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Toro, per il salto di qualità il nodo è l’attacco

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Era normale, dopo il tour de force delle comproprietà risolte tutte brillantemente a favore del Torino, aspettarsi un rallentamento del mercato in entrata del Toro. Confermati con un deciso esborso economico i tanti giocatori chiave...
Alessandro Costantino
Alessandro Costantino Columnist 

Era normale, dopo il tour de force delle comproprietà risolte tutte brillantemente a favore del Torino, aspettarsi un rallentamento del mercato in entrata del Toro. Confermati con un deciso esborso economico i tanti giocatori chiave dell'anno passato che erano a metà con altri club, non si poteva proprio sperare che Petrachi potesse mantenere questo ritmo alla voce acquisti. Anche perchè, come è ormai tristemente noto in Italia causa crisi, la regola dominante, e non solo per il Torino, è diventata: "prima vendere e poi comprare".

Il Toro, in questo senso, ha ormai da quasi un mese in ballo la cessione di Ogbonna alla Juventus, vendita che, per una serie di motivi (primo fra tutti l'intricata valutazione di Immobile nella quale è coinvolto anche il Genoa), tarda a risolversi in maniera definitiva. Allora è ovvio, e lo sanno anche i sassi, che finchè non si sarà trovata una soluzione a questa vicenda, difficilmente Petrachi e Cairo sbloccheranno tutti i colpi che hanno in canna, eccezion fatta per il centrocampista Bellomo, ormai a Torino.

Ne consegue pertanto, ad una settimana dal ritrovo ufficiale a Torino e azzardando una prima sommaria analisi, che la rosa della squadra presenti già una buona base in quasi tutti i reparti tranne che in quello offensivo: ad oggi, sebbene manchino due mesi alla fine del mercato ed è giusto ricordarlo, il tallone d'Achille della formazione di Ventura sembra essere proprio l'attacco dove il non rinnovo di Bianchi, il non riscatto di Jonathas, il probabile prestito di Diop e il rischio squalifica di Barreto, lasciano Meggiorini a fare reparto da solo. A meno di una soluzione che non preveda contropartite tecniche, tra i tifosi, dopo l'ovvia ed iniziale diffidenza, l'eventuale arrivo di Immobile pare essere stato metabolizzato con favore: il 23enne bomber campano "vede la porta", come si dice in gergo, è stato una colonna dell'Under 21 e, sebbene sia reduce da una stagione difficile nella Genova rossoblù, è ancora considerato uno dei migliori talenti offensivi italiani dell'ultima generazione. Se arrivasse sarebbe un bel colpo ma, anche ammettendo che Barreto riesca a scampare qualunque sanzione disciplinare, da soli non basterebbero a garantire completezza all'attacco granata.

Mancherebbe comunque un altro attaccante. Per il quarto posto da punta, il discorso per un eventuale ritorno di Jonathas pare si sia raffreddato sia col Pescara che con Raiola, agente del giocatore. Personalmente ne sono contento perchè non credo che sarebbe la soluzione ideale per definire affidabile l'attacco del Torino. L'anno scorso per più di metà campionato il punto di forza della squadra di Ventura è stata una difesa da primi posti anche se nell'ultima parte della stagione, forse per il grandissimo lavoro di copertura di centrocampisti ed attaccanti che ha tolto a tutti tante energie fisiche e psichiche, quella solidità della retroguardia si è andata perdendo e con essa anche molte certezze e sicurezze di tutta la squadra. Ciò può voler dire solo una cosa: non prenderle è fondamentale per fare risultati e salvarsi, ma se si vuole fare un passo in avanti in classifica e spostarsi nella tanto vagheggiata parte sinistra della classifica è necessario che anche l'attacco sia altrettanto solido e, possibilmente, letale per sopperire all'impossibilità di mantenere sempre la porta inviolata. Lo dicono i numeri delle prime dieci squadre della passata edizione del campionato che, a parità di gol subiti, mediamente hanno segnato almeno una decina di reti in più del Torino e dovrebbe suggerirlo anche la logica dei tre punti: un gioco più offensivo per produrre meno pareggi e più vittorie, anche a costo di pagare lo scotto di qualche sconfitta in più.

Per questo ritengo che, al di là di un forte terzino sinistro e di un centrocampista dai piedi buoni (sperando nell'esplosione di Bellomo), assolutamente necessari, sia fondamentale che Cairo e Petrachi facciano qualche sforzo investendo o i soldi ricavati dalla cessione di Ogbonna, o altri soldi freschi (e lo spazio per questo tipo di investimento ci sarebbe) in un ulteriore attaccante di un certo livello.

Che sia lo svizzero dell'Hoffenheim Derdiyok o il più attempato portoghese Helder Postiga? Come profilo entrambi sarebbero sicuramente corrispondenti a quello di punte in grado di far fare un salto di qualità al Toro. Resta il nodo dell'ingaggio, anche se tra bonus e premi vari, non credo sarebbe un problema accontentarli se venissero ritenuti adatti da mister Ventura.

Indipendentemente comunque dal loro arrivo o meno, ritengo imprescindibile che quest'anno il Toro metta qualche freccia in più al proprio arco. Vanno bene gli attaccanti che si sacrificano, ma per quello comunque ci sono i mediani: si può anche tollerare una punta che faccia qualche corsa in meno a centrocampo, se questo vuol dire vedergli fare qualche gol in più...

 

Alessandro Costantino

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