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Toro, quando il gioco si fa duro i duri devono giocare

Beppe Pagliano
Nel mio articolo della settima scorsa, scrissi che dalla trasferta di Catania mi aspettavo almeno un punticino, col quale avremmo potuto finire il girone di andata a venti punti e rimanere in media per ottenere una salvezza risicata.Ebbene, il...

Nel mio articolo della settima scorsa, scrissi che dalla trasferta di Catania mi aspettavo almeno un punticino, col quale avremmo potuto finire il girone di andata a venti punti e rimanere in media per ottenere una salvezza risicata. Ebbene, il punto è stato conquistato, ma è la prestazione della squadra che, ancora una volta, non è stata in linea con le aspettative di noi tifosi. Per l’ennesima volta abbiamo assistito ad una prova incolore della nostra squadra, incapace, in ottanta minuti di superiorità numerica, dopo l’espulsione di Lodi, di imporsi contro la squadra locale. Anzi a ben vedere dobbiamo pure ritenerci fortunati, in quanto gli etnei hanno fallito il calcio di rigore che avrebbe permesso loro di passare in vantaggio e considerata la vena realizzativa dei nostri attaccanti, sarebbe stato veramente arduo riportare in parità le sorti del match.   La squadra granata, per l’ennesima volta, ha dimostrato di non sapere mettere in campo cattiveria e furore agonistico, per l’ennesima volta ha palesato una mancanza di cuore e di voglia di vincere. Una volta ancora questa squadra che noi ci ostiniamo a chiamare Toro ha dimostrato di non essere neppure lontana parente di quello che deve essere il Toro, assomigliando invece ad un vitellino impaurito e spaesato. Dopo le sconfitte contro il Parma e dopo il derby, ci era stato detto che non era possibile resistere in inferiorità numerica, peccato che la regola valga solamente per i nostri giocatori, infatti a Catania, seppure in dieci, i locali si sono resi molto più pericolosi della nostra squadra, palesando inoltre una maggiore voglia di portare a casa il risultato. Come se non bastasse domenica pomeriggio abbiamo assistito alla prova superba della Sampdoria; in inferiorità numerica per oltre un’ ora e sotto di un gol, i blucerchiati sono riusciti a ribaltare il risultato a Venaria contro la squadra locale. E cosa dire del Pescara vittorioso a Firenze dopo aver giocato una partita figlia della migliore tradizione difensivista italiana? Chi più chi meno, tutte le nostre dirette concorrenti sono fin qui riuscite a vincere contro qualche grande, solamente la nostra squadra non riesce mai in questa impresa.   Da ora in poi, però, ogni punto dovrà essere conquistato lottando con agonismo vero e voglia di vincere. Su ogni pallone ci si dovrà avventare come se fosse decisivo per le sorti del campionato intero. Dalla prossima partita i punti varranno tre volte tanto, soprattutto contro le avversarie dirette. Le prossime due partite contro Siena e Pescara non possono assolutamente essere fallite. In questo girone di ritorno sarebbe fondamentale (scusate la retorica) ricorrere al TREMENDISMO GRANATA, sebbene sia ormai estinto al pari dei Mammut!   Tanto per non farci mancare nulla,la prossima partita contro il Siena il Torino F.C. dovrà affrontarla senza ben cinque giocatori squalificati. Ironia della sorte, il mercato, in questo caso, invece di essere un aiuto, rischia di peggiorare le cose; infatti probabilmente in settimana saranno ceduti sia Agostini che Brighi , i quali avrebbero potuto essere della partita, mi si dirà che si potrebbe ritardare la loro cessione di una decina di giorni, ma con quale spirito questi due giocatori potrebbero scendere in campo sapendo di essere stati ampiamente bocciati dall’allenatore? Si potrebbe ricorrere ad una soluzione a cui si è ricorsi moltissime volte in passato in casa granata, e cioè si potrebbe guardare al vivaio e lanciare nella mischia i vari Barbosa, Gatto e Diop, ci vorrebbe soltanto un po’ di coraggio, ingrediente al pari del tremendismo e dei Mammut estinto da anni in casa Torino F.C. Non so voi, cari fratelli granata, ma io non sono particolarmente ottimista sul prosieguo del campionato, la squadra è quello che è, i limiti tecnici sono sotto gli occhi di tutti, il cuore granata ,come detto, latita da troppi anni e lo stesso allenatore si rende responsabile di scelte a volte cervellotiche dimostrando, mi spiace dirlo,  una certa inspiegabile intransigenza tattica, assommata ad una allergia verso i giovani e verso tutti quei giocatori che non abbiano dimorato per un certo periodo in quel di Bari.   Rimane come sempre la società, sarà che dopo sette anni forse pure io sono vittima della crisi del settimo anno, ma in questa società non nutro ormai più nessuna aspettativa, tanto che in questa sessione di mercato non mi aspetto alcunché. Anzi qualcosa in verità mi aspetto in questo mercato, mi aspetto di rivedere giocatori andare e venire dal Torino F.C. senza lasciare traccia, allo stesso modo con cui si transita in un albergo ad ore.   Ma un vero tifoso del Toro non si arrende mai, e quindi non viene in mente altro da dire che una semplice parola, in attesa di tempi migliori, se mai ce ne saranno: RESISTERE, RESISTERE,RESISTERE!     Beppe Pagliano Twitter   @beppepagliano     Foto Dreosti