Quella di domenica è stata definita una partita da psicodramma, ed in effetti come si può dissentire da questa definizione? Al Grande Torino arrivava un Verona in crisi capace di segnare un solo gol nelle precedenti sfide ma con, anche, una certa dose di problemi difensivi. La partita, nonostante un inizio a rallentatore si mette subito bene: Falque la sblocca e Niang, che pare in crescita, la mette sui binari di quella che avrebbe potuto sfociare in una goleada. All'intervallo il Toro conduce 2-0 nonostante un gioco non eccelso e il pomeriggio sembra di quelli che scivolano via tranquilli. La ripresa è sulla falsa riga del primo tempo: il Verona prova a reagire e crea anche qualche grattacapo alla nostra difesa, ma i ragazzi sembrano poter dilagare da un momento all'altro.
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Toro, questo è autolesionismo!
Come spesso accade di recente, la squadra perde sempre più fiducia e il Verona si fa sempre più pericoloso e prende sempre più coraggio, fino al contestato gol del 2-1. In quel momento quasi tutti noi sapevamo che in un modo o nell'altro sarebbe arrivato anche il 2-2; e infatti, puntuale, al 94' su un rigore ingenuamente e gentilmente elargito arriva il pareggio scaligero (meritato per il numero di occasioni) che lascia ai miei pazienti un senso di incredulità e amarezza difficili da smaltire, soprattutto ad una settimana esatta da un derby perso in maniera indecorosa.
Parlando con dei miei pazienti ho riscontrato una certa rassegnazione; l'idea comune è che, troppo spesso, la squadra si complichi la vita anche in partite che andrebbero chiuse o per lo meno gestite con maggiore freddezza. E' opinione comune che manchi la lucidità nei momenti topici delle gare, quando la tanto decantata grinta dovrebbe lasciare il posto alla razionalità e al cinismo. Ovviamente tempo per migliorare c'è e il treno dei competitors per l'Europa League non è ancora perso ma di sicuro non sta ad aspettare un Toro che si fa rimontare 2 gol in casa da una neopromossa.
Laureato in Economia, gestisco un negozio di caffè che trasformo clandestinamente in uno studio in cui esercito la professione di psicologo dedicato ai miei compagni di tifo; 30 anni, da 24 abbonato in maratona ho imparato a comprendere il comportamento di ogni singolo fenotipo di tifoso del Toro e mi diverto ad analizzarlo. Al quinto anno sulle colonne di TN, ecco a voi lo Psicologo del Toro!
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