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Toro, parliamo di… scarpe!

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Non me ne vogliano i lettori uomini, ma è sabato sera e ho voglia di fare una pausa dal campionato e dal calciomercato e parlare di… scarpe!  Non fraintendetemi, non si tratta di tacco 12, anche se i tacchetti c’entrano...
Roberta Picco

Non me ne vogliano i lettori uomini, ma è sabato sera e ho voglia di fare una pausa dal campionato e dal calciomercato e parlare di… scarpe!  Non fraintendetemi, non si tratta di tacco 12, anche se i tacchetti c’entrano eccome. Sto parlando degli scarpini da calcio, ormai sempre più tecnici e personalizzati, ma vi siete mai chiesti quale sia la loro origine? Ebbene ho fatto una piccola ricerca e ho scoperto che i primi scarpini da calcio furono commissionati dal sovrano inglese Enrico VIII, ed erano simili a degli stivaletti in cuoio. Il calcio si evolve e, nell’ Ottocento sempre in terra inglese, si iniziano a vedere i primi modelli simili a quelli moderni, solo che questi  pesano circa 1 kg, in cuoio, alti fin sopra le caviglie e con i primi tacchetti in ferro, per fare attrito sul terreno erboso. Non proprio comodissime, mettiamola così! All’inizio del Novecento, con la nascita dei primi club calcistici ufficiali, inizia una vera e propria produzione industriale degli scarpini, a partire dalle botteghe fino ad arrivare a vere e proprie aziende. I primi marchi che si affermano in questo settore sono Gola, Valsport , Hummel  e Dassler (quest’ultima, tedesca, è la prima casa a proporre i tacchetti intercambiabili). Negli anni ’40 i fratelli Dassler si dividono e si fanno concorrenza fondando rispettivamente Adidas e Puma, due giganti in questo settore. Propongono entrambe modelli più leggeri con i primi tacchetti in gomma. Nei decenni successivi, Adidas sembra avere la meglio sul mercato internazionale, ma c’è un certo Pelè che ama indossare le Puma! Successivamente negli anni  ’80 e ’90 scendono in campo grandi multinazionali come Nike, Reebok, Uhlsport e molti altri, ma Adidas rimane per molti anni la più innovativa con il suo famoso modello “Predator”, più aerodinamico, con le stringhe nascoste per permettere più precisione al tiro e i tacchetti “a banda” per rendere la suola più morbida e comoda per la corsa.   Oggi le scarpe da calcio sono un oggetto del desiderio di molti tifosi che sognano di averle uguali a quelle dei calciatori, che amano personalizzarle con colori e scritte e sono i maggiori testimonial delle aziende sopracitate. Noi tifosi del Toro molto spesso, leghiamo l’idea della scarpa da calcio alla triste immagine degli scarpini del Grande Torino, rimasti uno dei pochi ricordi “concreti” dopo quel terribile 4 maggio. È una visione particolare che solo noi abbiamo e che ci rende speciali, come sempre. Dopo questa piccola digressione storica, che dire? Che in fondo, lo sappiamo tutti: puoi avere tutte le scarpe che vuoi, tecniche, perfette, all’avanguardia, ma alla fine, ciò che in campo conta davvero sono i piedi, la testa e soprattutto il cuore!   Roberta Picco Twitter:@roberta_picco  

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