mister valutasse anche il 4-3-1-2 per tre ragioni.
La prima è che Ljajic giocherebbe così nel ruolo dove ha dato il meglio di sé in maglia granata. La seconda è che il Gallo si troverebbe una spalla al suo fianco, proprio come nel Toro di Ventura quando i granata giocavano con il 3-5-2. Era il primo anno al Toro di Belotti nella quale disputò una grandissima seconda parte di stagione. La terza è che con questa modifica non si andrebbe a snaturare l’equilibrio trovato con una mediana a tre.
Certo il problema arriverebbe con l’individuazione della seconda punta: chi tra Falque e Niang? Il Falque di queste due ultime uscite ora è insostituibile, ma anche il franco-senegalese potrebbe essere provato. Ripeto ora non voglio sovraccaricare il mister, ma penso a questa ipotesi perché Ljajic a sinistra, pur non giocando male, è molto meno devastante rispetto a quando opera dietro le punte.
Capitolo Niang. Quando è entrato a Milano contro i nerazzurri ha forse giocato i suoi migliori minuti da quando è al Toro. E’ probabile che questa mossa di Mihajlovic possa finalmente spronare il numero 11 granata. Da quando è arrivato al Toro, l’ex Milan è sempre sceso in campo pur senza meritarlo. E’ anche probabile che qualcuno in squadra abbia cominciato a non apprezzare lo status di “raccomandato” del quale Niang ha goduto. Inoltre la certezza del posto fisso potrebbe aver indotto il giocatore ad adagiarsi perché comunque fosse andata, era sicuro della titolarità. Invece bene ha fatto Mihajlovic a relegarlo in panca e spero che questo possa finalmente scuotere il classe ’94 e che lui possa trovare finalmente la condizione fisica adatta e le motivazioni per dare il massimo.
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Per quel che concerne la difesa, Burdisso è un difensore arcigno e inossidabile. Sono contento di averlo in rosa perché credo possa dare un grosso contributo, soprattutto in termini di gruppo e spogliatoio. Trovo invece che N’Koulou stia vivendo un periodo di annebbiamento. In ogni partita c’è almeno uno svarione che mi lascia interdetto. Anche a Milano, nell’azione del gol, Eder è stato lasciato completamente solo al centro dell’area. Da un giocatore del suo calibro e della sua esperienza internazionale accetterei solo errori tecnici, ma non svarioni dovuti alla mancanza di concentrazione o alla superficialità. Ecco dunque anche N’Koulou potrebbe meritare un trattamento alla Niang, perché nel nostro Toro tutti sono utili e nessuno è indispensabile.
Considerazioni a parte su quanto avvenuto domenica e nei giorni scorsi, ora bisogna concentrarsi sul futuro prossimo. Intanto bisogna recuperare Barreca e Bonifazi e far recuperare la condizione ai più appannati, approfittando della sosta. Quando però il 19 novembre prossimo sbarcherà il Chievo a Torino, sarà necessario che le ultime due partite non siano un fuoco di paglia, ma che sia soltanto l’inizio della cavalcata verso l’Europa. Perché va detto e ricordato: l’obiettivo di quest’anno è la qualificazione in Europa League. Arrivare settimi o ottavi vorrebbe dire aver fallimento. Quindi da qui fino alla fine dell’anno, che vedrà concludersi il girone di andata, il Toro affronterà in casa Chievo, Atalanta, Napoli e Genoa, mentre in trasferta il Milan, la Lazio e la Spal. Ciò significa che oltre a vincere le partite sulla carta abbordabili, i granata dovranno fare anche un colpo grosso contro una big, perché bisogna recuperare sei punti alla Sampdoria che attualmente occupa la sesta posizione e non sarà facile, ma dobbiamo crederci esattamente come ci abbiamo provato domenica a Milano.
Vincenzo Chiarizia, giornalista di fede granata, collabora con diverse testate abruzzesi che trattano il calcio dilettantistico, per le quali scrive e svolge telecronache. Quinto di sei figli maschi (quasi tutti granata), lavora e vive a L’Aquila con una compagna per metà granata.
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