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Toro, qualcosa sta cambiando.

Beppe Pagliano
La partita di sabato nonostante abbia lasciato l’amaro in bocca a parecchi fratelli granata, secondo me al contrario, rappresenta un altro piccolo mattoncino verso la costruzione della salvezza.Sicuramente a tutti noi farebbe piacere vincere...

La partita di sabato nonostante abbia lasciato l’amaro in bocca a parecchi fratelli granata, secondo me al contrario, rappresenta un altro piccolo mattoncino verso la costruzione della salvezza. Sicuramente a tutti noi farebbe piacere vincere quante più partite possibili, però è necessario sempre fare i conti con gli avversari e l’avversario di sabato era uno di quelli da prendere con le molle, ci ricordiamo ancora tutti molto bene come il giorno della Befana i doriani con due contropiedi mortiferi, abbiano espugnato il Supermercato di Venaria. Una delle mie paure era infatti quella di attaccare a testa bassa ed esporsi alle ripartenze avversarie, la cosa non è assolutamente successa grazie ad una condotta tattica perfetta da parte del Toro, ed inoltre bisogna dare atto alla Sampdoria di avere impostato l’incontro nel migliore dei modi possibili per portare a casa, il punticino che si era prefissato.  Secondo il mio punto di vista queste partite sono da considerarsi l’esaltazione della tattica e la bravura dei rispettivi Mister ha fatto sì che entrambe le formazioni si siano annullate a vicenda.   Una cosa però salta immediatamente agli occhi e ci dimostra come qualcosa sia cambiato rispetto alle ultime annate disputate dal Toro in serie A, le squadre avversarie ricominciano a venire a Torino pensando a difendere il pareggio. Da quanto tempo tutto ciò non succedeva più? Ci ricordiamo come tutti gli avversari si sentivano in diritto di venire a casa nostra e pensare tranquillamente di vincere, e soprattutto molte ci riuscivano. Sicuramente la strada è ancora lunga, non dimentichiamoci che nel corso del campionato attuale si sono già perse ben quattro partite in casa, ma durante l’ultimo periodo il Toro ha dimostrato di essere cresciuto enormemente a livello di squadra e di consapevolezza dei propri mezzi. Proprio grazie alla autorevolezza dimostrata nell’ultimo periodo,  mi sento di affermare,  che solo un suicidio farà sì che questo Toro possa retrocedere a fine campionato.   Sicuramente noi tifosi granata non siamo mai stati inclini all’ottimismo, e dopo quello che abbiamo dovuto assistere negli ultimi vent’anni credo che nessuno di noi sia pronto a dormire sonni tranquilli e soprattutto a sognare in grande, ma forse, a mio avviso, possiamo iniziare a respirare in modo un po’ meno affannoso e guardare al futuro con la consapevolezza che la bufera stia passando, che il fondo sia stato veramente toccato e che pian piano sia arrivato il momento di risalire la china. Questa mia piccola speranza viene accreditata  da come sia stato gestito il mercato di gennaio, si è intervenuti ingaggiando Barreto che era in cima ai desideri di Ventura, ma poi finalmente si è pensato al futuro andando a pescare dei giovani di belle speranze. Questa inversione di rotta spero rappresenti la fine dell’epoca in cui venivano ingaggiati i Pancaro ed i Coco. Jonathas l’anno scorso a Brescia si è comportato benissimo, sebbene quest’anno a Pescara non abbia assolutamente  impressionato. Menga e Kabasele sono due scommesse, ma credo che per squadre come il Toro sia imprescindibile provare a scommettere andando a pescare in giro per il mondo giovani sconosciuti, con la speranza di riuscire a pescare un talento assoluto il quale può servire sia a consentire il salto di qualità sia a portare plusvalenze notevoli in caso di cessione ai grandi club europei.   Capitolo Bianchi: so che quello che scriverò da qui in poi non vedrà assolutamente d’accordo molti di noi, ma credo che sia giusto che ognuno possa esprimere la propria opinione. Dipendesse da me a giugno stringerei la mano al nostro Capitano, lo ringrazierei per tutto quello che ha fatto per il Toro, gli darei una pacca sulle spalle, così come si fa ad un amico e lo lascerei andare a cercare fortuna in un altro club. Non cercherei nemmeno di rinnovargli il contratto, in quanto credo, che a meno di cataclismi al momento inimmaginabili, Ventura il prossimo anno sarà ancora l’allenatore del Toro e quindi sarebbe controproducente per entrambi continuare a sopportarsi. Ventura nelle sue scelte si dovrebbe sempre confrontare con una tifoseria che in larga parte stravede per il numero 9 granata, e Bianchi a sua volta, continuerebbe a dover giocare in un modulo che non gli permette di esprimere in pieno le sue qualità. Capisco i tifosi (in maggioranza i più giovani) i quali si sentono legatissimi a Rolando, in questi anni di buio assoluto il Capitano ha dimostrato di essere una luce, ma credo sia giusto iniziare a guardare avanti e purtroppo ragionare come ragionano i calciatori ed i loro procuratori: se non esistono più le bandiere la cosa deve valere da entrambe le parti, perché scusate la cattiveria, ma se l’ingaggio di Bianchi fosse stato un terzo di quello pattuito, il suo amore verso la maglia granata sarebbe stato uguale? Nessuno di noi può saperlo, ma il dubbio rimane!   Capitolo Ogbonna: stiamo sopravvivendo ottimamente anche senza di lui. Un onesto mestierante come Rodriguez ha dimostrato di saperlo sostituire dignitosamente, ed inoltre credo che se Guillermo avrà modo di giocare il derby di ritorno, difficilmente al termine del match si aggirerà per gli spogliatoi avversari alla ricerca di una maglia bianconera da scambiare con la sua…    Quindi per quanto mi riguarda continuo a credere che l’unica cosa che conta veramente è la maglia granata, in quanto i giocatori, gli allenatori ed i presidenti passano, ma quella rimane sempre!   Beppe Pagliano   Twitter  @beppepagliano   (foto Dreosti)